DI NUOVO IN PIAZZA – “Col referendum sul premierato la gente si farà sentire come con B.”

(DI ANTONELLO CAPORALE – ilfattoquotidiano.it) – “In politica esiste un tempo di immunizzazione, un periodo in cui si formano gli anticorpi verso il potere che deborda”.

I girotondi resusciteranno, parola di Roberto Zaccaria.

La piazza si ritroverà, si riprenderà lo spazio appena sarà chiamata a dire la sua. Esiste un orologio politico indiscutibile: la campagna per il referendum per annullare la revisione costituzionale decisa da Giorgia Meloni.

Lei profetizza una bocciatura?

Non ho dubbi. Faccia passare quest’anno, le elezioni europee, quel che di prevedibile accadrà.

Di prevedibile è la super vittoria di Giorgia.

Anche Berlusconi nel 2001 dilagò. L’Italia conobbe il tycoon e sembrò prona ai suoi piedi, destinata a perire nell’abbraccio mortale, a consumare ogni sua dignità. E invece già nel 2004 arrivarono i primi insuccessi del centrodestra alle regionali, nel 2006 l’Ulivo vinse.

Però al tempo del signor B. la società civile fu più pronta, reattiva, coesa.

Lo dice a me? Lasciai la Rai da presidente il 5 febbraio del 2002 e il 23 dello stesso mese partecipai all’incontro del Palavobis a Milano organizzato da Paolo Flores. Ricorda? Ci fu tanta gente che fummo costretti a duplicare gli interventi. Mi ritrovai con Di Pietro a comiziare davanti alla folla che non era riuscita ad entrare. Il Corriere della Sera ci definì “i cattivi maestri”. Quell’evento aprì invece la stagione dell’impegno civile più lucente di questo ventennio.

Adesso le piazze sono vuote, ed esiste un’astenia diffusa, l’odore soporifero di un nuovo conformismo.

Esiste il tempo di immunizzazione. Come col Covid, adesso è in corso la vaccinazione. Stiamo prendendo coscienza della cifra culturale e politica della destra di governo, la modestia e anche l’arroganza, la voglia di prendersi tutto, questa fame che fa sembrare l’esecutivo una compagine di insaziabili.

Gli insaziabili di palazzo Chigi.

La Costituzione dice all’articolo due che la nostra democrazia fonda le proprie articolazioni sulle comunità intermedie. Non bastano i partiti, esistono le associazioni dei cittadini. E non devono per forza essere entità ciclopiche.

Perché vi chiamaste “girotondi”?

Perché bastavano poche decine di noi per accerchiare simbolicamente in un girotondo un palazzo del potere. Il simbolismo era efficace: legare la mia mano alla tua e soprattutto legare una decisione all’altra di quel governo.

Sommare le cattive pratiche del melonismo?

Cumulare le decisioni perniciose, mettere insieme quelle pericolose, legare le une alle altre: si inizia col rave, poi si passa agli immigrati, poi all’occupazione della Rai e agli altri editti contro giornali e giornalisti, ai nuovi bavagli, ai magistrati proposti nemici della democrazia, alla revisione costituzionale per dare al premier un nuovo e inedito potere, alla cosiddetta autonomia differenziata che dividerà l’Italia in due e per finire, stando però a un elenco ancora incompleto, con questa rivisitazione positiva del fascismo. L’adunata di Acca Larentia è inquietante.

Cumulando i provvedimenti cosa accade?

Che si giunge alla vetta concettuale del melonismo e si arriva alla consapevolezza di questo nuovo e moderno autoritarismo.

Da qui il tempo di immunizzazione per difendersi dal nuovo virus.

Il referendum sarà come una grande campagna vaccinale.

Ma oggi, diversamente dai tempi di Berlusconi, la disaffezione verso la politica raggiunge livelli così elevati che è quasi una minoranza a recarsi alle urne.

Non confonda gli astenuti con gli ignavi. Penso che sia gente pronta a farsi sentire ma bisogna dargliene motivo. E la presidente del Consiglio non smette di offrire nuove ragioni, dare nuove ansie, illustrare nuove urgenze.

Non è un deja vù?

No, è un nuovo fermento. Se invece vuole dirmi dei volti di ieri che si riproporrebbero anche domani beh credo proprio che non sarà così. Il tempo passa per tutti e tanti, io fra questi, hanno l’età e sperabilmente la testa per dare buoni consigli ma restare nelle retrovie. Altri avranno l’onore, e il futuro prossimo ci dirà chi.