COSA C’È DIETRO L’ACCORDO SUI MIGRANTI – Il catalogo. La convenzione sulla previdenza finora bloccata, i dispetti dei greci sull’ingresso nell’Unione e il “tubo” verso la Puglia da 1 mld

(DI MARCO PALOMBI E CARLO DI FOGGIA – ilfattoquotidiano.it) – L’accordo tra Italia e Albania che vorrebbe delocalizzare in parte la gestione dei migranti (36 mila l’anno massimo) è un assist per Giorgia Meloni se non altro a livello propagandistico. Il premier albanese Edi Rama lunedì l’ha condito con un discorso cuore in mano in ottimo italiano: “Non penso che saremo in grado di pagare il debito verso l’Italia e il popolo italiano per quello che hanno fatto per noi dal primo giorno in cui siamo arrivati su queste coste. Quel debito non si ripaga. Ma se l’Italia chiama, l’Albania c’è”. In separata sede, però, anche l’Albania chiama e l’amica Giorgia dovrà rispondere: dalle pensioni dei lavoratori albanesi all’acquedotto verso la Puglia fino all’adesione di Tirana all’Ue, l’Italia dovrà dare qualcosa in cambio all’amico Edi.
Dateci la pensione. È una vecchia vicenda a cui Tirana tiene molto e per capirla serve un breve riassunto delle puntate precedenti. In Italia, com’è noto, vivono e lavorano tanti albanesi: molti di loro, però, hanno il problema di non essere riusciti a maturare i contributi necessari per la pensione né in Italia (almeno 20 anni) né in Albania (15 anni), mentre altri si ritrovano a perdere uno dei due montanti pensionistici. La questione va sanata con una convenzione tra Italia e Albania per congiungere i contributi versati nei due Paesi (tecnicamente “totalizzazione”) per garantire a chi s’è pagato la pensione di non perdere i suoi soldi. Le pressioni albanesi sul punto divennero continue dopo l’aiuto prestato all’Italia ai tempi del Covid e alla fine, siamo nel luglio 2022, hanno prodotto una bozza di convenzione messa a punto dalle due parti: il Parlamento – con un emendamento alla legge di Bilancio – ha persino stanziato il fondo da 200 milioni in dieci anni necessario a coprire l’accordo. Da allora, però, il ministero degli Esteri guidato da Antonio Tajani, probabilmente su mandato del Tesoro, pone continui problemi tecnici alla ratifica della convenzione, che ora potrebbero essere superati in nome della delocalizzazione dei migranti: secondo la stampa albanese, la platea interessata nel decennio è di circa 500 mila lavoratori, questo renderebbe insufficiente in prospettiva la copertura decennale già stanziata e spiegherebbe la frenata del Tesoro, peraltro impegnato in queste settimane a tagliare le pensioni degli italiani.
L’acquedotto. Un tubo sottomarino che dovrebbe collegare un ricco bacino idrico albanese (quello, splendido, di Syri i Kaltër, “l’occhio azzurro”) con l’assetata Puglia. Anche questo è un vecchio progetto che quest’anno ha però subito una brusca accelerata e ottenuto a maggio il via libera del governo albanese: 4 anni di lavori, 1 miliardo di investimento per 150 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, 8 mila posti di lavoro per Tirana. “L’acqua ci costerebbe comunque meno”, ha detto Michele Emiliano. “Un grande progetto per cui servono soldi: avrò un incontro su questo a Roma”, diceva a fine agosto Edi Rama sui giornali di Tirana. Capofila del progetto è la società regionale Acquedotto Pugliese (Aqp) e l’avventura, dicono al Fatto fonti albanesi, ha la benedizione di Palazzo Chigi nella persona del potente sottosegretario Giambattista Fazzolari, specie dacché – siamo al 20 giugno – Aqp ha siglato un accordo di partnership con Acea finalizzato anche a “progetti e investimenti (…) sia in Italia che all’estero con particolare riguardo alla messa in sicurezza dell’approvvigionamento e alla tutela della risorsa idrica”. Non solo: “Una volta deciso di realizzare una condotta sottomarina, potrebbe essere utile ottimizzare le energie utilizzandola anche per altro”, ha spiegato un paio di settimane fa a MF la dg di Acquedotto Pugliese Francesca Portincasa. In sostanza, già che bisogna fare un tubo sotto il mare si potrebbe usare anche per portare fibra e cavi elettrici, altri due settori in cui Acea ha robusti interessi. Ora bisogna mettere insieme il miliardo che serve: Acea e Aqp investiranno soldi loro, ma dovranno arrivare fondi anche dalla Bei (la Banca europea degli investimenti) e ovviamente da Stato e Regione Puglia.
Adesione all’Ue. Rama ci ha puntato tutto e gli albanesi vogliono (e si aspettano) entrare nell’Unione. Il governo di Tirana però ha un grosso problema: la Grecia. L’Albania, come altri Paesi balcanici, ha fatto domanda d’ingresso nel 2009 e ha lo status di “Paese candidato” dal 2014: l’Ue, come sempre in questi casi, chiede riforme pro-mercato, del sistema giudiziario, dei diritti civili e le cose vanno per le lunghe, tanto più che contro l’ingresso di Tirana s’era schierata la Francia (e non solo). La guerra in Ucraina, però, ha cambiato tutto, rendendo i Balcani centrali negli assetti del potere continentali: a luglio 2022 Tirana ha ottenuto la prima conferenza intergovernativa con la Commissione Ue. Nonostante i mugugni dei Baltici e dei Paesi dell’Est, che con un nuovo allargamento perderanno soldi, le cose sembravano girare per il verso giusto per Tirana quando il governo Rama è entrato in rotta di collisione con la Grecia: i due Paesi hanno diverse questioni aperte (a partire dai confini marittimi e dalla gestione della frontiera terrestre), ma quel che ha riportato i rapporti Tirana-Atene all’anno zero è l’arresto di un (controverso) politico della minoranza greca in Albania, Fredi Beleri.
Eletto sindaco di Himara il 14 maggio, due giorni prima Beleri era stato arrestato per aver comprato voti e da allora è in carcere in attesa che inizi il processo: per le autorità greche, compreso il premier Kyriakos Mitsotakis, si tratta di un arresto illegale, basato su accuse infondate, in sostanza una persecuzione “anti-greca”. Il risultato è che Rama non è stato invitato all’incontro tra i Paesi dei Balcani occidentali e l’Ue tenutosi ad Atene il 21 agosto. Ora il buon Edi spera che l’amica Giorgia ci metta una buona parola. Quando l’Albania chiama…
Prima Crosetto, adesso Rama, la Nana d’Italia è appassionata di giganti…
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La fanno sentire piccola e nera… Calimera.
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