IN CDM IL PROTOCOLLO CON EDI RAMA – Ratifica. A Roma bastano 19 milioni, all’estero 10 volte in più. Meloni preoccupata, nessun ministro va in conferenza stampa

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era molto preoccupata per i costi dell’accordo tra Italia e Albania per portare i richiedenti asilo nei due centri di Shengjin e Gjader. Temeva che le spese lievitassero troppo e il governo difficilmente potesse spiegarlo all’opinione pubblica italiana, soprattutto vista la difficoltà di attuare il protocollo firmato a inizio novembre con il premier albanese, Edi Rama, a Palazzo Chigi. Così aveva chiesto al ministero degli Esteri e al suo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, di limarli fino all’ultimo, con l’obiettivo di abbassarli. Ma non ci è riuscita: alla fine il disegno di legge di ratifica approvato ieri dal Consiglio dei ministri prevede un costo totale che sarà intorno ai 200 milioni. Questa è la cifra calcolata da due autorevoli fonti di governo perché la bozza del disegno di legge prevede solo costi per circa 90 milioni mentre le spese totali annue sono state “omissate” e fino a ieri sera gli uffici legislativi di Palazzo Chigi le stavano ancora limando prima di mandare il testo al ministero dell’Economia per la bollinatura.

Resta il fatto che nessuno nel governo abbia voluto esporsi pubblicamente dopo l’approvazione del disegno di legge. Né la presidente del Consiglio, né i ministri competenti – Matteo Piantedosi (Interno), Antonio Tajani (Esteri), Carlo Nordio (Giustizia) e Mantovano – hanno voluto presentare il provvedimento in conferenza stampa, inizialmente prevista. Tajani si è limitato a dire che l’accordo “costerà meno dei 200 previsti” senza specificare quanto ma sempre “meno delle truffe sul Superbonus”.

Il disegno di legge è stato presentato in Consiglio dei ministri da Tajani, Mantovano e Piantedosi ed è composto da 7 articoli che regolano la giurisdizione e le disposizioni organizzative per attuare il protocollo. Le autorità di riferimento saranno Prefettura e Questura di Roma e la giurisdizione sarà italiana istituendo una sorta di competenza extraterritoriale della procura di Roma per i ricorsi dei migranti. Le garanzie per i diritti dei migranti invece saranno da remoto. Non sarà necessaria la rogatoria internazionale e nei centri sarà costruito una sorta di carcere per applicare la custodia cautelare. Infine, il ddl stabilisce che si potranno portare in Albania solo i migranti raccolti in acque extra Ue.

A sorprendere però sono i costi esorbitanti dell’operazione. Il decreto prevede una spesa che si aggira intorno ai 60 milioni all’anno solo per il 2024, a cui si arriva a circa 90 nei prossimi cinque anni. A questo si dovranno aggiungere alcuni costi che nel disegno di legge non sono stati indicati – come i rimborsi spese per gli avvocati che non possono fare udienze da remoto – tra cui le spese da liquidare all’Albania per l’accordo e quella per le navi per trasportare i migranti. In tutto circa 200 milioni. In valore assoluto, rispetto ai 19 che vengono spesi per i nuovi Cpr da costruire in Italia fino al 2024, la proporzione è di circa 10 volte. Se proporzionato al numero di migranti rinchiusi nei centri invece stiamo parlando del 30% in più, circa un terzo: per ogni migrante nei 10 Cpr italiani (1.100 al massimo) lo Stato spende 16 mila euro contro i 22 mila per i 9 mila che, al massimo, potranno restare in Albania (la stima è di circa 720 al mese).

L’obiettivo è quello di approvare la norma il più rapidamente possibile in Parlamento e per questo si è deciso di dare una corsia preferenziale in Parlamento con l’obiettivo di farlo entrare in vigore entro primavera, prima delle elezioni europee. Intanto nel Consiglio dei ministri di ieri è stato nominato il nuovo consigliere diplomatico di Meloni per sostituire Francesco Maria Talò dopo la telefonata-scherzo dei due comici russi: sarà l’ex ambasciatore in Tunisia, Fabrizio Saggio. Quest’ultimo presiederà anche la struttura di missione del Piano Mattei.