(di Cesare Giuzzi – corriere.it) – La richiesta viene presentata in autunno. Emanuele Pozzolo, deputato e membro della Commissione affari esteri della Camera invia alla Prefettura di Biella (dove s’è trasferito da poco) una serie di articoli e messaggi social in cui riceve insulti e minacce. Al centro c’è la «questione iraniana» e le campagne in sostegno alla resistenza contro il governo di Teheran. Il deputato segnala minacce web arrivate da esponenti vicini al governo iraniano e chiede che gli venga concesso il porto d’armi per «difesa personale». In quel momento ha già un permesso per detenere armi (una pistola e quattro carabine) ma solo per uso sportivo. È appassionato di «tiro di precisione», ma l’autorizzazione non gli permette di girare con le armi se non per lo stretto tragitto da casa al poligono. Sono più di 500 mila le autorizzazioni di questo tipo rilasciate in Italia. Ma è cosa ben diversa dal porto d’armi per difesa personale.

In questo caso il dato 2022 scende a poco più di 12 mila. In mezzo ci sono commercianti di preziosi, imprenditori, personalità pubbliche con accertata esposizione al rischio. I criteri di valutazione sono però molto rigidi. Pozzolo riceve l’ok dalla Prefettura di Biella, guidata da Silvana D’Agostino, il 12 dicembre scorso. Un paio di mesi dopo la presentazione della domanda. È il tempo necessario a «valutare» il reale rischio della minaccia. La richiesta viene analizzata anche dalla Questura, dal Comando provinciale dei carabinieri e della Guardia di finanza. In caso di parere negativo di questi enti la domanda viene rigettata. Per Pozzolo però le minacce appaiono credibili, tanto più in ragione della sua esposizione pubblica. In particolare riguardo al convegno organizzato il 19 ottobre al Senato dove con Pozzolo ci sono l’attivista Ingrid Betancourt e il vicepresidente della Commissione esteri del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, Farzin Hashemi.

Insieme all’ok al porto d’armi arriva un altro provvedimento adottato dal Comitato provinciale per l’ordine pubblico proprio in ragione dei rischi evidenziati. Per Pozzolo viene disposta la «Vgr», la Vigilanza generica radiocollegata, la prima forma di tutela. Non è una scorta, ma viene previsto il passaggio durante i turni di pattuglia di polizia e carabinieri sotto casa del deputato e nei luoghi frequentati. Ora la stessa Prefettura di Biella ha avviato l’iter amministrativo per il ritiro delle altre armi (oltre alla piccola North american calibro 22) essendo venuti meno i requisiti di sicurezza nella gestione di pistole, fucili e munizioni. La Procura ha già dato l’ok. Pozzolo ha una settimana di tempo per fare le sue controdeduzioni.