Proprio l’altroieri, tornando dal confine tra il Brasile e l’Argentina, dove ho visitato il futuro dell’Italia, mi sono svegliato di soprassalto nella notte – colpa del jet lag – mentre […]

(DI PINO CORRIAS – ilfattoquotidiano.it) – Proprio l’altroieri, tornando dal confine tra il Brasile e l’Argentina, dove ho visitato il futuro dell’Italia, mi sono svegliato di soprassalto nella notte – colpa del jet lag – mentre sognavo di unirmi alla prossima festa dei carri elettorali, fondando anch’io un partito italiano di sinistra, anzi un movimento, ad alta vocazione democratica, libertaria, europea. Un partito alla sinistra della sinistra. Forse anche alla sinistra della colomba bianca di Michele Santoro che per tante ragioni ammiriamo, stimiamo, ascoltiamo. Un partito fondato sui veri valori del pacifismo tra i popoli, non sul pacifismo finto esibito dagli altri partiti progressisti che non vale neanche la pena parlarne. Un partito fondato sulla equità sociale e sulla piena condivisione dei valori della nostra Costituzione che noi condividiamo molto di più e meglio di quanto li condividano gli altri. Un partito che si batta contro tutte le diseguaglianze in Italia e nel mondo, proprio come a suo tempo tutte le gloriose formazioni della sinistra nate, cresciute e (incidentalmente) morte alla sinistra della sinistra, tutte più pure, più coraggiose e più nuove di quella vecchia.
In quei tempi remoti – parlo di metà degli anni Settanta, quando eravamo tutti pischelli – un mio amico aveva compilato un collage di sigle della sinistra italiana. Ne risultava una moltitudine di movimenti e partiti che copriva ogni infinitesimale interstizio della sinistra. Un esercito che annoverava (vado a memoria) l’Unione dei marxisti-leninisti, Servire il popolo, Potere operaio, Lotta continua, Avanguardia operaia, Movimento studentesco, Sinistra proletaria, Comitati unitari di base, Manifesto, Gruppo Gramsci, Lotta comunista, Viva il comunismo, Partito di unità proletaria, Quarta internazionale, Circolo Lenin, Gruppo Rosa Luxemburg, Democrazia proletaria. Questo al netto dei partiti già esistenti: Psdi, Psi, Pci, Psiup, Sinistra indipendente, Radicali. E al netto delle formazioni armate che vennero dopo, 216 sigle contabilizzate dal Viminale, ma questa è un’altra storia.
Tutto accadeva mentre la Dc di Andreotti, Moro e Fanfani, procedeva dritto per dritto, metabolizzando gli eterni rancori reazionari dell’elettorato conservatore, evangelizzando il sovversivismo della piccola borghesia, per cucinarsi l’Italia dentro un regime di condivisa cleptocrazia e quieto vivere. Mentre la destra vera, quella del braccio in erezione del Movimento sociale ex Repubblica Sociale, marciava tenendo accesa la fiamma del neofascismo. Rivendicato sino al congresso del 1987 dal segretario Giorgio Almirante: “Siamo quelli che fummo, saremo quello che siamo”. Frase che sembra uno scioglilingua per anziani camerati, ma è invece la perfetta prefigurazione della nostra giovane premier Giorgia Meloni, della sua corte familiare intenta a ricamare l’antica trama ideologica della nuova capicrazia. Che oggi avanza in forme sempre più semplificate e violente che vanno dalla motosega di Javier Milei al missile ipersonico Zircon di Vladimir Putin, passando per le aule dei tribunali di Viktor Orbán, il secondino dell’Ungheria.
Insinua qualcuno che la destra corre perché semplifica fino all’unanimità ogni questione che la sinistra complica oltre la Babele? Taccia. La sinistra non è stupidamente capziosa, ma è plurale; non è masochista, è democratica: per chiedere un blando cessate il fuoco a Gaza – non bastando i 30 mila morti accatastati dentro al più grande campo di concentramento contemporaneo – ha presentato non una, ma cinque mozioni. Ottimo lavoro, pensavo nel sogno. Dobbiamo prepararci a fare altrettanto con i partiti, alle prossime Europee, non importa quanti voti finiranno giù dalle finestre del quorum. Non ci bastano quelli delle cinque mozioni. Non ci basta la colomba di Santoro. Mi sono svegliato pensando che solo con il prossimo partito in volo, il settimo, lo schianto della sinistra sarà sicuro.
Bravo Corrias! La vita è un sogno e i sogni sono sogni y nada mas ..
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La sinistra non si può unire finché esiste il PD. Il Pd non è di sinistra.
E’ il grande equivoco dalla sua fondazione. La maggioranza sono esponenti della DC compreso il peggior presidente della repubblica mai avuto Mattarella.
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Ovviamente c’ha dovuto mettere lo Zircon di Putin per poter sembrare più credibile nella sua ironia su una Sinistra ormai solo ridicola nella sua frammentazione.
Manco un sarcasmo sul democraticissimo (come il suo capo Biden), Stoltomberg che, a differenza di Putin, c’entra molto col mondo in cui viviamo e su cui i ragionamenti di Corrias dovrebbero concentrarsi. Un mondo, tutto nostro, in cui stanno proliferando davvero i nuovi fascismi mascherati da democrazie.
Manco un sarcasmo, dicevo, su un criminale pinocchio Stoltomberg che ha fatto sapere che pretende che gli affiliati alla mafia Nato aumentino il pizzo da versare fino al 2% del Pil altrimenti i criminali guerrafondai occidentali potrebbero non essere in grado di ripararsi dalle supposte armi spaziali che i russi stanno elaborando.
Ho l’impressione che la credibilità dell’eventuale nuovo partito di Corrias, ad una prima occhiata, non mi sembra molto diversa da quella della miriade di partituncoli che vuole dileggiare.
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Notato anche io. Correva il rischio, altrimenti, di esser preso meno sul serio (cioè, dico, meno di così)…? Domando candidamente.
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Corrias dovrebbe chiedersi perché a sinistra vi è stata sempre questa esigenza di “marcare il territorio” .Forse , perché,tra le altre cose, da decenni chi ha avuto in mano le redini della sinistra è franato sempre più su posizioni conservatrici e addirittura,in qualche caso reazionarie. Il tentativo di riportare la barra verso una visione più coerente con chi crede in una società più giusta ed umana, purtroppo,nonostante i numerosi tentativi ,non ha avuto successo se non , paradossalmente,in una forza che ha rinunciato alla distinzione destra-sinistra, cioè M5S,che però ha fatto suoi i valori della solidarietà e della difesa dei più deboli.
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Troppi galli nella sinistra e dove troppi galli cantano non spunta mai l’alba.
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