
(Célestin de Séguier – liberation.fr) – Le immagini fecero il giro del mondo. Il 7 gennaio, centinaia di persone, per lo più giovani, hanno eseguito il saluto fascista, o “saluto romano”, a Roma, davanti all’ex sede del Movimento Sociale Italiano (MSI), un partito politico formato da sostenitori di Benito Mussolini (al potere dal 1922 al 1943) dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Le immagini di questo evento, a cui hanno partecipato militanti vicini all’ecosistema del Rassemblement National, membri della “GUD connection”, hanno sconvolto l’intera Europa e suscitato numerose reazioni.
La stampa transalpina ha rivelato la presenza di persone vicine al capo del governo italiano di estrema destra, Giorgia Meloni. In particolare, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli. Criticata aspramente dai suoi oppositori, la Presidente del Consiglio, cofondatrice del partito post-fascista Fratelli d’Italia, ha taciuto sulla manifestazione e sulle sue conseguenze legali.
La Corte Suprema, il più alto tribunale penale del Paese, si è riunita il 18 gennaio per decidere la sua posizione. Nella sua decisione, ha stabilito che la cerimonia di chiamata, in cui i partecipanti a una manifestazione fascista rispondono “presente”, e il “saluto romano” – il braccio teso – sono punibili per legge. Secondo i giudici, questi rituali sono “evocativi dei gesti tipici del partito fascista sciolto” dopo la Seconda guerra mondiale e rientrano nell’ambito dell’articolo 5 della legge Scelba del 1952, che vieta qualsiasi apologia del regime fascista.
Tuttavia, il testo specifica che il reato non si manifesta nel caso di una commemorazione e che è necessario provare che le persone che la realizzano abbiano l’obiettivo di far rivivere il Partito Nazionale Fascista. I giudici aggiungono che per punire tale comportamento è necessario “tenere conto del concreto pericolo di riorganizzazione del partito disciolto”, un ostacolo quasi insormontabile secondo gli esperti legali intervistati dall’AFP.
I giudici hanno anche ordinato un nuovo processo in appello per otto attivisti che hanno eseguito il “saluto romano” durante una cerimonia commemorativa nel 2016. Erano stati condannati in secondo grado. “In Italia non si puniscono le opinioni”, ha esultato Domenico Di Tullio, avvocato di uno degli imputati, citato dall’agenzia Ansa.
Che schifo 🤮
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“In Italia non si puniscono le opinioni”
Vuoi vedere che adesso puniranno la matematica?
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Ponzio Pilato, rispetto ai giudici della nostra Corte di Cassazione, era un grandissimo decisionista.
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“Il fascismo non è un’opinione: è un CRIMINE”
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Il bello è che gli stessi giornaloni e media di regime che alzano le spalle di fronte alle adunate con saluto romano, poi si lamentano della recrudescenza dell’antisemitismo.
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