Un quinto dei cittadini ha paura che la protesta degli agricoltori finisca troppo presto e ci siano rincari. Cresce la preoccupazione sulla distribuzione e la qualità degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole

Sette italiani su dieci stanno con i trattori, il 20% ora teme l’aumento dei prezzi del cibo

(ALESSANDRA GHISLERI – lastampa.it) – Si è appena conclusa la “settimana santa” della musica italiana con la declamazione della canzone vincitrice del 74°festival di Sanremo. L’importante kermesse è riconosciuta come un evento culturalmente significativo che ha radici profonde nella storia e nella tradizione televisiva italiana (35.6%). Per 1 cittadino su 2 rappresenta ancora l’evento più importante per la musica italiana (47.6%). Un connubio di cultura e intrattenimento che oltre alla competizione musicale offre spazio per esibizioni artistiche, sketch comici e dibattiti su temi culturali e sociali. Questa combinazione lo rende proprio un evento –ancora- unico nel suo genere, capace di coinvolgere una vasta gamma di pubblico e, nelle ultime edizioni, anche i più giovani (44.4%). Come in tutte le rappresentazioni di ampio successo, esiste tuttavia una parte di pubblico che non riconosce gli sforzi e l’impegno per l’organizzazione della manifestazione percependo il festival al pari di un programma stagnante, superato e poco innovativo (44.9%) rispetto ad altri eventi musicali o spettacoli televisivi più avanguardisti. È comunque una piattaforma importante per artisti emergenti e consolidati per esibirsi e far conoscere il proprio lavoro al grande pubblico, senza contare che Sanremo ha contribuito a lanciare molte carriere musicali di successo nel corso degli anni. In questa settimana in cui tutto è parso sospendersi e allontanarsi compresi i conflitti, il richiamo del palco ligure è stato molto forte e, mantenendo viva la tradizione, è stato oggetto di diverse controversie politiche e sociali.

A partire dal treno “speciale” organizzato apposta per far viaggiare i dipendenti Rai da Roma a Sanremo per tutta la durata della rassegna, fino ad arrivare ai compensi degli ospiti non in gara. Il festival da sempre non è solo uno spettacolo musicale, ma riflette anche il clima politico e sociale del momento. I testi stessi delle canzoni e le performance degli artisti, trattando materia di attualità, stimolano dibattiti e riflessioni sulla nostra società che possono offrire, a loro volta, un cono di luce per spunti ritenuti interessanti o anche insignificanti e ridicoli come la toccante confessione di Giovanni Allevi o la discussione sulla performance imbarazzante di John Travolta. Un italiano su 2 (51.4%) ad esempio non condivide la scelta di affrontare queste questioni nel corso della manifestazione e tra loro spiccano i ragazzi tra i 18 e i 24 anni (76.3%) con il loro diniego. Sono coloro che appartengono alla generazione X (1965 – 1980) quelli che invece sentono maggiormente il desiderio di avere “altro” oltre alla musica insieme al 60.0% dell’elettorato del Partito Democratico e al 65.6% dei sostenitori di +Europa. L’evento continua ad essere non solo la piattaforma per l’espressione artistica, ma anche per la discussione pubblica su una vasta gamma di questioni rilevanti per la società italiana.

In questa ultima edizione la marcia dei trattori, circoscritta per alcuni come “riscatto agricolo”, ha trovato un buono spazio. La mobilitazione europea, partita da Germania e Francia è approdata in Italia con risvolti differenti seguendo l’onda della protesta. Quasi il 70.0% dei cittadini intervistati nel merito prima delle serate sanremesi, si è dichiarato a favore degli agricoltori che secondo le diverse anime presenti chiedono un intervento a loro sostegno. Le istanze sono multiple: dai sussidi ai prezzi all’ingrosso da rivedere, dalla carne sintetica alle farine di insetti e cavallette, per arrivare agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi passando per le specifiche del made in Italy sulle etichette, e tanto altro. Nel frattempo, la protesta –disorganica e scoordinata nel suo genere- ha attirato anche le riflessioni dei cittadini che iniziano a temere gli effetti sui costi degli alimenti (20.1%), sulla distribuzione e qualità del cibo che arriverà sulle nostre tavole (12.0%), insieme alle possibili conseguenze delle politiche ambientali legate alla transazione ecologica decise dall’Europa (15.5%). Sul fronte politico il 12.1% sostiene che si avranno delle nuove indicazioni su quello che potrà essere l‘esito delle prossime elezioni europee, sull’immagine del Governo (3.9%) e sulla nascita di nuovi movimenti politici. In tutto questo un cittadino su 5 (18.5%) è convinto che la protesta si sgonfierà presto. La gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza preoccupa quasi un cittadino su 2, ma il comportamento degli agricoltori e degli allevatori non ha infastidito -fino ad oggi- la netta maggioranza del Paese.

Anche i sondaggi realizzati in Germania e Francia evidenziano conclusioni simili al contesto italiano. In Germania le indagini condotte dal quotidiano Berliner Zeitung e da INSA hanno evidenziato che i cittadini tedeschi giustificano le proteste rivelando che esiste una grande insoddisfazione nell’operato del Governo; mentre per il 37.0% dei francesi gli agricoltori hanno vinto il confronto con l’Esecutivo raccogliendo la fiducia di un cittadino su 2. Le sollecitazioni legate alla vita politica e sociale del nostro Paese hanno sempre trovato terreno fertile nell’arena sanremese delle canzoni. La politica dal canto suo ha sempre avuto un ruolo attraverso i testi delle canzoni presentate, le performances degli artisti, la presenza di figure politiche e le discussioni tematiche durante l’evento. È proprio questa rilevanza e la complessità dell’intera rassegna ad essere attrattiva come spazio ed espressione artistica e riflessione sociale nel raccontarci il Paese così com‘è.