NON SOLO POZZOLO – La “classe dirigente” del partito provoca continui disastri e imbarazzi. Grane in tutta Italia: saluti romani, commenti pro-Hitler, processi, leggi salva-corrotti, battute sessiste e persino bici rubate

(DI LORENZO GIARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Con una classe dirigente così, c’è da stare tranquilli. Gaffe, inchieste, scivoloni e molto altro compongono un mosaico sciagurato per Fratelli d’Italia, con “pagine gialle” dell’orrore in continuo aggiornamento.

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, spesso citato con Giovanni Donzelli, deputato e di lui coinquilino. In casa i rapporti dell’amministrazione penitenziaria hanno lo stesso livello di sicurezza della lista della spesa. Formidabile capacità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato (vedi Emanuele Pozzolo).

Antonio Cicchetti, ex sindaco di Rieti. Per lanciare la campagna del suo successore, Daniele Sinibaldi, ha arringato la folla: “Avanti! Boia chi molla!”.

Antonio Del Giudice, sindaco di Striano (Napoli). Oltre il cinepanettone, è stato condannato per aver rimosso dalla strada 5 bici di altrettanti maliani, portandole in Comune. “Puzzavano”, dice.

Antonio DI Vietri, già segretario FdI a Lavello (Potenza). Autobiografia in dolce stil novo: “Sono razzista, sono patriota, sono nazionalsocialista, sono fascista, sono nazista”.

Augusta Montaruli, deputata. Condannata a 1 anno e 6 mesi per l’uso improprio dei fondi in Piemonte.

Bartolomeo Amidei, senatore. Sensibile alle priorità del Paese, ha proposto una legge per consentire la caccia ai 16enni.

Bruno Cinque, consigliere a Spilimbergo (Pordenone). È andato al cinema a vedere Comandante con gli amici: metà vestiti da nazisti, metà da militari fascisti.

Calogero Pisano, deputato. Candidato ed eletto quando era in FdI, sui social definiva Hitler “un grande statista”. Sospeso dal partito, non è sfuggito ai talent scout di Noi Moderati.

Carlo Fidanza, eurodeputato. Ha appena patteggiato 1 anno e 4 mesi per corruzione. Viatico ideale per un altro mandato.

Carlotta Accomasso, consigliera a Asti. Ha aperto la sede di FdI a una raccolta di indumenti, giocattoli e pannolini per i bisognosi, purché di “famiglie italiane”.

Cesare Mevoli, consigliere a Brindisi. Definisce “storiella da streghe obese” il patriarcato e sa come stanare i killer: “I volti puliti, le sopracciglia curate, le spalline strette in camicette su misura, braccini sottili, manine intonse. Difetti di una complessa e femminilizzata personalità debole”.

Daniela Santanchè, ministra del Turismo. Ha aziende travolte da guai giudiziari, è stata silurata come coordinatrice lombarda di FdI e ha messo la firma sull’indimenticabile campagna Open to Meraviglia.

Elena Donazzan, assessore in Veneto. Ha intonato Faccetta nera alla radio. Del 25 aprile dice: “L’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso. Non è un valore”.

Emanuele Pozzolo, deputato. Profilo tarantiniano: pistolettata al cenone di Capodanno, ferito un povero disgraziato e nuovi guai per Delmastro, presente in loco. Giù la testa.

Fabio Rampelli, deputato. Vuole telefonare in Africa per convincere i migranti a non partire (“hanno parabole e telefoni”), oltreché vietare le parole inglesi nella Pa.

Federico Mollicone, deputato. Terrorizzato dalla propaganda gender, ha chiesto alla Rai di censurare una puntata di Peppa Pig. Ha le idee chiare: “In Italia le coppie omosessuali non sono legali”; “La maternità surrogata è più grave della pedofilia”.

Felicia Scaffidi, consigliera a Lissone (Monza). Incomprensibilmente accusata di omofobia, s’è difesa: “Non lo accetto. Ho più amici gay che normali e li tratto come persone normodotate”.

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura. Convinto che i poveri che “mangiano meglio dei ricchi” (certi manicaretti alla Caritas…) e intimorito dalla “sostituzione etnica”, ha dipinto la propria Cappella Sistina con la fermata ad personam a Ciampino del Frecciarossa Roma-Napoli.

Galeazzo Bignami, viceministro ai Trasporti. Famoso per una foto del 2005 con camicia nera e fascia delle SS. Memorabile la difesa che ne fece il collega Donzelli: “Anch’io una volta mi sono vestito da Minnie a Carnevale, vuol dire che sono Minnie?”.

Gimmi Cangiano, deputato. Per la sua campagna elettorale ha scelto uno slogan familiare: “Me ne frego”. Familiare ai fascisti.

Giuseppe Cannata, consigliere a Vercelli. Quando era in FdI, si espose con equilibrio: “Ammazzateli tutti ‘ste lesbiche, gay e pedofili”. Talento conteso, ora è in FI.

Giuseppe Massaro, consigliere a Moiano (Benevento). Sospeso dopo un post molto riflessivo: “Vuoi vedere che Hitler non aveva poi tanto torto…”.

Joe Formaggio, consigliere in Veneto. Animo da sceriffo e “fucile sotto al cuscino”, ogni tanto se ne esce con cose tipo: “La maggioranza dei veneti deve avere pelle bianca”; “Fosse per me ripartirebbero le crociate”; “A casa mia meglio i topi che un rom”.

Lavinia Mennuni, senatrice. Sostiene che essere madre deve essere “la prima aspirazione” delle donne e “la maternità deve essere cool”. Open to Maternity.

Marcello De Angelis, ex portavoce di Francesco Rocca. Già Msi, An e Pdl (ma non iscritto a FdI), Rocca lo ha messo a capo della comunicazione del Lazio, prima che De Angelis “scagionasse” Fioravanti e Mambro sulla strage di Bologna. Dopo giorni di resistenza, si è dovuto dimettere.

Marzio Giau, candidato in Friuli. Già eletto a Udine, nessuno si è accorto di alcune foto con saluti romani e poster delle SS.

Massimo Robella, consigliere di circoscrizione a Torino. Dopo l’elezione, ha esultato: “Grazie ai tanti camerati che hanno lavorato per farmi entrare”. Sarà un modo di dire.

Rachele Mussolini, consigliera a Roma. Nipote del Duce, anni fa scriveva: “Il 25 aprile festeggio solo San Marco”. Dirà di avere “sbagliato”, ma che pure noi l’abbiamo fraintesa: “Il mio ex marito si chiama Marco e ci siamo messi insieme il 25 aprile”.

Roberto Rosso, ex assessore in Piemonte. Pezzo grosso di FI e poi di FdI prima di finire a processo (ed essere espulso), Rosso è stato condannato a 4 anni e 4 mesi in secondo grado per voto di scambio politico mafioso.

Rocco Leone, consigliere in Basilicata. Parlando a un collega e riferendosi all’assessora Donatella Merra, fa sapere: “Le ho consigliato di fare gargarismi col pisello”. Oxford ringrazia.

Romano La Russa, assessore in Lombardia. Fratello di Ignazio, immortalato al funerale del cognato Alberto Stabilini mentre fa per due volte il saluto romano e risponde “presente” alla chiamata per il “camerata”.

Salvo Pogliese, senatore. Ha proposto di eliminare il divieto per i condannati per reati contro la Pa di accedere a incarichi dirigenziali nei Comuni.