La sola impresa a finanziarla è quella di Zan. Con soldi però ricevuti dallo Stato. Il Pd è ancora il partito con più militanti e anche per questo motivo è in cima alla classifica degli incassi del 2 per mille Irpef. Ma quasi nessuna impresa ha scelto di contribuire al partito nell’ultimo anno

(di Franco Bechis – open.online) – A mettere mano al portafoglio per dare una mano finanziaria ad Elly Schlein e al Pd di cui è diventata segretaria sono stati nell’ultimo anno solo i militanti oltre agli eletti che non hanno possibilità di scelta: una quota della indennità per la carica loro spettante va versata ogni mese nelle casse del partito (per i parlamentari circa 1.500 euro al mese). Il Pd è ancora il partito con più militanti e anche per questo motivo è in cima alla classifica degli incassi del 2 per mille Irpef, finanziamento pubblico la cui destinazione si basa sulle scelte dei contribuenti: ha incassato ora 8,1 milioni di euro a questo titolo.
Elly la meno scelta nelle donazioni di imprenditori e imprese
Quasi nessuna impresa o imprenditore disposto a finanziare la politica ha però scelto il Pd nell’ultimo anno: il partito della Schlein è infatti ultimissimo nella classifica dei partiti oggi presenti nel Parlamento italiano per contributi finanziari ricevuti dai privati, nettamente alle spalle anche della formazione Noi con l’Italia di Maurizio Lupi. In dodici mesi, infatti, la Schlein è stata finanziata solo da una società e da un singolo imprenditore che sommati hanno donato al Partito democratico in tutto 45 mila euro secondo le dichiarazioni congiunte depositate alla tesoreria del Parlamento italiano. La classifica dei finanziamenti privati è un po’ la cartina al tornasole su come imprese e imprenditori italiani ritengono che un partito politico possa essere determinante nella formazione delle leggi e provvedimenti di loro interesse. A fare il pieno di questa parte di finanziamenti sono infatti storicamente i partiti al governo, ma anche quelli che si ritiene possano incidere dalle fila delle opposizioni. Fra i partiti più finanziati ci sono ad esempio Azione e Italia Viva, che sono all’opposizione.

L’unico a puntare sul Pd è stato Alessio Planeta, il re dei vini siciliani
Il solo imprenditore ad avere finanziato il Partito democratico nell’ultimo anno è stato il siciliano Alessio Planeta, che il 13 dicembre scorso ha versato un contributo di 22 mila euro. Planeta, Ceo delle Aziende agricole Planeta, è stato premiato nell’autunno scorso come “winemaker of the year”, prestigioso titolo conferito dalla rivista americana Wine Enthusiast che in passato era stato vinto solo tre volte da enologi italiani, fra cui Riccardo Cotarella, il più conosciuto di tutti avendo collaborato alla nascita dei vini italiani di Massimo D’Alema, Bruno Vespa e del cantante Sting. Planeta produce alcuni dei vini più famosi di Sicilia, e non era noto per occuparsi di politica, anche se la moglie Gea Schirò fu eletta in Parlamento nelle fila di Scelta Civica scegliendo durante quella legislatura di passare al gruppo del Pd allora guidato da Matteo Renzi.

Solo una società nell’elenco: la Be Proud srl. Ma è di Alessandro Zan
La società che nell’ultimo ha versato in quattro diversi finanziamenti al Partito democratico in tutto 23 mila euro è la Be Proud srl di Padova. Pur essendo un pizzico più consistente del contributo di Planeta, quello della Be Proud non ha lo stesso valore: la società infatti è posseduta al 52% dal deputato del Pd, Alessandro Zan, che ne è anche l’amministratore che ha deciso e firmato quei quattro finanziamenti. Zan ha versato regolarmente la sua quota di indennità come tutti gli altri parlamentari, e in più ha aggiunto i finanziamenti della società che si occupa di organizzazione di eventi. Nel 2022 la Be Proud era stata un po’ più generosa, finanziando in quattro tranche 33 mila euro versati però tutti solo nelle casse della federazione provinciale del Pd di Padova.

Prima di finanziare il Pd Be Proud ha ricevuto 229.610 euro di aiuti di Stato
La Be Proud essendo specializzata in organizzazione di eventi ha risentito come molte società del settore delle restrizioni ai movimenti e alla circolazione delle persone per il Covid anche se come spiega lo stesso Zan nella relazione al bilancio 2022 non è stata colpita dalla crisi derivante dalla guerra della Russia in Ucraina, non avendo rapporti economici con nessuno dei due paesi. I bilanci però sono andati in crisi tanto è che la società secondo quanto risulta dal registro nazionale degli aiuti di Stato ha dovuto ricorrere per 9 volte fra la fine del 2020 e il gennaio 2024 (l’ultimo il 19 gennaio scorso) ad aiuti pubblici richiesti allo Stato e alla Regione Veneto perché la società era in crisi (l’ultimo bilancio noto si è chiuso in perdita nonostante questo). Complessivamente i fondi pubblici ricevuti a titolo di ristoro o di rimedio a grave turbamento dell’economia o di sconto sull’Irap da pagare sono ammontati a 229.610,25 euro. Oltre a questi c’è stata la garanzia dello Stato prevista dalle leggi speciali sul Covid per finanziamenti ricevuti dal Mediocredito centrale. Anche se tutto è stato fatto in trasparenza, in queste condizioni non sembrava proprio la società ideale per finanziare un partito politico.
l partito della Schlein è infatti ultimissimo nella classifica dei partiti oggi presenti nel Parlamento italiano per contributi finanziari ricevuti dai privati”
Per una volta, su questo singolo punto non mi pare ci sia da criticarli.
Si vede che le potentissime lobby non li ritengono più così potenti, hanno altri referenti.
Cioè, rendiamoci conto i primi in questa classifica tanto importante per Bechis (quello che “chi è che non ha un patrimonio immobiliare di almeno un milione di euro?”) sono Ollio e Ollio.
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Propongo a questo paese che al posto dell’inno di Mameli ci sia quello di Tafazzi, sarebbe molto piu coerente con la maggioranza degli “italiani”.
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Quindi pensa te che fenomeni di intelligenza allo stato brado, questi “militanti_del_PD”. Proprio dei geni incompresi pieni di soldi da buttare. Che filosofi radical chic, aò! Ennàmo! 💪🏼
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L’errore esiziale di Schlein è quello di sentirsi segretaria pd: avrebbe dovuto impersonare il ruolo “pro tempore”, e rendere immediatamente evidenti i mali del partito, primo fra tutti una vecchia e incapace classe dirigente. Servivano colpi di mano istantanei. Ha vinto grazie al voto degli elettori, che sono il vero patrimonio di un partito, ma le danze sono condotte dagli eletti e dai maggiorenti, cioè dalle correnti interne al pd. Il primo errore è stato nominare bonaccini presidente, per dare segnale di inclusività: l’ecumenismo non paga nel pd. Le conseguenze sono drammaticamente visibili: incedere traballante, sì-no-forse, vacuità nelle esternazioni ecc.
E branchi di iene che stanno stringendosi a cerchio perché hanno capito che la preda è sola e indebolita: dove sono i supporters tipo orlando, boccia, cuperlo, bettini ecc??
Nel pd non serve un segretario, ma un “heads hunter”. Operazione difficile, si potrebbe obiettare, dato che il pd è luogo di residenza di tante anime diverse; vero, ma il risultato è un girone infernale che brucia segretari come fuscelli.
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Confermato che a finanziare il partito fascio mafioso della destra sono le lobby che godono dei privilegi agli evasori della stessa .Invece i cittadini tartassati da detto governo finanziano il Pd,per liberarsi dalla tenaglia della destra
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