Il ministro Guido Crosetto stavolta tace, ma lo raccontano “incazzato nero”. Perché l’idea di un generale in servizio, che resta in servizio ma gira l’Italia per presentare il suo […]

(DI ALESSANDRO MANTOVANI – ilfattoquotidiano.it) – Il ministro Guido Crosetto stavolta tace, ma lo raccontano “incazzato nero”. Perché l’idea di un generale in servizio, che resta in servizio ma gira l’Italia per presentare il suo bestseller estivo (Il mondo al contrario, autoprodotto e poi ripubblicato da Il Cerchio) e intanto prepara un secondo libro, stavolta autobiografico, in vista di una sempre più probabile candidatura alle Europee con la Lega, fa pensare più al Sudamerica – nel senso deteriore del termine – che a una democrazia europea. Alla Difesa pensano che “l’attuale attività pubblica del generale Vannacci non ha più nulla a che fare con la semplice presentazione di un libro o con il dibattito culturale sulle sue idee, ma evidenzia l’intenzione di costruirsi un percorso politico fatto di prese di posizione che nulla hanno a che vedere con le leggi, gli ordinamenti e il decoro che ogni militare è tenuto a rispettare”.
Non è andato giù, a Crosetto, l’annuncio dell’uscita a marzo de La forza e il coraggio, anticipato ieri dal Fatto. “La notizia de Il Fatto non è assolutamente vera”, ha detto Vannacci ad affaritaliani.it, ripreso dall’Ansa. Ma la notizia del Fatto è in realtà di Piemme, il nuovo editore del generale, che ha inviato alle librerie un lancio di promozione del volume indicando l’uscita a marzo 2024, tre mesi prima del voto. Ufficialmente la candidatura non c’è ancora, Matteo Salvini l’ha offerta e Vannacci, oggi capo di Stato maggiore e cioè numero tre del Comando delle forze terrestri, dice che “ci sta pensando”. Con il Fatto il generale è più prudente: “Sono a buon punto, ma non so se esce a marzo”. Secondo Piemme, il libro racconterà “l’infanzia a Parigi, gli anni della formazione, il comando di uomini straordinari nei teatri operativi di tutto il mondo”.
Questi ultimi aspetti riguardano attività di servizio e per scriverne, secondo i regolamenti, i militari devono chiedere l’autorizzazione. Non l’ha ancora chiesta. “Farò tutto ciò che è necessario ”, assicura Vannacci al Fatto. Non l’aveva chiesta per il caso letterario dell’estate, il libro che attacca gay, figli di stranieri, femministe e ambientalisti: è in corso l’indagine disciplinare, Vannacci è accusato in sostanza di fare politica in divisa e vedremo come finirà. Le regole non sono così chiare. Ma forse il generale ha già vinto: checché ne pensi Crosetto, i suoi superiori non mostrano di voler entrare in conflitto con un ufficiale in cui si riconoscono gran parte dei militari e della destra italiana.
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