“Te piace ’o presepe?” “No”, risponde invariabilmente Nennillo nel Natale in casa Cupiello. Mentre non ti rispondono proprio quelli di FdI quando gli chiedono se gli piace l’antifascismo.

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Te piace ’o presepe?” “No”, risponde invariabilmente Nennillo nel Natale in casa Cupiello. Mentre non ti rispondono proprio quelli di FdI quando gli chiedono se gli piace l’antifascismo. Con curiose variazioni sul tema tipo: “Non sviliamo queste occasioni con queste cose”, così replica stizzito il vicepresidente del Senato. Ohibò. Un Natale in casa La Russa a due passi dalla senatrice Liliana Segre, come se per Ignazio-Nennillo dichiararsi antifascista fosse un modo per “svilire con queste cose”. Ovvero la cerimonia presso il memoriale della Shoah di Milano. È che proprio non ce la fanno a pronunciare la parola (parolaccia?) proibita e i suoi derivati nel tormentoso tormentone a cui li sottopone la malvagia sinistra televisiva. Pur di non dirsi antifascisti s’irrigidiscono, deglutiscono, assumono la posizione yoga del piccione, si avventurano in ardite circonlocuzioni. I più colti citano il “male assoluto” come entità storico-filosofica risalente agli Assiri-Babilonesi. Come se l’Olocausto fosse tutta colpa di una specie aliena e le leggi razziali un malaugurato apostrofo nel Ventennio che fece cose buone. Proviamo a immaginare, così per gioco, che in un teatro dell’assurdo alla domanda sull’antifascismo, in piedi commosso davanti al Binario 21, dove stipavano gli ebrei nei treni per Auschwitz, Ignazio Benito Maria avesse risposto: “Sono convintamente antifascista e Mussolini è stato un complice di Hitler”. Onestamente qualcuno gli avrebbe creduto? A destra non lo avrebbero subito bollato come boia e traditore? E a sinistra non sarebbe stato definito opportunista e voltagabbana, con la segreta intenzione di vendersi per un piatto di lenticchie e una candidatura al Quirinale? Cos’è questa mania di raddrizzare le gambe ai cani (avrebbe detto Lui)? Che senso ha estorcere una professione di antifascismo in chi ha sempre teorizzato (e detto) che l’8 settembre fu la morte della Patria. E che in via Rasella è avvenuta la strage di un’innocua banda di musicanti? La Russa non ci smentirà se diciamo che per la maggior parte di costoro gli antifascisti erano considerati dei nemici. Come pretendere, ora che hanno vinto, che s’inchinino reverenti al nemico di allora? Si dirà: ma costoro hanno giurato sulla Costituzione repubblicana nata dalla lotta antifascista e ricoprono cariche nelle massime istituzioni. Vero, ma chiediamoci perché li hanno votati lo stesso.
pss, pss, Padella ma lo sai chi è la capa di FDI? il tuo “anti-fascista” Tessoro
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