LUCIO CARACCIOLO – Analisi e scenari. Le conseguenze dei conflitti sull’Italia: crisi economica e più rischi. “Ci vuole un patto bilaterale speciale con Washington”

(DI SALVATORE CANNAVÒ – ilfattoquotidiano.it) – Da sabato 10 febbraio è in edicola il numero di Limes intitolato Stiamo perdendo la guerra. Tesi contundente che il direttore Lucio Caracciolo spiega in questa intervista.
Quale guerra stiamo perdendo?
Gli italiani non sono coscienti di essere finiti in guerra. Questo perché si pensa alla guerra come un combattimento di trincea in cui essere coinvolti. In realtà noi siamo dentro la “guerra grande” che si sta combattendo sia in Ucraina sia in Medioriente.
Cos’è la “guerra grande”?
“Guerra grande” è un modo abbastanza banale per dire che la competizione tra Usa, Cina e Russia si svolge in un quadro globale fatto di guerre calde come quella in Ucraina e Medioriente, o altre guerre a bassa intensità come nell’Indopacifico.
E perché stiamo perdendo?
Basta mettere in fila tutti gli effetti di questa guerra globale a cominciare dall’effetto economico negativo derivato dalla perdita del gas russo, parzialmente compensata dal gas algerino, e dalla perdita dei mercati a seguito delle sanzioni. Soprattutto si è ricreata una demarcazione nel cuore d’Europa che più che una “cortina di ferro” è una “cortina di acciaio” che dividerà per un tempo indefinito la Russia dal resto d’Europa rappresentando una minaccia permanente alla nostra sicurezza. Assistiamo poi a un disimpegno graduale degli Usa dall’Europa che, al di là di Trump, è un dato strutturale.
Non è solo la minaccia di Trump di abbandonare la Nato a rappresentare una novità? C’è una tendenza più ampia?
Trump non ha inventato nulla, da tempo era visibile che gli americani non vogliono più occuparsi di tutto il mondo, tantomeno dell’Europa. Questa tendenza si scontra con interessi economici importanti, non è semplice ritirarsi quando sei il numero uno. Ed è questo a spiegare la tensione all’interno degli apparati statunitensi che non hanno il supporto di una presidenza abile e autorevole in grado da fare da mediazione e non l’avranno nemmeno con Trump. Essendo la nostra sicurezza affidata all’ombrello Usa questo pone un notevole dilemma.
Vede un’Italia in balia degli eventi?
I fronti di insicurezza si moltiplicano se pensiamo alla penetrazione russa nel Mediterraneo con quel che ne consegue per la nostra sicurezza, sulle reti di comunicazione o di trasporto del gas marittimo. Abbiamo poi perso sempre più la nostra area di sicurezza tra i Balcani e il Nordafrica. Tutto quello che si trova intorno a noi è in fibrillazione come dimostra la situazione nel Mar Rosso. Non è un aspetto secondario, se si si chiude il Mediterraneo siamo nei guai.
In questo quadro si inserisce il conflitto israelo-palestinese?
La frattura tra Israele e il resto dell’Occidente non è mai stata così grande e al di là dell’esito di questa guerra le conseguenze saranno di lungo periodo anche per gli ebrei della diaspora. Vedo infatti un ritorno della bestia antisemita. Ciò detto, Israele sta conducendo una guerra anche contro se stessa.
Perché contro se stessa?
Perché non ha un obiettivo definito o raggiungibile, in quanto liquidare Hamas non è ottenibile e questo tipo di guerre rafforzano i terroristi. Inoltre preoccupa che si sia formata un’opinione, oltre la destra israeliana classica, che immagina di risolvere la questione palestinese con l’espulsione non solo da Gaza ma anche dalla Cisgiordania.
Eppure sembra affermarsi l’idea che Israele non si possa criticare.
Israele rischia di lacerarsi. Sarebbe stupido affermare che non si può criticare Israele, ma non riesco a vedere un’azione razionale
Vede un ruolo crescente della Germania?
La Germania sta perdendo la guerra ancora più di noi e questo influirà sulla nostra manifattura. Quel Paese ha una scarsa capacità di adattamento quando entra in crisi. Non a caso assiste a un ritorno esplicito del nazionalismo, sia con l’Afd a destra sia con il movimento di Sara Wagenknecht, che tende a dividere la Germania dell’Ovest dalla ex Ddr.
Il cancelliere Scholz ha ipotizzato il più grande piano di aumento delle spese militari.
Vedremo come e quanto spenderanno. Ma non è una questione di carri armati e aerei quanto di dover spiegare all’opinione pubblica che c’è il rischio di dover fare una guerra e la Germania di oggi non sembra così disponibile. È anche vero, però, che si è aperto un dibattito pubblico sulla bomba atomica, riflesso del disimpegno statunitense.
In un quadro del genere quale dovrebbe essere la politica internazionale italiana?
Innanzitutto assumere coscienza della realtà e della responsabilità che questa impone. Nell’editoriale di Limes propongo la necessità di un patto bilaterale speciale con gli Usa. Siamo ancora legati a loro da accordi segreti per la sicurezza che risalgono alla Seconda guerra mondiale. Dovremmo stipularne di nuovi, un trattato bilaterale Italia-Usa scambiando la loro necessità di ritirarsi da alcune zone per assumere un ruolo con il loro sostegno.
Non dovrebbe essere un compito dell’Europa?
Non riesco a immaginarlo. Sarebbe meglio riportare i piedi per terra e rendersi conto che questa Europa persegue interessi diversi che non si riescono a comporre, soprattutto a 27.
ma va?
Gli IUESEI si ritirano e lasciano gli ex-amici nelle pesti?
Dove ho già visto questi film?
Ah già, è un remake che è nelle sale da 80anni, spettacolo più durevole anche di The mouse trap a Londra
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Confesso che alcuni passaggi faccio fatica a comprenderli (li numero)
“Siamo ancora legati a loro da (1)accordi segreti per la sicurezza// che risalgono alla Seconda guerra mondiale. Dovremmo stipularne di nuovi, un trattato bilaterale Italia-Usa scambiando la loro necessità di (2)ritirarsi da alcune zone //(3)per assumere un ruolo con il loro sostegno//.
Con ordine
1) quale sicurezza? Siamo nella Nato!! Sono accordi per la sicurezza “interna” tipo “i comunisti”? O si parla di Usa angeli custodi nelle nostre (ex) zone di influenza, tipo la Libia? C’è da ridere..
2) se si ritirano da alcune zone, credo Caracciolo intenda i presidi militari che gli Usa hanno piantato ovunque. Se dunque hanno questa necessità a noi (come Italia) che ce frega?
3) dovremmo sostituire la loro presenza in quei luoghi (a che titolo?) e assumere un ruolo (cioè? ) con il loro sostegno (quindi se ne andrebbero per poi farci da balia?)
Boh!
Il resto l’ho capito, compreso il fatto che questa europa è solida come un budino.
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Mi hai fatto venire qualche dubbio ma, a una lettura veloce, ho subito pensato che si riferisse agli accordi segreti riguardanti le oltre 120 basi americane sparse per la nostra penisola (con annesse bombe atomiche, ovviamente controllate dagli Usa).
Un disimpegno degli Usa in Europa ci consentirebbe di tornarne in possesso (visto che si tratta di territorio su cui non abbiamo giurisdizione), e di averne la gestione diretta con personale italiano, ovviamente non senza forti vincoli specie in caso di “utilizzo” in situazioni belliche.
Sia chiaro che personalmente non penso che questo sarebbe necessariamente un bene.
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Può essere una possibile interpretazione, il che rende evidente la fumosità ( per il mio grado di comprensione) del passaggio scritto dal dott Caracciolo.
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Ec
È una intervista, perciò sono parole riportate, non uno scritto del dott Caracciolo.
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Certo che per alcuni sarà doloroso togliersi l’ombrello dal retto, visto che gli ombrelli entrano chiusi ma hanno la tendenza ad aprirsi se cerchi di sfilarli
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Fare accordi alla luce del sole con Cina e Russia no?
Progetto troppo impegnativo per Carocciolo 🤷♂️
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E se Caracciolo facesse uno sforzo maggiore e dicesse: siamo noi occidentali ad aver causato la reazione della Russia e non essa che non ci ha mai minacciato anche perché non avrebbe nessun bisogno di farlo avendo a disposizione un territorio immenso.E se poi facesse lo stesso Con Israele che ha avuto sempre incoraggiamenti da noi a perseguire politiche di espansione in contemporanea con violenze e soprusi vero i Palestinesi. Beh allora saprebbe che la guerra grande è opera nostra e se la perdiamo è solo perché siamo incapaci di vederci allo specchio.
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Non so che film veda certa gente. Non riesco a pensarla così ingenua da credere davvero che gli USA abbiano davvero intenzione di allentare la presa sull’Europa e sul mondo. Non è mai successo nella storia che un impero rinunciasse volontariamente al proprio impero. Casomai è accaduto che un impero dissanguasse i suoi alleati al punto da scatenarne la ribellione. Eppure Caracciolo alle volte sembra capace di grandi analisi pure se non condivisibili. Stavolta penso che sia inciampato nel proprio pensiero tipicamente italiota di voltagabbana: visto che non è più sufficiente fare da tappetini nella NATO, stipuliamo nuovi accordi con gli USA, in modo da superare gli altri alleati in nettaculismo verso l’impero. E bravo!
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“gli americani non vogliono più occuparsi di tutto il mondo, tantomeno dell’Europa…” perché occuparsi della carcassa dopo averla spolpata? Si mangia fino a quando c’è ciccia, poi si abbandonano i resti, che potrebbero essere oggetto di interesse per gli avvoltoi, ma nel caso specifico, predatori ed avvoltoi costituiscono la stessa specie….di cui sfugge l’utilità del sostegno alla preda!
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Aridaje. Caracciolo insiste con quest’ideona, come se in Italia esistessero statisti.
Uno dei più grandi statisti che il mondo ci invidia (Draghi) ha battuto i tacchi davanti agli USA prima ancora che gli USA glielo chiedessero. Quindi non si capisce chi è che dovrebbe rimettere in discussione i trattati, le basi Nato, le funzioni delle basi Nato, addirittura riuscire a fare quello che nemmeno Mussolini era riuscito a fare prima di entrare in guerra (avere il controllo del Mediterraneo da Gibilterra a Suez)?
E ci riescono Meloni Lollobrigida e Fazzolari?
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Il secolo americano volge al termine. Come per l’ Urss, quella che è determinante è la condizione imprescindibile dell’ economia legata a leggi matematiche e fisiche da cui non ci si può affrancare. Un debito pubblico che sfida il nostro,un insieme di paesi che non vuole adottare più il dollaro come moneta di scambio, i Brics che si allargano, una serie di sconfitte seguite a guerre ingiuste e devastanti, la rivolta delle popolazioni africane ,la crisi delle democrazie liberali con la scarsa partecipazione alle elezioni dovuta alla mancanza di alternativa (zuppa o Pan bagnato) , la precipitazione nella povertà di larghe fasce della popolazione proprio in seguito al diniego di offrirci merci a basso prezzo da parte di chi abbiamo escluso con sanzioni idiote etc etc … Tutto questo ci dice che gli Usa hanno fatto il loro tempo. Un pericolo esiste : la bestia ferita e morente diventa ancora più pericolosa.
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