Siamo eredi della cultura classica, umanistica, cristiana. La pietas dovrebbe essere parte dei nostri cromosomi. Le manifestazioni spontanee nelle piazze europee, in Nord […]

(DI ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it) – Siamo eredi della cultura classica, umanistica, cristiana. La pietas dovrebbe essere parte dei nostri cromosomi. Le manifestazioni spontanee nelle piazze europee, in Nord America, in Australia e persino in Giappone e nei Paesi arabi sono una prova che la dimensione morale è viva e recuperabile.
Brividi di orrore invece scuotono il lettore degli editoriali dei principali giornali che hanno sposato la retorica nazionalista e militarista. Ci spiegano che “l’impavido Zelensky è l’emblema della resistenza per la libertà” e che Israele, aggredito, a Gaza sta solo cercando di “difendersi” e di “proteggere l’Occidente dall’attacco jihadista”. Peccato che una generazione di diciottenni sia morta mentre l’”impavido” si balocca in tuta militare, tra una conferenza e l’altra e la sua famiglia sta benone. Peccato che 5.000 bambini e 3.000 donne siano morti a Gaza. Sacrifici che l’Occidente democratico ha il dovere-diritto di offrire alla libertà. Sono persone colte e istruite che scrivono editoriali del genere sui giornali che un tempo ospitavano Pasolini e Moravia.
I negoziati tra Israele, Usa, Qatar, Egitto e il braccio politico di Hamas, comodamente rifugiato a Doha, continuano per la liberazione degli ostaggi, verso i quali la nostra solidarietà è illimitata. Si può quindi negoziare con il braccio politico di Hamas. I veri dirigenti dell’organizzazione terroristica salveranno la pelle. I miliziani, la cui morte è scontata, obbediranno alle indicazioni che provengono da Doha? Il braccio politico, diversamente da quanto dichiara, era quindi al corrente del massacro della gioventù ebraica. Tante incongruenze negli sviluppi del massacro del 7 ottobre richiederebbero un’indagine internazionale a cui Tel Aviv si oppone. Distinguere tra gli ostaggi che devono essere liberati e gli innocenti di Gaza il cui massacro può impunemente continuare è un’altra atroce immoralità che la stampa fa passare. Coloro che interpretano il mestiere di giornalisti, come costante tradizione del Washington Post, ci informano che il negoziato sta per raggiungere un risultato. L’intoppo sarebbe costituito dal rifiuto di Tel Aviv di liberare bambini e donne rinchiusi nelle carceri a fronte della liberazione degli ostaggi e di concedere una pausa umanitaria di cinque giorni al massimo. Un rifiuto nobile? Nessun commento dagli analisti la cui agenda politica è l’impunità di Israele e la condanna dell’azione barbarica di Hamas senza volerne capire le cause. Spero che Antonio Guterres non si stanchi e continui a condannare i crimini di guerra a Gaza e le violenze in Cisgiordania. Spero che le piazze non si arrendano e continuino a indignarsi di fronte all’ingiustizia e al sangue degli oppressi. L’opinione pubblica può smuovere l’Occidente corrotto e complice che ancora non firma le risoluzioni Onu per il cessate il fuoco immediato proposte dai cattivi della Terra, le autocrazie che per interessi geopolitici parlano un linguaggio razionale e di pace.
L’incontro tra Biden e Xi Jinping è stato salutato come un passo verso il disgelo. La dottrina militare Usa che illustrava come, dopo aver indebolito la Russia, bisognasse passare alla sfida col vero rivale, la Cina, è messa temporaneamente da parte. I neoconsevatori di Washington hanno avuto un barlume: dopo aver destabilizzato il confine dell’Europa Orientale e concorso all’escalation in Medio Oriente, è saggio non aprire il terzo fronte nell’Indopacifico. Le relazioni tra militari riprendono, il commercio e gli investimenti occidentali pure, la Cina non ripeterà i crimini commessi dall’Europa nella guerra dell’oppio e si impegna a collaborare nella lotta al narcotraffico e all’esportazione di Fentanyl. Quello che gli esecrabili pacifisti avrebbero voluto che l’Occidente applicasse alla Russia – mediazione e comprensione degli interessi vitali del nemico – viene ora preso in considerazione col rivale strategico.
Il 2024, anno elettorale in Ue, Usa e Russia, potrà portare venti di pace. La ragione dopo questo macabro sonno si risveglierà? Una conferenza di pace per l’Ucraina che contempli la neutralità e l’avvicinamento all’Europa del Paese distrutto e dimezzato. Gli Usa hanno il loro bottino di guerra. Europa vassalla e rottura della speciale relazione russo-tedesca da portare a casa. Le industrie energetiche e delle armi sono soddisfatte. In Medio Oriente si riuscirà, dopo l’immenso sacrificio degli innocenti, a riportare sul tavolo dei negoziati la causa del popolo palestinese? Il dover essere sarebbe facile da delineare. Ritiro di truppe e coloni israeliani, riconoscimento di una nuova soggettività palestinese che riconosca Israele, sicurezza e fissazione dei confini israeliani, mediazione con Iran, Cina e Russia. Il pessimismo dell’intelligenza suggerisce invece che siamo dinanzi alla forza e ai fatti compiuti nell’interesse di una sola parte.
Grazie Ambasciatore, avanti
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Paolo, la Basile non è come la Melona…
È ambasciatRICE non ambasciatORE.😉
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Con la Basile c’è sempre un po’ di luce che consola e aiuta a comprendere. Immersi, come siamo, nell’oscurità della menzogna e della manipolazione, è tanta roba.
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In Europa, Olanda insegna,
vinceranno le destre nazionaliste estreme perché, paradossalmente, appariranno agli elettori portarci di pace e sicurezza proponendo chiusure nei propri steccati per occuparsi dei propri interessi di bottega.
L”Europa si sta disgregando e il sogno di un’Europa unita su comuni valori di civiltà e di Pace è finito per diventare un incubo a tinte medioevali sotto i colpi proprio di quella pseudosinistra, anziché essere presidio di quei valori, si è convertita alla sottomissione agli interessi economici e geopolitici degli anglo-americani trasformandosi in banale tappetino da calpestare facendosi esclusivamente megafono delle loro guerre.
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*portarci=portatrici
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