Nuovo attacco di Meloni a Repubblica, la velina di Palazzo Chigi ai parlamentari di FdI: “Il giornale ci fa la guerra, non è libero”. Il Mattinale, il dispaccio che ogni giorno dà la linea al partito, dedica un intero capitolo al quotidiano: “Impegnato contro il governo per fare l’interesse dell’editore”

(di Tommaso Ciriaco – repubblica.it) – “La Repubblica, invece di informarsi e dare notizie, preferisce dedicare il proprio tempo e le proprie energie a cercare di attaccare il governo e Fratelli d’Italia”. Anche oggi, Palazzo Chigi conferma con una nota interna che la battaglia contro Repubblica è una sua priorità. L’accusa è contenuta stamane nel mattinale “Ore 11”, il dispaccio sacro del melonismo. Si tratta del testo diffuso ogni giorno per indicare slogan e posizioni a cui parlamentari e ministri di Fratelli d’Italia dovranno poi severamente attenersi. Secondo il regista della propaganda meloniana, Repubblica e i suoi giornalisti non svolgerebbero il proprio lavoro in modo libero, condizionati dagli interessi di chi detiene il gruppo Gedi, che edita questo giornale. Un teorema ancora più grave perché viene messo nero su bianco in un lungo capitolo di oltre trenta righe, scritte da uomini del partito e di Palazzo Chigi sotto la rigida supervisione di Giovanbattista Fazzolari. La velina è dunque diretta espressione di Giorgia Meloni e serve a fissare un posizionamento che non resta mai confinato ai piani alti dell’esecutivo. E che coincide spesso con la linea editoriale dei giornali di destra del gruppo Angelucci.
Ma torniamo al testo. I toni scelti sono difficilmente rintracciabili in altre democrazie avanzate, dove è raro che l’esecutivo porti avanti una campagna contro un giornale. Affondi quotidiani, culminati nell’attacco di tre giorni fa di Meloni contro Stellantis, la proprietà del nostro giornale. Concetti ripresi oggi da “Ore 11”, lungamente. Prima in un passaggio in cui si sostiene che “Repubblica prosegue con una battaglia del tutto “personale” contro l’Esecutivo e sull’emendamento Costa”, la legge bavaglio che mira a limitare la pubblicazione delle ordinanze. Poi con un intero capitolo dedicato al nostro giornale, sotto la scritta: “Questa mattina il dibattito è su:”.
Già il titolo condensa il senso della posizione di Palazzo Chigi e della premier. “Repubblica per coprire l’interesse dell’editore scopre la guerra con il governo”. Il testo, poi, è ancora più aggressivo. “La Repubblica – si legge – torna ad attaccare Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, collezionando un’altra clamorosa figuraccia. La prima è stata la replica del direttore Molinari al presidente Meloni che, nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, aveva fatto notare quanto fosse grottesco che il giornale di proprietà della famiglia Elkann la attaccasse titolando a tutta pagina: “Italia in vendita”. Da che pulpito!”. Quindi prosegue: “Già in quella occasione Molinari ha replicato dicendo che Meloni non aveva smentito la notizia data da Repubblica secondo la quale il Governo vorrebbe fare privatizzazioni per 20 miliardi in 3 anni. Oggi il quotidiano del gruppo Gedi torna a ribadire il concetto in un articolo nel quale viene anche descritta una presunta strategia di FdI contro la stampa – ‘La notizia delle privatizzazioni allo studio del governo però non è mai stata smentita dalla premier (dunque era vera)’ -. Quindi ci sarebbe una riottosità di Meloni e FdI a replicare allo scoop di Repubblica sulle privatizzazioni. Peccato che la clamorosa notizia che il governo intende fare privatizzazioni per 20 miliardi in 3 anni, sia scritto nero su bianco nella Nadef, approvata in Consiglio dei Ministri, votata in parlamento e pubblicata su tutti i canali ufficiali ed istituzionali a disposizione”. Un attacco che conferma una volta di più la veridicità di quanto scritto dal giornale. E che segnala il nervosismo di Palazzo Chigi su un dossier – quello delle privatizzazioni – scomodo per una destra che si professa nazionalista e sovranista.
Ma il mattinale insiste, insinuando che Repubblica non agisca in modo libero: “Questo ennesimo scivolone dimostra come spesso La Repubblica, invece di informarsi e dare notizie, preferisca dedicare il proprio tempo e le proprie energie a cercare di attaccare il Governo e FdI”. E per rafforzare il concetto – in un crescendo dedicato non a un dossier internazionale o ad uno snodo politico, ma al lavoro di un quotidiano – aggiunge un’ulteriore postilla titolata “spunti”: “E’ imbarazzante la faccia tosta del quotidiano del gruppo Gedi e della sinistra: per decenni hanno attaccato importanti organi di informazione come Mediaset, Il Giornale, Panorama ecc., dipingendoli come inattendibili solo perché di proprietà della famiglia Berlusconi”. Un parallelo che confligge con una realtà indiscutibile: il Cavaliere era editore, ma anche presidente del Consiglio e leader della prima forza politica del Paese. In ogni caso, la velina così prosegue: “Oggi invece, di colpo, si scandalizzano se qualcuno ricorda a chi corrisponde la proprietà di Repubblica, facendo notare come il quotidiano tratti con i guanti di velluto tutto ciò che riguarda gli interessi del proprio editore. Che poi il problema del collegamento con l’editore non ce lo siamo inventato di certo noi, ma lo hanno evidenziato gli stessi giornalisti di Repubblica. L’estate scorsa infatti hanno denunciato la mancata pubblicazione da parte della direzione della nota con cui prendevano le distanze dai “contenuti classisti” del discusso corsivo con cui Alain Elkann, padre dell’editore, dava dei “lanzichenecchi” ai giovani incontrati sul treno per Foggia”. La conclusione è un ennesimo atto ostile verso il lavoro e la libertà del giornale: “Ci risiamo: è il solito doppiopesismo della sinistra”.
Solidarietà a Repubblica è stata espressa dalla segretaria del Pd, Elly Schlein: “Anziché occuparsi di attaccare la stampa, come sta facendo in questi giorni con Repubblica a cui va la mia solidarietà, Giorgia Meloni dovrebbe occuparsi dei temi concreti del Paese. Noi continueremo a insistere sulla sanità pubblica, perché non c’è un giorno in cui siamo in giro nei territori e la prima preoccupazione che ci consegnano è questa”.
Repubblica e FdI, gruppo Gedi e il governo. Il PD. Uno piú ridicolo dell’altro.
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Io credo che la intensità di questo scontro/pantomima sia reale per 1/10 del totale: dovrei veramente pensare che il governo attuale sia interessato alla posizione di un giornale “avverso” al punto tale da creare un simile polverone pur avendo dalla sua parte buona parte del sistema mediatico (pubblico e privato)?
Ma per carità! È un giochino che serve a polarizzare due campi sulle pu**anate ideologiche nostrane, perché in parecchi altri settori vanno di comune accordo.
È tutto finto.
I maggiori gruppi editoriali hanno un solo desiderio, cioè che questo governo duri, perché soddisfa di gran lunga il requisito fondamentale: è sdraiato ai piedi di Washington.
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