IL MANUALE DEL GENERALISSIMO – Impossibile non premiarlo per il suo punto di vista folgorante sul tema femminicidio, anche se non gli piace chiamarlo femminicidio

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Chissà quale nuovo incarico di prestigio andrà al generale Roberto Vannacci dopo l’illuminante intervista rilasciata ieri a Simonetta Sciandivasci su La Stampa. Ritengo plausibile che inventino una nuova carica solo per lui, tipo “Generale-Ammiraglio-Contrammiraglio-Mega direttore galattico e Gran visir delle forze di terra, di mare e dell’aria!”. Impossibile infatti non premiarlo per il suo punto di vista folgorante sul tema femminicidio, anche se non gli piace chiamarlo femminicidio. “Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso?”, dice lui.
In effetti perché chiamare l’omicidio di un infante infanticidio, quello di una moglie o di un coniuge uxoricidio, di un popolo genocidio, di se stessi suicidio? Ha ragione Vannacci, sempre morti ammazzati sono, cos’è questo stillicidio di definizioni (stillicidio si potrà dire?).
Vabbè, diciamo: cos’è questo lento omicidio di definizioni? E chiarisce ancora meglio il suo pensiero quando la giornalista (che in quanto giornalista donna ovviamente non capisce), replica che il femminicidio ha una matrice precisa. Il paziente Vannacci le spiega: “Quindi l’assassinio di un tabacchino lo chiameremo commercianticidio? La matrice di chi vuole punire chi fa commercio non la vede? C’è in qualsiasi omicidio una matrice precisa”. Giusto. Vannacci allude chiaramente alla lunga scia di omicidi ai danni dei tabacchini a opera del noto movimento anarchico insurrezionalista che da tempo ha intrapreso una lotta armata contro l’accisa sul tabacco. Non è però che ora a ogni matrice si debba associare un neologismo. Ma niente oh, la giornalista proprio non capisce, è di coccio, come tutte le donne.
La parte dell’intervista che preferisco però deve ancora arrivare, perché Vannacci è generale e scrittore ma pure fine sociologo, psicologo e pedagogista, che ne sapete voi. Anche poeta, forse. Lui sa perché gli uomini uccidono le donne. Non è colpa del patriarcato, anzi. Dice: “Il paradosso è pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi! Molti uomini che ammazzano le compagne, dopo si suicidano: che significa secondo lei?”.
Anche qui mi spiace per la giornalista petulante ma ha ragione Vannacci: non si capisce proprio dove sia la prevaricazione nell’ammazzare una donna con 20 deboli coltellate, tanto più se poi si toglie la vita anche l’autore del delitto. Si potrebbe parlare addirittura di parità dei sessi, visto che in fondo muoiono entrambi.
C’è anche un bel passaggio sull’educazione dei figli, perché la giornalista è chiaramente una che non ha ricevuto abbastanza schiaffoni quando era piccola, ma Vannacci invece sa come si educano i figli, anzi le figlie, e cioè: “Sto profondendo tutte le mie energie per crescere due donne forti che siano in grado di difendersi da sole. Le sprono a fare tanto sport, perché lì con i risultati non si può bluffare. Ora fanno triathlon”. Le hanno detto cosa vogliono fare da grandi? “Le youtuber. E io dico: ok, ma sappiate che dovrete essere le migliori, altrimenti fallirete. Qualsiasi cosa facciano, le mie figlie devono emergere”. Ecco, ditelo agli psicologi ignoranti che in questi giorni spiegano quanto sia importante educare i figli ad accettare i fallimenti.
Ha ragione Vannacci, è il contrario: bisogna educare i figli a vincere a Triathlon, a Tressette, a padel, a L’Eredità con Amadeus, a tutto. Pensate al benessere psicofisico di due ragazzine che vogliono diventare youtuber e se non superano i 209 milioni di iscritti di Mr.Beast per il padre saranno due mollaccione smidollate. È incredibilmente motivante!
Ma la giornalista debosciata, destinata chiaramente al fallimento, commenta acida: “Poverine”. Poverina lei che non capisce una cosa semplice: è inutile parlare di femminicidio, che tra l’altro affonda le radici nel delitto d’onore, è abitudine che ha una storia antica.
Lasciamolo lì, in pace, accanto al presepe, ai matrimoni eterosessuali, alle atlete bianche e alla goccia del sangue di Enea nelle nostre vene. Dobbiamo difendere le nostre belle tradizioni.
Vannacci sta ai libri come la Lucarelli al giornalismo.
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Ma tu, e il compare che ti preceduto, cos’avete compreso di questo articolo?
Restare perennemente lMBEClLLl non vi aiuta a crescere come persona, costringendovi al rango di lombrichi e altri vermi della terra, ai quali sono superflui sinapsi e neuroni.
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Selvaggia Lucarelli sempre più brava e sempre più bella 😊
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Con il nuovo incarico che va’ a ricoprire e avendo tutte le competenze del caso non si potrebbe impacchettare e spedire tra gli aiuti bellici all’ Ucraina?🤔
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E mo’ chi glielo dice che, avendo il sangue di Enea, siamo turchi?
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