Si parla di una candidatura al nord est. a marzo esce il libro

(DI WA.MA. – ilfattoquotidiano.it) – Una madre, Daniela Di Maggio, in lista con Fratelli d’Italia, un padre, Gino Cecchettin (forse) in lista con il Pd. In mezzo c’è, da una parte, il palco di Sanremo, da un’altra un libro in arrivo.
Dopo essere andata all’Ariston a parlare della morte di suo figlio, Giogiò Cutolo, il giovane musicista napoletano ucciso per strada, in seguito a una lite per un parcheggio, la Di Maggio si è detta disponibile a candidarsi alle Europee, per portare avanti le ragioni del Sud (e quelle dei minori). Della corsa di Cecchettin, viceversa, si parla da novembre. Da quando, dopo il femminicidio di Giulia, lui si è trasformato in una sorta di figura simbolo, con una serie di discorsi pubblici (tra i quali quello al funerale di sua figlia), interviste e pure comparsate televisive. Nell’ondata emotiva che ha accompagnato i fatti, è diventato una sorta di emblema non solo della tragedia, ma pure della possibilità di superarla, della speranza in un cambiamento sociale. Con un attivismo continuo che a molti è sembrato eccessivo e che gli ha attirato anche odio e critiche. In nuce, è già un personaggio politico. all’epoca aveva annunciato un suo “impegno civico”. Smentendo, però, l’idea di una candidatura. Ora le Europee si avvicinano e le voci ricominciano, sempre più insistenti. Il 5 marzo, per Rizzoli, esce il suo libro, scritto con Marco Franzoso, Cara Giulia. Quello che ho imparato da te. Scritto in forma di lettera alla 22enne, in realtà il libro è però esplicitamente rivolto pure ad altri genitori e alle istituzioni. Insomma, una traccia politica è più che evidente. Non solo. Cecchettin si è rivolto anche ai servizi di un’agenzia londinese di marketing per autori e attori, la Andrew Nurnberg. Tutte scelte nella direzione di un impegno pubblico che intende portare avanti.
Per lui, si parla di un posto in lista nel Nord Est. La stessa circoscrizione dove dovrebbe candidarsi Stefano Bonaccini, che peraltro non ha ancora sciolto la riserva: aveva dato come dead line per farlo, la fine di gennaio. Ma ancora non si esprime: spera ancora che alla fine Giorgia Meloni si decida a togliere il veto al terzo mandato per i Presidenti di Regione, che resterebbe la sua priorità. E chi lo sa che alla fine la candidatura di Cecchettin non finirebbe per danneggiare proprio Bonaccini, nella scelta delle preferenze da parte degli elettori. Perché la corsa sarebbe sostenuta non solo dalle ragioni contro la violenza sulle donne, ma anche dal fatto che ormai è una sorta di icona.
CECCHETTIN: AVVOCATI, ‘PADRE DI GIULIA NON SI CANDIDERÀ, NOTIZIA INFONDATA E FALSA’
(Adnkronos) – “Il signor Gino Cecchettin, nostro tramite, rappresenta che le notizie secondo le quali lo stesso sarebbe in procinto di candidarsi o di essere candidato alle elezioni europee con il Partito Democratico sono prive di fondamento e quindi false”. Lo fanno sapere gli avvocati Nicodemo Gentile e Stefano Tigani.
“Lo stesso si dice molto contrariato dall’accaduto; oltretutto, tale notizia sta generando numerosi commenti diffamatori e inaccettabili. Il nostro assistito non può accettare che passi il messaggio, appunto falso, secondo cui lo stesso approfitti della tragedia che ha colpito la propria famiglia per trarne notorietà, utilità o qualche posto di rilievo, pertanto lo stesso valuterà eventuali azioni a tutela della propria persona”.
Non poteva che finire nel “partito” più schifoso dal 1861 a oggi.
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Povera Giulia
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La tristezza mi pervade…..mi sento vittima di un grande esperimento da laboratorio MKUltra….ma proprio non riesco a piegarmi a questa ennesima crociata anti-sistema del sistema. Politica e stampa stanno provando a trasformare un omicidio in un sacrificio rituale che abbia scopo istruttivo, senza però il rischio (scongiurato per principio) di mettere in discussione i modelli maschilisti, patriarcali e paternalistici.
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Sempre più in bilico il mio voto per M5S. Se il PD sposa certe cause farsa che per ingraziarsi le persone deboli di mente teledipendenti ottuse, allora mi aspetto da chi voto di stare ben lontano da costoro. Noi abbiamo il dovere di illuminare la strada, non di seguire quella sbagliata degli altri.
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