SANREMO – Comunità su tutte le furie, Dargen zittito dalla Venier

(DI VINCENZO BISBIGLIA – ilfattoquotidiano.it) – Una valanga di fischi. È finita così, con il comunicato di “scuse” da parte dell’ad della Rai, Roberto Sergio, alle comunità ebraiche italiane e all’ambasciata israeliana in Italia, fatto leggere in diretta su Rai 1 alla conduttrice di Domenica In, Mara Venier, con il pubblico dell’Ariston che apre la contestazione e, probabilmente, la caccia al capro espiatorio.

Tutto è iniziato sabato sera con l’esibizione al Festival di Sanremo del cantante milanese Ghali Amdouni, in arte “Ghali”, figlio di tunisini. Prima di lasciare il palco, l’artista ha inscenato una gag con la sua mascotte “Rich Cholino” e lanciato l’appello “Stop al genocidio”. Un riferimento non dichiarato all’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza, avviata dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre. Il caso ha voluto che pochi minuti prima, durante l’esibizione del rapper Tedua a bordo della Costa Smeralda, tra il pubblico si erano già levati cartelli con lo stesso slogan e bandiere palestinesi. Apriti cielo.

La replica, durissima, è arrivata dall’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, che su X ha attaccato frontalmente il rapper: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Ghali, presente per contratto – come tutti gli altri colleghi in gara – a Domenica In ‘Speciale Sanremo’, ha replicato a tono: “Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia (l’ambasciatore, ndr) risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire”. Parole giunte proprio negli stessi minuti in cui l’ad Sergio diffondeva una dichiarazione alle agenzie di stampa: “La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”. Destinatari l’ambasciatore Bar e la presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. Imbarazzo su imbarazzo. Mara Venier, lasciata da sola a gestire una situazione esplosiva, è una corda di violino e finisce pure per zittire il rapper Dargen D’Amico (giudice di X Factor) che in riferimento alla sua canzone dice una cosa anche banale: “Se non proteggiamo i bambini c’è qualcosa che non va”. Non ci sono riferimenti a Gaza o alla guerra, ma Venier va in tilt e lo bacchetta: “Siamo qui per parlare di musica” e a microfono non spento implora: “Non mettetemi in difficoltà”.

Ma ormai la frittata è già bella che fatta. Anche perché le comunità ebraiche ce l’hanno più con la Rai che con i cantanti. “Mi sarei aspettata un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas”, dice proprio Di Segni, mentre il presidente della Comunità romana, Victor Fadlun, sperava in “uno spazio anche piccolo per dedicare un pensiero a Nir Forti”, il dj italo-israeliano di 29 anni ucciso da Hamas al Nova Music Festival. E al Fatto fonti vicine alla comunità romana aggiungono: “Nessuna azione legale, ma sarebbero bastati pochi secondi, per ricordare la strage del rave così da bilanciare le esternazioni personali dei cantanti”. Posizione identica a quella del deputato Pd, Piero Fassino: “È sconcertante che nessun l’abbia fatto”. A fine giornata la pezza “riparatoria” di Sergio, invocata da Maurizio Gasparri Il risultato? Fischi à gogo. E teste pronte a rotolare.