(DI FEDERAZIONE NAZIONALE STAMPA ITALIANA – ilfattoquotidiano.it) – Il 19 dicembre la Camera ha approvato una modifica al Codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. Il testo, presentato da Enrico Costa (Azione), è stato votato da tutti, ad eccezione di 5S, Pd e Avs. Se anche il Senato dovesse approvare la norma, l’autonomia dei giornalisti sarebbe compressa. Saremmo costretti a essere meno precisi, analitici e verificabili nel racconto di un atto che è pubblico come la privazione della libertà personale, con il rischio di sapere molto poco fino all’udienza preliminare, diversi mesi o anni dopo il presunto reato. Ne sarebbero danneggiati tutti: i cittadini, i magistrati, i legali di parte e chi è sottoposto alla misura cautelare.

Dopo la riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza, la pdl Balboni sulla diffamazione che prevede ammende smisurate, la stretta di Nordio sulle intercettazioni, questo è l’ultimo tentativo di minare la corretta informazione e si aggiunge all’aumento del precariato giornalistico, alle centinaia di stati di crisi con i quali gli editori hanno depauperato le redazioni e al costante arretramento economico per un contratto ormai fermo da anni. Un giornalista libero non ha bavagli, ma che è anche sicuro del proprio futuro lavorativo.

Respingiamo con forza il sottinteso dietro questa norma. I giornalisti non sono “manettari”, ma contribuiscono a rendere viva la democrazia con il loro lavoro di controllo su ogni potere. E non agiamo nell’illegalità: siamo sottoposti a regole penali, civili e regolamentari/ordinistiche. Il testo approvato va al di là delle disposizioni Ue e viola l’art. 21 della Carta. Da qui la richiesta al presidente Mattarella di non firmare una legge con una norma di questo tipo. Siamo pronti a mobilitarci fino allo sciopero generale per rivendicare la dignità della nostra professione e il diritto di lettrici e lettori a una giusta e corretta informazione.