
(Giacomo Andreoli – Il Messaggero) – Continua inesorabile il trend della scomparsa delle edicole in Italia, ma il governo vuole provare a invertire la rotta rafforzando i bonus messi in campo finora e incentivando il modello delle consegne a casa di giornali e riviste.
Secondo un report di Unioncamere e InfoCamere oggi ci sono circa 13.500 punti vendita di giornali e periodici. A settembre 2019 erano oltre 16mila. Ne sono scomparsi per la precisione 2.700, di cui 2.327 erano imprese individuali. Si tratta di una perdita superiore al 16% (-18,6% considerando le ditte formate da una persona). Ma in alcune città c’è stato un vero e proprio crollo: a Isernia ha chiuso oltre un terzo delle edicole, Trieste ha registrato un calo del 31,1%, Ancona di oltre il 30%.
In valori assoluti, sono però i lettori di quotidiani soprattutto di Roma che devono fare i conti con la maggior diminuzione dei “giornalai”: in tutta la provincia ne sono rimasti 1.138, oltre 300 in meno rispetto a quattro anni fa (-21%).
Anche a Torino, però, la situazione è preoccupante. Si contano oggi 501 rivendite, 138 in meno rispetto a settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne ha perse 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole. In pratica, solo Bolzano e Sondrio, grazie a nuove aperture, vedono crescere questa tipologia di impresa.
Quanto alle Regioni, si va dal calo del 10,3% in Valle d’Aosta (-18,2% considerando le sole imprese individuali), alla riduzione del 30,4% in Molise (-34,7% per le ditte con una persona). Lombardia (-15,9%) e Lazio (-19,7%) sono nel mezzo. La riduzione dei punti vendita, fa notare il report, «non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, ma anche sotto il profilo della crescita della componente femminile nell’impresa».
Il mestiere dell’edicolante sembra infatti “piacere” alle donne: su 12mila imprese, oltre 4.400 sono femminili, più del 37%, contro il 22% delle imprese femminili negli altri settori. Discorso diverso per i giovani: solo il 5,9% delle edicole attive è in mano ad under 35, per un totale di 701 imprese, 528 in meno rispetto a quattro anni fa (-43%).
Si ripartirà quindi dal bonus per il 2023 (le cui domande però partiranno il prossimo 8 marzo), che per ora non è stato rinnovato con l’ultima legge di Bilancio, viste le difficoltà a far quadrare i conti. I punti vendita riceveranno un contributo una tantum fino a 2mila euro, che salirà a 3mila se si risiede in zone delle Aree interne del Paese. Il contributo, che potrebbe essere rinforzato nella prossima tranche, scatta con: aperture una domenica su due, la fornitura di riviste e pubblicazioni ad esercizi commerciali, le attivazioni di altri punti vendita o i progetti di consegna a domicilio.
Per quest’ultima opzione nei prossimi mesi potrebbero arrivare uno o più aiuti aggiuntivi ad hoc. Per l’anno appena passato, sempre nel limite del tetto di spesa del bonus una tantum (cioè di 4 milioni), c’è poi anche un contributo del 50% sulle spese sostenute per: alcune imposte e tasse, il Pos, le bollette elettriche e l’ammodernamento tecnologico. Con l’ultima Manovra, infine, anche in alcune edicole si potranno ritirare i contanti fino a 250 euro, facendo transitare la stessa somma sul Pos.
Adesso è peggio. Devi pagare per entrare in edicola per leggere i quotidiani on-line…dopo che hai già pagato l’abbonamento a internet
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Le edicole sono morte da tempo trasformate in bugigattoli gestiti da bangladini che vendono di tutto.Viva l’ italia.
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Comunque in ‘sti giorni la stampa sta facendo l’en-plein di banalità. Sta raccontando tutte cose che sappiamo già da tanto tempo. Per dire, che l’editoria fosse morta lo sanno anche i sassi, da anni e anni. Che senso ha ribadirlo ancora ‘na volta? Cos’è? Il buon proposito dell’anno nuovo di raccontar cose lapalissiane?
«Ma che è ‘sta cafonata?», cit.
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La colpa è l aiuto di stato all editoria, per garantire la pluralità di informazione , mentre i giornalisti sono solo schiavi dei vari editori! BAsta aiuti alle testate , che si mangiano i soldi per raccontarci le puttanate
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