“Poteva andare ad ammazzare il governo, ma si è tenuto da solo”. Ci sono analisi politiche che ci mettono un attimo a essere spazzate via dai fatti. Come quella che, nella polemica tra il giornalista di Repubblica, Stefano Cappellini […]

(DI SALVATORE CANNAVÒ – ilfattoquotidiano.it) – Ci sono analisi politiche che ci mettono un attimo a essere spazzate via dai fatti. Come quella che, nella polemica tra il giornalista di Repubblica, Stefano Cappellini, e il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha visto il primo scagliare un’accusa di prim’ordine all’ex presidente del Consiglio. Col suo voto contro la ratifica del Mes in Parlamento, infatti, Conte avrebbe “salvato il governo. Perché, vista l’astensione di Forza Italia, se le forze di opposizione avessero votato compatte per l’innocua ratifica del Mes, il governo sarebbe andato sotto e Meloni avrebbe forse dovuto fare almeno un saltino al Quirinale”.

A parte il fatto che quando “regnava” Giorgio Napolitano, una convocazione al Colle, dopo un voto su un trattato europeo superato dal governo con la spaccatura tra FdI e Lega da una parte e FI dall’altra, ci sarebbe senz’altro stata, l’affermazione è abbastanza stupefacente, perché i numeri dicono l’opposto. Vediamoli accuratamente guardando prima i dati reali, cioè i deputati realmente presenti al voto del 21 dicembre, e poi i numeri ideali, cioè la composizione della Camera come è emersa dalle elezioni del 25 settembre 2022.

A votare per il Mes in aula c’erano 300 deputati: 44 si sono astenuti, mentre hanno votato contro i 105 deputati di Fratelli d’Italia, i 43 della Lega, i 34 del M5S e 2 di Noi Moderati. Totale: 184 voti contro i 72 favorevoli, composti dai 52 voti del Pd, dai 7 di Azione, dai 7 di Italia Viva e dai 6 del Gruppo misto. Gli astenuti sono stati: i 26 di Forza Italia, gli 11 dell’Alleanza rossoverde, 5 di Noi Moderati e ancora 2 del Gruppo misto.

Come avrebbe fatto il governo ad andare sotto? Se i 34 deputati del M5S avessero votato a favore, il risultato sarebbe stato 150 contrari e 106 favorevoli, quindi nulla. Anche se gli 11 rossoverdi avessero fatto la stessa scelta, si sarebbe saliti a 117 voti favorevoli contro 150. Nulla anche qui. Addirittura, se i 26 di Forza Italia si fossero decisi a far cadere il governo, il risultato finale sarebbe stato sempre di 150 No contro 143 Sì. Sarebbero serviti anche i 5 di Noi Moderati e i 2 del Gruppo misto, tutti astenuti, per far finire il voto in parità. Uno scenario da fantascienza: nemmeno nei grandi “inciuci” nazionali dei bei tempi andati si sarebbe potuto immaginare un esito simile.

Ma Cappellini, in ossequio alla linea di Repubblica, ha nel mirino solo il M5S, non certo altri gruppi: infatti scrive che Conte “poteva andare ad ammazzare il governo, ma si è tenuto da solo”. E all’obiezione dello stesso ex presidente del Consiglio sulla mancanza di tale possibilità ha risposto: “Meloni non si sarebbe dimessa se il Mes fosse stato ratificato con i voti dell’opposizione? Penso abbia ragione, anche se i numeri per mandare sotto il governo in aula c’erano eccome: rifaccia bene i conti”. Rifacciamo i conti, allora, stilando la classica ipotesi di scuola, cioè immaginando i voti di tutti i deputati che compongono la Camera.

Fratelli d’Italia ha 118 eletti, la Lega ne ha 66, Noi Moderati 10 (e supponendo la spaccatura a metà avrebbero avuto 5 contrari e 5 astenuti). Totale: 189 voti contrari al Mes. Unendo i 69 del Pd, i 21 tra Azione e Italia viva, i 9 del Misto si sarebbe arrivati a 99. Con i 52 voti del M5S a 151, con gli 11 di Arv a 162 voti favorevoli. Ma forse, anche qui, Cappellini pensava a una bella operazione politica di quelle comprensibili ai più: un’alleanza filo-Mes che comprendesse tutta la sinistra, i 5S, FI, i moderati, Calenda e Renzi per battere quei cattivoni di Meloni e Salvini. Che così avrebbero potuto travestirsi da unici nemici dell’euro-austerità, dopo averla avallata soltanto il giorno prima con la resa sul Patto di stabilità. Però poteva dirlo.