
(Stefano Rossi) – La discussione politica di questi giorni sulla firma del trattato MES è paradossale e ridicola. Ma andiamo per ordine.
La Comunità europea si è dotata di strumenti economici per aiutare uno stato membro in caso di crisi finanziaria.
Gli strumenti più importanti sono:
1) MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), nato nel 2012, è una sorta di finanziaria per stati europei con un fondo di 80 miliardi; si attiva solo in caso di richiesta e non sarebbe un meccanismo europeo ma intergovernativo (19 Paesi), per quanto, in caso di mancato pagamento dei ratei, si attiverebbero commissioni della UE.
Il MES è costituito da tre trattati internazionali firmati dai governi e ratificati dai rispettivi parlamenti e, uno di essi, prevede che se la commissione europea si rendesse conto che lo stato non è in grado di pagare la rata con interessi, può nominare uno, due o tre commissari ad acta che in sostituzione del ministro economico locale, gestiranno una riforma economica per rimettere in bonis le casse erariali (come successe con la Grecia). Si badi bene, non che lo stato finanziato non paga, bensì, che la commissione preveda che non paghi!!
Inoltre, almeno per quanto riguarda l’Italia, l’eventuale erogazione di denaro europeo tramite il MES, sarebbe potuto avvenire solo per risanare la sanità pubblica.
Pochi sanno che è gestito da una società privata con capitale in Lussemburgo e che l’agenzia internazionale Fitch conferma che il Mes entra a far parte di un giudizio negativo sul rating (c.d. Stigma); tradotto, chi chiede il MES si castra abbassando il rating con gravissime conseguenze sui mercati mondiali.
2) Next generation/Recovery fund/Plan (in Italia si chiama PNRR, Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza), nato nel 2020, grazie al Prof. Giuseppe Conte abbiamo ottenuto la fetta più importante e parte di questa montagna di denaro è a fondo perduto, cioè, non lo dobbiamo restituire.
A differenza del Mes, non ci sono norme capestro. Vale la pena ripetere alcune di queste tagliole che hanno affossato l’autonomia della Grecia.
Art. 3: “Uno Stato membro soggetto a sorveglianza rafforzata adotta, previa consultazione e in collaborazione con la Commissione e d’intesa con la BCE, le AEV, il CERS ed eventualmente l’FMI, misure atte a eliminare le cause, o le cause potenziali, di difficoltà”. L’art. 7, è un abominio! La commissione che si verrebbe a formate adotta informazioni RISERVATE, cioè, che non ha l’obbligo di divulgare le informazioni che stanno per tramutare lo stato finanziato, che non riesce a pagare le rate, una sorta di colonia senza diritti e autonomia. Ma questo non l’ho mai sentito da coloro che vanno in tv a spiegare il MES. L’ho letto nei trattati che lo costituiscono.
Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, il governo italiano doveva firmare l’accordo MES ma in molti chiedevano che si attivasse la linea per ottenere dei soldi proprio attraverso questo meccanismo. Ben101 economisti e professori universitari firmarono un documento con il quale, accoratamente, invitavano il governo di Conte a non firmare il MES. Tra di essi, Jean-Paul Fitoussi e James K. Galbraith.
Conte disse: “Faremo da soli”.
Ma chi si sgolava affinché Conte, oltre a firmare l’accordo, doveva richiedere un prestito tramite il MES?
Ecco i nomi.
Nicola Zingaretti: “Risorse mai viste” e spiegava che era un vantaggio per tutti noi.
Paolo Gentiloni: “No”, alla domanda se ci fossero norme capestro. Spiegava che aveva firmato una “carta privata” con Dombrovskis dalla quale non c’erano rischi. Dimenticando che il MES sono trattati internazionali firmati dai governi e una carta privata è buona per pulirsi le labbra quando si mangia.
I giornaloni: il FOGLIO, la REPUBBLICA, IL GIORNALE. “Zingaretti smentisce Conte il Mes conviene, altroché” (titolo su Il Foglio, 23 ottobre 2020).
“Siamo sempre al punto in cui il Pd chiede il Mes, il M5s dice di no, e Giuseppe Conte fa spallucce”. la Repubblica, 22 luglio 2020.
Romano Prodi niente di meno che a Maurizio Molinari e Marco Damilano sostiene a la “Repubblica delle idee” l’8 luglio 2020: “I problemi che noi non abbiamo ce li creiamo, perché la faccenda del Mes è proprio una cosa post moderna. Sono soldi per fare qualcosa per la sanità e siccome ne abbiamo bisogno credo sia giusto dire di sì. Ma serve anche elencare cosa si fa con quei soldi”.
Maurizio Molinari: “L’Italia dovrà prendere il Mes, non ci sono alternative”. Questa ideona venne partorita a “L’Aria che tira” su La7, settembre 2020. Marco Damilano preoccupato perché il Prof. Conte aveva detto di voler spiegare nel dettaglio perché non voleva il Mes. Allora per lui, se Renzi e tutti i più alti dirigenti del Pd sostenevano che fosse meglio il Mes, era cosa pacifica quella di richiedere il Mes. Esperto di economia per conto terzi.
Claudio Cerasa più sadico: “Ecco perché servono Mes e condizionalità”. Ecco, le condizionalità lui proprio le voleva. Guai se non ce le avessero appioppate. Su Il Foglio, 7 luglio 2020.
Lorenzo Bini Smaghi, Matteo Renzi, Carlo Cottarelli, tutti favorevoli.
Silvio Berlusconi, senza sapere nulla del MES e dei suoi pericoli: “Non si può rinunciare ad utilizzare i circa 36 miliardi che potremmo ottenere, senza condizioni, per consolidare il nostro sistema sanitario”.
Gli unici contrari, Lega e Fratelli d’Italia.
Poi, l’apoteosi su il CORRIERE DELLA SERA. Mes, perché conviene (tanto) all’Italia ma non a Francia e Germania, di Giuditta Marvelli. 7 luglio 2020.Questa Marvelli è fantastica. Essa riteneva il Mes sconveniente per Francia e Germania ma per noi, brutti, sporchi e cattivi, e, per giunta, governati all’ora dal Prof. Conte, meritevoli del Mes. Come una purga.
Oggi, la discussione sul MES è solo sulla ratifica alle modifiche apportate ai trattati che tutti i Paesi membri hanno già firmato.
Si tratta, in definitiva, solo di dare efficacia al MES che prevede l’unanimità dei firmatari. Manchiamo solo noi.
Se questo governo dovesse firmare non succederebbe nulla.
Intanto, abbiamo già ottenuto il massimo con altro meccanismo; poi, credo che nessuno mai abbia il coraggio di richiedere un solo centesimo con il MES.
Concludo ricordando che mentre tutto il Pd sperava che Conte firmasse la richiesta di prestito attraverso il MES, dalla Grecia alcuni politici ci invitavano a non farlo se non volevamo fare la loro fine.
Tutto questo, al fine di considerare in quante inutili discussioni si perde la nostra politica: nel 2020, sconsiderati politici, pur di far cadere in errore Conte, preferivano mandare nelle sabbie mobili l’intera Italia; oggi, per una innocua firma sembra che dobbiamo richiedere un prestito tramite il MES.
Quindi questo governo ci sta’ salvando pattriotticanente dal mes🤔A me onestamente parlando sembra che dopo un anno di governo dei meloni stiamo con le pezze al ¢ulo.
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«…e una carta privata è buona per pulirsi le labbra quando si mangia.»
Ma parlando di Gentiloni, in realtà tutti pensano al deretano quando càa. Chissà perché? Curiosa, ‘sta cosa, no? Buffa davvero. 😅
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Chi ha stabilito la clausola che il MES non si attiva senza l’unanimità ? Rossi non lo dice. Vorrei conoscere nomi e cognomi di chi ha stabilito questa clausola. Personalmente, mi auguro che non sia firmata nemmeno questa nuova versione dei trattati, perché non mi fido dei governi che compongono la Commissione Europea e meno che mai di un fondo privato ( del quale Rossi non ci dice nulla se non che sta in Lussemburgo).
Stefania Testa
Roma
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Il MES di cui tanto si parla in questi giorni non è una novità; operativamente è nato nel 2010, anche se la nascita formale avverrà nel 2012; ed ha prestato soldi a paesi quali Grecia, Spagna, Portogallo in occasione della crisi dei debiti sovrani.
Il MES nasce da un accordo intergovernativo tra i ministri di economia /finanze dell’area euro.
Gli organi di governance del MES sono
Il Consiglio dei Governatori , i ministri delle finanze appunto che delibera all’unanimità e, in alcuni casi, a maggioranza qualificata dell’85% del capitale sottoscritto; l’Italia avendo sottoscritto più del 15% del capitale può quindi porre veti anche quando la decisione può essere presa a maggioranza qualificata.
Il Consiglio di Amministrazione costituito da 9 membri
Tali membri sono nominati dal consiglio dei governatori e si tratta di esperti in ambito giuridico finanziario.
Un Direttore Generale che presiede il consiglio di amministrazione e partecipa in qualità di ossservatore al consiglio dei governatori
Il Presidente della BCE ed il commissario europeo agli affari economici partecipano come osservartori.
Il fondo ha sede in Lussemburgo.
Siccome i ministri delle finanze che costituiscono il consiglio dei governatori non sono nominati né dalla Commissione UE, né dal parlamento UE, né dai parlamenti nazionali ma sono espressione dei governi nazionali allora il governo Meloni ha presentato una richiesta di sospensiva alle camere individuando in tale situazione una “componente di natura privatistica”
Lascio giudicare a voi quanto forte sia la componente privatistica.
Il fondo opera attraverso due linee di credito
La PCCL (Precautionary Conditioned Credit Line) la linea di credito precauzionale che si applica agli stati membri che abbiano i conti in ordine ma che siano soggette a shock avversi; l’Italia è quindi tagliata fuori da questa linea di credito avendo appunto un alto debito pubblico e non solo.
La ECCL (Enhanced Conditioned Credit Line) la linea di credito rafforzata; l’unica alla quale l’Italia potrebbe avere accesso
In aggiunta a quanto sopra, la riforma del MES prevede che il fondo possa essere usato non solo per la risoluzione delle crisi dei debiti sovrani, ma anche per la risoluzione di crisi bancarie; il cosidetto backstop.
Il MES non opera in modo automatico, ma su richiesta del paese che ne ha bisogno.
Trattandosi di linee di credito condizionate arrivano i problemi, specie per l’Italia.
Innanzi tutto la condizionalità è posta da tutti quei paesi che soccorrono gli altri in diffficoltà; quindi il MES non aggiunge nulla di nuovo.
Secondo; il MES è un fondo con risorse ampie ma pur sempre limitate e se concedesse linee di credito senza condizioni a paesi ad alto rischio (uno a caso) si troverebbe a dover scegliere tra diventare un fondo spazzatura, pagando quindi alti tassi di interesse; oppure a fare affidamento su una base più ampia base fiscale e ciò richiederebbe un’integrazione europea che al momento non c’è.
Le condizionalità sono in pratica i piani di austerità; detta diversamente il MES è la versione aggiornata ed istituzionalizzata della Troika; per info chiamare Atene.
Il vero problema è che il MES, nella sua versione riformata, prima di concedere un prestito non solo fa una valutazione della sostenibilità di tale prestito, non solo pone le condizioni (inkulate atroci per la povera gente) , ma vuol vedeci chiaro anche nella situazione pregressa; come mai si è arrivati a tanto?
E’ quest’ultima la nota dolente; si rischia di scoperchiare il vaso di Pandora, di tirar fuori gli scheletri dall’armadio, per chi li ha ( anche qui uno a caso)
La Meloni sta usando quest’ultimo punto per vender cara la pelle, non la “natura privatistica” o il backstop (sono kazzate); come merce di scambio politico per la riforma del patto di stabilità e del PNRR.
Tuttavia non ha alternative; firma o non firma la sostanza non cambia.
Se riesci a stare sopra la linea di galleggiamento nulla succederà, MES o non MES; se non ci riesci avrai bisogno di soldi e quando li chiederai ti porranno le condizioni e tireranno gli scheletri fuori dall’armadio MES o non MES
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