Il ministero delle Risorse Umane di Bin Salman chiama il leader di Iv al prossimo mega-evento: “Offrirà spunti profondi”. Gli organizzatori lo accolgono con tutti gli onori […]

(DI LORENZO GIARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Gli organizzatori lo accolgono con tutti gli onori: “Con una lunga carriera e una profonda esperienza su più livelli, l’ex presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, parteciperà come keynote speaker alla Global Labor Market Conference, fornendo il suo punto di vista sui mercati del lavoro globali”.
Ci risiamo, quindi. L’Arabia Saudita corteggia il leader di Italia Viva e questa volta il richiamo di Riad non proviene dal “solito” FII Institute, l’ente legato alla famiglia reale del principe Bin Salman nel cui board of trustees siede Renzi (con un compenso che può arrivare a 80 mila dollari lordi all’anno). L’invito per il prossimo mega-evento, in programma il 13 e 14 dicembre, arriva dal ministero saudita delle Risorse Umane e per lo Sviluppo Sociale e dagli altri partner di lusso della conferenza, inevitabilmente legati alla propaganda del regime. Per capirlo basta leggere i comunicati con cui Riad ha lanciato la kermesse, pensando a Renzi come alla figura ideale per mettere la faccia sull’ennesima iniziativa pensata per dare lustro internazionale all’immagine dell’Arabia “culla del nuovo Rinascimento”. Secondo il ministero, “la conferenza dimostra l’interesse della visionaria leadership saudita, possa Allah riversare la sua provvidenza, nello sviluppo del mercato del lavoro e nell’innalzare il suo livello di attrazione e competitività”. Non solo: “Il Regno dell’Arabia Saudita desidera vedere il mercato del lavoro saudita come un modello internazionale nello sviluppare le migliori pratiche che tutto il mondo seguirà”.
E se i sauditi sperano che la conferenza sia uno spot per il Regno, Renzi è stato invitato per parlare di un tema a lui parecchio caro, dato che a Palazzo Chigi uno dei suoi principali provvedimenti fu quel jobs act che avrebbe dovuto far volare il mercato del lavoro in Italia. Le cose sono state più complicate del previsto, per non dire delle numerose bocciature della Corte costituzionale a diverse parti del testo, eppure Renzi può ancora rivendersi all’estero i suoi presunti successi da premier. In un altro passaggio dell’annuncio su Renzi, gli organizzatori della conferenza specificano che l’ex presidente del Consiglio “offrirà molti spunti profondi sul legame tra mercato del lavoro e politica”.
Il ministero confida di radunare oltre 150 speaker, tra cui “leader politici, amministratori delegati di grandi compagnie, leader di organizzazioni internazionali, ricercatori e accademici”. Renzi non ha mai fatto mistero di portare avanti consulenze e speech in giro per il mondo, Arabia compresa, chiarendo che i compensi ricevuti sono tutti leciti (i parlamentari hanno obblighi molto meno stringenti rispetto ai componenti del governo). Anche grazie a questa frenetica attività, l’ultima dichiarazione dei redditi presentata in Senato e riferita al 2021 riportava introiti complessivi per 2,5 milioni. Un’ottima ragione per non fermarsi mai: dopo essere già stato in Arabia a fine ottobre, un paio di settimane fa Renzi è stato pure tra i relatori dell’esotica International Textile Manufacturers Federation Annual Conference 2023, un ambizioso evento cinese sul settore manifatturiero. Argomento su cui Renzi ha disquisito augurandosi buone relazioni con Pechino: “Italia e Cina sono molto legate tra il settore tessile e quello della moda. Entrambi i Paesi hanno bisogno di aumentare scambi e cooperazione, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile”. Concetti non molto diversi, si può immaginare, da quelli che i sauditi si aspettano di sentire tra meno di un mese.
Ma io mi chiedo. Tutti questi stati che pendono dalle labbra del Bomba non hanno in Italia una rappresentanza diplomatica che li informi di quanto è disprezzato questo politicante furbastro e intrigante con un gran futuro dietro di sè?
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Ho avuto il dispiacere di lavorare in Arabia saudita per circa un anno della mia vita.
Dico dispiacere non tanto per il lavoro in se , quanto per il posto.
Motivo per cui parlo con un minimo di cognizione di causa.
Non so per quale motivo Bin Salman abbia deciso di stabilire una relazione di collaborazione con Renzi.
Credo che alla base ci sia una motivazione di tipo personale; di simpatia da parte di Bin Salman verso Renzi; o, se vogliamo, Renzi è riuscito ad intortare Bin Salman, in una qualche maniera.
Se così stanno le cose allora è facile capire come mai uno che in Italia raccatta i derelitti della politica per far numero abbia credito in Arabia.
E si spiega pure perchè il personale diplomatico presente in Italia non dica a Bin Salman quanto vale effettivamente Renzi; tengono famiglia anche in Arabia e guai a contestare il padrone.
Restando nel merito dell’articolo; Renzi da abile comunicatore quale altri ritengono che sia, io personalmente no, gli racconterà tutte le cazzate possibili ed immaginabili.
In arabia ed in tutti i ricchi paesi del golfo, chi tira veramente la carretta sono gli immigrati; in special modo gli indiani ed i filippini.
Sono sfruttati in modo a dir poco ignominioso; i morti per realizzare gli stadi dei mondiali di calcio in Qatar ne sono un esempio
Quando arrivano in Arabia il loro datore di lavoro gli ritira il passaporto così da impedire loro di lasciare il paese e poi turni di lavoro massacranti, svolgimento delle mansioni più umili e vivono nel terrore più assoluto di sbagliare nello svolgimento dei loro incarichi.
Una quasi schiavitù per farla breve.
Il Jobs act? Di quale jobs act parliamo? di quello fatto in Italia?
Agli asiatici che sono li non potrei che augurarglielo
Non so cosa gli racconterà il hazzaro ma credo che se si scosta da quello che vi ho raccontato sarà la sua ultima collaborazione; altro che jobs act.
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Tanto a loro non costa nulla pagare il miserevole cazz.ro ,mancia pour les employe .., nulla più bisogna vedere poi come fa sraccontargli le penose barzellette della sua gloriosa ascesa ..saranno in arabo ?.
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