Visto su un aereo quando era positivo, scoppia la polemica. Ma non era lui

(di Tommaso Labate – corriere.it) – «Le critiche? Il prezzo da pagare per la mia integrità», diceva nel maggio scorso, prima che tutti i vertici istituzionali indagati dalla Procura di Bergamo alla luce della sua consulenza sulla mancata zona rossa all’inizio del Covid — da Giuseppe Conte ad Attilio Fontana — finissero prosciolti uno dopo l’altro, con un monumento vivente del garantismo di sinistra, l’avvocato Guido Calvi, che sottolineava «l’errore grave del consulente Crisanti che ha indotto la Procura a seguirlo».
A lui è come se non toccasse, come sempre. Anzi, rimarcava, «ho lavorato in scienza e coscienza, senza guardare in faccia nessuno», come a menar vanto di essere un neo parlamentare del Pd che aveva fatto indagare anche il centrosinistra.
Evidentemente la maledizione del non guardare in faccia, o quantomeno del non farlo bene, dev’essergli tornata indietro, visto che tre giorni fa il microbiologo Andrea Crisanti, da anni custode iper oltranzista dell’ortodossia di tamponi e mascherine in caso di Covid, è stato visto a bordo di un volo Ita Airways Roma-Venezia un giorno dopo aver scritto su X di avere contratto il virus, tra l’altro «con carica virale altissima».
Piccolo spoiler: non era lui. «Non sono ancora morto eppure ci sono già le mie apparizioni in giro. Mi vedono ovunque, anche quando non ci sono», scandisce una volta preso coscienza di essere finito in un piccolo cortocircuito kafkiano, fatto di aerei presi e persi, testimonianze oculari, quotidiani locali e tantissima confusione («Una giornalista mi ha chiesto se fossi a bordo dell’aereo per Venezia e ho risposto di sì, pensando che si riferisse al volo Londra-Venezia che ho preso lunedì, prima di sapere di aver contratto il Covid, quando avevo soltanto dei sintomi, infatti avevo la mascherina… Ho capito solo dopo che mi chiedevano conto di un volo di giovedì Roma-Venezia, ma a quell’ora ero col medico che firmava un certificato, chiedete ad Alitalia, a Ita o come si chiama adesso, agli aeroporti, a chi vi pare»).
Tosta, tostissima, difendersi una volta che hai ragione ma a difenderti non trovi più nessuno. Anche perché Crisanti, di amici, non deve averne più parecchi. Il sodalizio con il governatore veneto Luca Zaia, iniziato nei giorni successivi ai primi contagi a Vo’, è finito peggio di un divorzio con carte bollate, con reciproci scambi di accuse, esposti in Procura (sempre by Crisanti), qualche dirigente indagato e tanta, tantissima amarezza. Con la sinistra che l’ha candidato nella circoscrizione estero (col Pd) ed eletto al Senato forse va anche peggio, a causa di quella consulenza per la Procura di Bergamo che ha messo in discussione i dispositivi anti Covid del governo giallorosso alla luce di un errore, così l’aveva chiamato l’avvocato Calvi, su una raccomandazione dell’Oms confusa per un vincolo.
Crisanti, comunque, non si cura di loro. Guarda e passa, come ha fatto sempre. Il vento delle polemiche sembra non scalfirlo mai, al limite viene respinto dall’onnipresente mascherina. Come dimostrò l’acquisto, a fine pandemia, dopo due anni di risse televisive e non sul Covid, di una clamorosa villa palladiana del ’500 in provincia di Vicenza, valutata due milioni ma — assicurò lui — «pagata molto meno (…), che comunque aprirò anche alle scuole». A proposito delle aperture, il microbiologo rimane convinto della necessità di starsene chiusi in casa in caso di contagio, per questo ha criticato l’abbassamento della guardia da parte del governo Meloni. Anche adesso, nel dicembre 2023. Lui l’ha fatto. Ma in giro l’hanno visto lo stesso.
“Lui l’ha fatto. Ma in giro l’hanno visto lo stesso.”
Che grave scorrettezza in questa frase, dopo averci informato che era un’avvistamento falso.
Sa di ripicca infantile.
Ma poi, Labate non è quello delle fantasiose accuratissime descrizioni in luoghi intimi?
Non le aveva messe le cimici e le telecamere nascoste, stavolta?
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La frase è ironica
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Ovviamente, ma rimane scorretta lo stesso.
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E, conoscendo il suo stile, non mi sembra che la maneggi bene, L’EVENTUALE ironia…
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