Dopo avere dissanguato l’esercito per conquistare quasi niente, Zelensky sta perdendo pure quello. Ad agosto l’Ucraina aveva ripreso il villaggio di Robotine […]

(DI ALESSANDRO ORSINI – ilfattoquotidiano.it) – Dopo avere dissanguato l’esercito per conquistare quasi niente, Zelensky sta perdendo pure quello.
Ad agosto l’Ucraina aveva ripreso il villaggio di Robotine al prezzo di migliaia di morti nell’Oblast di Zaporizhzhia. Muovendo da Robotine, Zelensky giurava di marciare su Tokmak e Melitopol per riconquistare il Mar d’Azov. Gli ucraini avrebbero spaccato l’esercito russo in due impedendo alla Crimea di ricevere rifornimenti dalla madrepatria. Caduta la Crimea, Putin avrebbe supplicato Zelensky di non imporgli una pace troppo umiliante. E, invece, gli ucraini non si sono mai mossi da Robotine. Questo fatto, di per sé iper-tragico, basterebbe a chiudere ogni discorso sulla sconfitta della Nato, ma le cose sono andate addirittura peggio.
Mentre scrivo, i russi hanno deciso di riprendersi pure Robotine, il quasi-niente costato quasi-tutto agli ucraini. Dissi che la controffensiva sarebbe stato un fallimento colossale che avrebbe dissanguato l’esercito ucraino esponendolo alla “contro-controffensiva” russa. È quel che sta accadendo. Quando politici e media ritraevano la Russia come un esercito di cartone “perché non ha conquistato l’Ucraina in tre giorni”, spiegavo che quella lentezza era intenzionale poiché perseguiva sei obiettivi.
Il primo obiettivo della lentezza era di concedere all’esercito ucraino il tempo di crollare. I generali russi procedono lentamente perché preferiscono conquistare il maggior numero possibile di territori contro un esercito esangue e demotivato. La Russia si è data il tempo di dare il tempo all’Ucraina di crollare. La presunzione dell’Occidente non ha consentito alle lobby della Nato – che controllano radio, televisioni e dipartimenti di scienza politica – di comprendere il significato tragico della lentezza russa.
Il secondo obiettivo della lentezza era di non infastidire la società civile. Procedendo un po’ alla volta, Putin non ha dovuto avviare una mobilitazione totale che gli avrebbe sottratto consensi. La vita quotidiana in Russia scorre come sempre e Putin viaggia verso la riconferma alle prossime presidenziali.
Il terzo obiettivo della lentezza era di attendere che l’Unione europea andasse in recessione, com’è accaduto.
Il quarto obiettivo era di attendere la crisi dell’industria militare dell’Unione europea che si è verificata. L’Unione europea non riesce a dare a Zelensky la protezione aerea di cui ha bisogno, come dimostra l’ultima pioggia di missili caduta sugli ucraini. Dai carri armati agli F-16, dalle batterie anti-aeree alle munizioni per l’artiglieria, l’industria militare europea non regge il passo di quella russa.
Il quinto obiettivo della lentezza russa era di non precipitare l’Occidente nel panico lanciando un assalto fulmineo con un milione e mezzo di soldati. Una mossa così rapida avrebbe diffuso il panico in Europa aumentando il rischio della sua partecipazione diretta al conflitto con l’invio di truppe.
Il sesto obiettivo della lentezza di Putin è di dare il tempo alla Russia di attrezzarsi per la Terza guerra mondiale, come sta facendo. La lentezza della guerra in Ucraina favorisce la velocità del riarmo in Russia.
Un giorno i Draghi, i Calenda & C. capiranno la ragione della lentezza russa. Tuttavia la comprensione richiede che l’Occidente si liberi dei propri complessi di superiorità, in stile Corriere della Sera, che lo inducono a vedere gli altri popoli come inferiori, ignoranti, arretrati e dipendenti dall’economia europea. Salvo scoprire che l’Europa dipende dalla Russia più di quanto la Russia dipenda dall’Europa.
Alcuni incassano, altri sanno.
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BIDEN DI FINE ANNO: UCRAINA PERDENTE, RISCHIO GUERRA DIRETTA CON MOSCA
Pubblicato 30/12/2023
DI PIERO ORTECA
Dalla redazione di – REMOCONTRO
Il presidente Joe Biden ha avvertito che gli Stati Uniti corrono il rischio di essere trascinati in un conflitto diretto con la Russia se il Cremlino avesse successo nella guerra contro l’Ucraina, avverte in copertina l’americana Newsweek.
Eppure l’intelligence militare aveva avvertito di frenare la Nato su quel fronte perdente. Le accuse della ‘putinologa’ di Obama Rebekah Koffler
Il sangue ucraino tra Russia e America
«Joe Biden ha le mani sporche di sangue ucraino».
Il titolo dell’ultimo report di Newsweek è pesante, ma pesa soprattutto il nome dell’autrice della spietata analisi, proposta dal settimanale americano: Rebekah Koffler, ex alto funzionario della Defense Intelligence Agency Usa, i potentissimi servizi segreti militari degli Stati Uniti, più ‘rinomati’ della mitica CIA. Una riflessione col ‘pedigree’, che ribadisce (e accredita) alcune voci sulle vere corresponsabilità della crisi ucraina. A sua tempo, prima dell’esplodere del conflitto aperto, l’Intelligence americana aveva già avvisato la Casa Bianca (Obama) sui rischi che si correvano con l’Ucraina. Grida di allarme che, come spesso avviene in simili situazioni, rimaste inascoltate.
Le accuse di Rebekah Koffler
«Mentre il Presidente russo Putin è colui che ha lanciato l’invasione – scrive la Koffler – Biden è ugualmente responsabile della cancellazione dell’Ucraina e dell’annientamento dei suoi abitanti». Perché? «Biden, in qualità di vicepresidente – aggiunge la Koffler – è stato il punto di riferimento dell’Amministrazione Obama per la politica ucraina e l’architetto della strategia di reset con la Russia, per promuovere l’amicizia tra le due nazioni». Una scelta che, però, non ha pagato, perché la Russia ha continuato a rappresentare, in ogni caso, una sostanziale minaccia geopolitica per gli Stati Uniti, e per l’Occidente in generale.
Defense Intelligence Agency
La Defense Intelligence Agency aveva sviluppato delle ipotesi, di possibili pericolosi scenari strategici, che sono state rappresentate al Presidente Obama, al Consiglio per la Sicurezza nazionale e ai vertici dell’Amministrazione. Quindi anche a Biden. Come faceva la Koffler a essere a conoscenza di tutta questa documentazione ‘top secret’? Lei era uno dei tre ‘superesperti’ che si occupavano della Russia, e che dovevano capirne in anticipo le mosse. Rebekah Kofler era la ‘putinologa’ di Obama e, nel caso dell’Ucraina, soprattutto di Biden. E nessuno dei due l’ha ascoltata. Quando il vice di Obama è diventato a sua volta Presidente, la situazione è addirittura precipitata.
“Nonostante i chiari avvertimenti della Koffler, «Biden ha continuato la sua pericolosa strategia di spingere l’Ucraina nella Nato». Varcare una linea rossa, netta e precisa, di cui era stato informato”.
“Putinologa” tra Obama e Biden
Perché l’attuale Presidente ha volutamente ignorato le esplicite raccomandazioni dei suoi Servizi d’informazione? Forse un giorno lo sapremo, e molti aspetti fin troppo oscuri della crisi ucraina saranno finalmente comprensibili. Pensare che Putin permettesse alla Nato di assorbire l’Ucraina, sulla quale la Russia aveva imperniato per secoli le sue strategie di sicurezza, «non era semplicemente da incompetenti – afferma ancora la Koffler – ma equivaleva a firmarne la sua condanna a morte. Nessun comandante militare sano di mente permetterebbe a un’alleanza avversaria di situarsi lungo più di 1.600 miglia del suo confine».
La geopolitica attenta delle spie
Insomma, i Servizi di informazione avevano fatto il loro dovere, avvertendo la Casa Bianca, a più riprese, della insostenibilità di una linea geopolitica che avrebbe, di sicuro, portato tutto l’Occidente a sbattere contro le mura del Cremlino. E per meglio sottolineare, e far capire anche ai non addetti ai lavori, l’enormità degli errori commessi da Biden e dalla sua Amministrazione, la Koffler fa un semplice paragone: «Nessun comandante in capo degli Stati Uniti permetterebbe alla Cina o alla Russia di fare stazionare le proprie forze nel Messico o nel Canada. Pensare che Putin lo avrebbe fatto per la Russia era delirante».
Ma il peggio è per il finale
E ora la parte più dura. La Koffler dice che Biden ha sempre saputo che la guerra in Ucraina non si può vincere. Perché se si alza di livello, con armi occidentali troppo sofisticate, la Russia potrebbe usare (e lo farebbe) armi nucleari tattiche. Quindi, si è impegnato a sostenere una ‘guerra di logoramento convenzionale’, al più alto livello, che duri il più possibile e stremi la Russia. O almeno così pensa lui.
«Biden – conclude la Koffler – ha scelto di usare il popolo americano come mucca da mungere e gli ucraini come materiale da gettare nel tritacarne di Putin». Per combattere una guerra che non potrà mai vincere, ma che perderanno tutti gli altri.
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l’articolo sembra assolvere Obama dalle responsabilità delle tensioni con la Russia, invece è il maggiore responsabile dell’accelerazione. Non si pianifica una cosa del genere in pochi mesi, ma ci vogliono decenni, ben prima del 2014 (Maidan) e non nomini la Nuland (nota per il suo bellicismo estremista) plenipotenziaria per gli Affari Euro-Asiatici.
Lei ha svolto tutta la sua carriera presso il Foreign Service, anni che l’hanno resa nota negli ambienti, anni in cui Usa e la controllata Nato, hanno espanso le ingerenze globali, dall’intervento in Somalia nel 92, e di guerra in guerra, fino al sostegno incondizionato a Netanyahu.
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«Nessun comandante in capo degli Stati Uniti permetterebbe alla Cina o alla Russia di fare stazionare le proprie forze nel Messico o nel Canada. Pensare che Putin lo avrebbe fatto per la Russia era delirante».
E non solo gliel’ha detto la Putinologa, ma gliel’avrebbe potuto spiegare persino uno qualsiasi di noi…
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Gliel’avevano detto putinologi, ambasciatori, servizi segreti e chissà quanti altri.
L’aveva detto in modo cristallino l’influente prof. John Mearsheimer nell’illuminante conferenza universitaria del 2014 che andrebbe trasmessa a reti unificate (l’ho poi visto ospite in conferenze in giro per il mondo, incluse Australia e Gran Bretagna; da noi si preferisce invece mettere in cattedra un finto laureato).
L’aveva detto Putin stesso, in maniera inequivocabile, più e più volte (da ultimo in risposta a una giornalista Sky ad una conferenza internazionale, di cui girava un video YT, sparito per circa un anno e ricomparso solo un mesetto fa).
“Pensare che Putin lo avrebbe fatto per la Russia“ non era quindi “delirante”, era semplicemente impossibile; se perderà la guerra Biden dovrà forse risponderne, e questo è un fortissimo incentivo a sacrificare – letteralmente – fino all’ultimo ucraino, e fino all’ultimo dollaro, pur di evitarlo.
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JOE BIDEN HA LE MANI SPORCHE DI SANGUE UCRAINO da NEWSWEEK
Joe Biden ha le mani sporche di sangue ucraino. E continuerà a riversarsi nel 2024
Rebecca Koffler 26 dicembre 2023
presidente di Doctrine & Strategy Consulting, ex ufficiale dell’intelligence della DIA
report da NEWSWEEK articolo
https://www.officinadeisaperi.it/materiali/joe-biden-ha-le-mani-sporche-di-sangue-ucraino-da-newsweek/
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Bravissimo Orsini ! Del resto è proverbiale che, chi va piano va sano e va lontano.
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…e Trump? Dove lo mettiamo? Sul comodino o alla parete?
Con Trump presidente il 2025 sarà scintillante e scoppiettante
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Trump è stato dichiarato ineleggibile.
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Grazie prof Orsini, avanti
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E’ passata sottogamba la frase su Putin che si prepara alla terza guerra mondiale, oggi il presidente cinese ha ribadito che Taiwan tornerà presto sotto la Cina.
L’abbaiare della Nato (cit.) non sta portando bene all’occidente, il futuro non pare tranquillante.
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