UNGHERIA: ROBERTO SALIS, ‘NEGATI DOMICILIARI PER ILARIA IN AMBASCIATA, A MARÒ VENNERO CONCESSI’

(Adnkronos) – “Cosa immagino per Ilaria? Di dover continuare a fare da solo quello che riesco, non avendo il supporto che ci vorrebbe. Abbiamo chiesto anche la possibilità di trovare una soluzione di domiciliari in ambasciata, ci è stato detto che non si può fare. Gli ho risposto: ‘Per i marò?’. Mi hanno detto che quelli non sono cittadini ma funzionari dello Stato. Per i funzionari una soluzione si trova, i cittadini si devono arrangiare”. Lo ha detto Roberto Salis, padre di Ilaria, ospite a ‘Prima di domani’ su Rete 4.
ROBERTO SALIS,’DA GOVERNO SOLO NO E ILARIA STA IN CELLA’

(Lorenzo Attianese per l’ANSA) – Ilaria “resterà in cella ad oltranza” in Ungheria, forse fino alla fine del processo. Dopo giorni di moderato ottimismo, per Roberto Salis, il padre della 39enne antifascista, gli incontri a Roma con i ministri Tajani e Nordio si chiudono con un carico di delusione che non aveva immaginato.
“Non possiamo interferire nel procedimento e nello status di libertà dell’indagato”, sono le considerazioni dei ministri di Esteri e Giustizia, dunque nessuna esplicita richiesta sarà avanzata da parte del governo per i domiciliari – come invocato dagli avvocati dell’insegnante milanese – né in Italia, né in ambasciata a Budapest.
Così come non sarà prodotta alcuna nota che fornisca garanzie sull’applicazione delle misure cautelari nel nostro Paese: “un’interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile”, spiega Nordio. Tre ‘no’ che però si aggiungono al pressing dei rappresentanti di governo sull’avvocato ungherese di Salis, affinché chieda i domiciliari in Ungheria, “condizione indispensabile per attivare la decisione quadro Ue del 2009” e quindi l’eventuale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia.
“È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa migliorare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli. Quanto che abbiamo chiesto ci è stato negato. Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi”, ha sbottato amaro Roberto Salis assieme all’avvocato davanti all’uscio del ministero della Giustizia in via Arenula, subito dopo l’incontro con il Guardasigilli.
Poco prima il papà di Ilaria con il legale Eugenio Losco aveva già incontrato “in maniera riservata” il titolare della Farnesina: un colloquio definito “privato e cordiale” da Tajani, il quale in seguito aveva aggiunto con i giornalisti: “Quello che fa l’Italia sulla vicenda “è noto e non c’è nulla da aggiungere, continuiamo a impegnarci affinché possa essere rispettata la normativa comunitaria in materia di diritti dei detenuti”.
Nel frattempo lo stesso dibattito sul caso si stava discutendo in plenaria al Parlamento europeo con esiti che lasciavano intendere ancora spiragli, almeno nelle parole della commissaria Ue per i Servizi finanziari, per la quale “la misura di una detenzione alternativa, compresa quella dei domiciliari, sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue”, ha detto Mairead McGuinness, sottolineando che “la Commissione è a disposizione per aiutare a trovare una soluzione sostenibile”.
Ma alla fine dei due incontri Roberto Salis ha tirato le fila di una giornata per lui sconfortante: “Lo Stato italiano non intende fare nulla, dipenderà tutto dal giudice ungherese, e ritiene di non voler fornire dei documenti che avevamo chiesto per agevolare il lavoro dei nostri avvocati, perché dicono che sarebbe irrituale e che possa creare dei precedenti.
Sulla nota che avrebbe fornito garanzie sull’applicazione delle misure per i domiciliari in Italia, ritengono che dallo Stato italiano sarebbe mostrata come una excusatio non petita. Mi dicono che ci sono 2.500 italiani in queste situazioni e che – ha proseguito – non si può fare un’azione preferenziale nei confronti di nessuno.
Ma se lasciamo tutti lì siamo uno Stato che difende i cittadini? Ricordiamoci che mia figlia è stata torturata senza carta igienica e senza sapone, e non è uscita neanche una nota di protesta dal nostro ministero degli Esteri. Mi sembra che ci sia un totale scollamento nel funzionamento dello Stato, non vedo fluidità delle informazioni e questo a scapito di persone come mia figlia”.
Restano due alternative, con tempi più lunghi, di fronte ai legali di Ilaria: ripartire con una richiesta dei domiciliari a Budapest per la loro assistita, in vista delle applicazioni delle norme europee in seguito – come prospettato in primis da Nordio all’incontro – oppure valutare il ricorso alla corte di Strasburgo, come avevano già annunciato. “Dovremo cercare noi di fare qualcosa – ha spiegato il papà – Ora ci sarà carcere a oltranza fino a quando il giudice ungherese avrà finito il processo o ci sarà un’altra situazione. Ma in quel carcere lì si può anche morire”.
Quando è stata arrestata per droga in Arabia un”altra Ilaria (De Rosa ), figlia di un ufficiale della NATO, subito definita dai media brava, bella e buona, la Farnesina inviò immediatamente il proprio console nelle carceri saudite per verificare le condizioni della ragazza a cui fu subito offerta anche l’assistenza legale. Anche lei si proclamava innocente e il ministro degli esteri si attivò in prima persona per riportarla a casa. Come mai i diplomatici italiani si sono mossi solamente dopo l’esposizione in ceppi della Salis?
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domanda retorica
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Non era Hurbano immischiarsi
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La Ilaria è DICHIARATAMENTE ANTIFASCISTA E ANTINAZISTA e deve marcire in carcere. Così impara a rompere i cogli0ni ai grandi.
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Caro Adriano,
non riesco ad indignarmi più di tanto per questa storia.
Il punto è: tutti i detenuti in Ungheria sono trattati così, la battaglia di civiltà per me si ferma quando paghiamo questo signore miliardi di euro e ce lo teniamo in Europa. E non è certo la Meloni che lo ha fatto entrare. Inoltre la sedicente sinistra che cavalca questo caso, con giornaloni al seguito, mi sa di solita vacua battaglia per i diritti che usano lorsignori, di tanto in tanto, per ricordarci che esistono. Battaglie serie non pervenute!
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Perdonami, ma gli ungheresi si sono scelti Orban…..anche noi purtroppo ci siamo scelti la Meloni, o meglio alcuni italiani si sono scelti la Meloni, ed il retro pensiero, neppure poi tanto retro, del governo, della maggioranza e degli elettori che li hanno scelti e voluti, è che la Salis meriti di marcire nelle carceri ungheresi perché è antifascista ed antinazista……se potessero applicherebbero lo stesso tipo di giustizia ed inciviltà anche in Italia, esclusivamente riservata a quelli come lei! L’ immobilismo ed il disinteresse del governo sul suo destino non ha impedimenti formali, ma ideologici e questa è la realtà dei fatti, palese ed evidente dalle dichiarazioni senza alcuna vergogna degli esponenti di maggioranza e scribacchìni al seguito! Il caso in questione è molto più grave e pericoloso perché rivela quel retro che dovrebbe indignare e spingere ad una reazione, prima di subire anche in Italia quello che la Salis sta subendo in Ungheria per le sue posizioni politiche!
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Non so, ma credo che in Ungheria siano tutti trattati come la Salis, e Orban non lo hanno solo scelto gli ungheresi, ma anche gli stati della democraticissima Europa.
Io mi indigno per la loro idea di giustizia (non solo quella politica), ma questa indignazione dovrebbe essere a monte e tale da non far ammettere al nostro consesso di civiltà quell’energumeno né il suo popolo. Invece noi (intesi come Europa) lui lo vogliamo perché ci fa comodo. Poi figurati per me poche gli e ne ha date di mazzate ai nazisti che in quel paese, vorrei ricordare, hanno diritto ad un giorno dell’onore.
Comunque grazie, io sono perplessa da questa storia, non so bene che pensare, proprio per questo voglio capire le ragioni per cui il caso è così sentito da tanti.
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Cara Paola, concordo con quanto scritto da Alessandra.
Io mi indigno per il caso Salis perchè se fosse stata arrestata in Russia, si sarebbero strappati le vesti o lo sciopero della fame pur di riportarla indietro. Questa ragazza ha rischiato di suo (non so di quanto cosciente dei rischi), il governo ungherese e italiano l’hanno presa a simbolo per tutti gli anti (oramai è chiaro). Per loro è vincere facile, i due governi sono complici e vendicativi sulla pelle di una persona completamente alla loro mercè. Non c’entra niente che i carcerati ungheresi sono tutti trattati così. Per il resto la sinistra pensa ai suoi affarucci di bottega, come ha fatto dalla morte dell’ultimo politico di sinistra, 40 anni fa. L’unica persona seria in tutto questo è il padre.
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” se fosse stata arrestata in Russia, si sarebbero strappati le vesti o lo sciopero della fame pur di riportarla indietro”
veroooooooooooooooooooooooooooo
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Se decidessi di manifestare la mia avversione verso i nazisti,andrei in Ucraina, nel Donbass a combatterli e non mi lamenterei del vitto, dell’ alloggio e di conseguenze molto meno felici.
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In Italia abbiamo già combattuto fascisti e nazisti, e qualcuno ha pagato con la vita…..il problema è che lo abbiamo dimenticato ed abbiamo permesso agli eredi di quella stagione buia di tornare al potere…..i fascisti li abbiamo in casa e sarebbe opportuno prenderne atto, manifestando magari la nostra avversione, se ne è rimasta…….Almeno la Salis ha avuto il coraggio delle proprie scelte, sempre meglio dell’ indifferenza , del mero disinteresse o della collusione….
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Alessandro Limido leader della formazione neonazista Do-Ra “ stravedo per le SS”……a Varese, in Italia, non nel Donbass in Ucraina……..qualcuno ha mostrato avversione, indignazione, condanna? No! Ha avuto l’ onore di essere intervistato……non menato!
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‘Per i marò?’. Mi hanno detto che quelli non sono cittadini ma funzionari dello Stato. Per i funzionari una soluzione si trova, i cittadini si devono arrangiare”.
Quelli che hanno risposto al babbo della Salis evidentemente pensano che essere funzionari sia un PRIVILEGIO e non un PESO da portare, evidentemente.
Certo che adesso dovremmo ricordarci anche di Gino CECCHETTIN, quanto l’hanno coccolato i media. Ma la figlia era una battaglia da portare avanti contro i ‘maski patriarcali’ mica contro un alleato di governo.
Tutto così disgustoso.
E non dimentichiamoci nemmeno gli interventi a gamba tesa della Clinton nel caso Meredith. Tra l’altro, aveva anche ragione visto come hanno condotto le indagini e chi hanno accusato e perché.
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