Più che comprensibile che la premier cerchi, adesso, di circoscrivere l’incendio che dal Medio Oriente rischia di allargarsi all’Europa investendo in pieno il nostro paese. Più che giusto che inviti gli spargitori […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Dobbiamo evitare che si cada nella trappola dello scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili”. Giorgia Meloni

Più che comprensibile che la premier cerchi, adesso, di circoscrivere l’incendio che dal Medio Oriente rischia di allargarsi all’Europa investendo in pieno il nostro paese.
Più che giusto che inviti gli spargitori (a vario titolo) di benzina sul fuoco a non cadere “nella trappola” dello scontro tra civiltà. Quello, per capirci, che ci mostra il solito film dell’Islam coalizzato, senza eccezione alcuna, per attentare alla incolumità e ai valori cristiani dell’Occidente.
Una visione a cui la sorella d’Italia aveva in qualche modo dato Vox sulle piazze ma che, una volta approdata a Palazzo Chigi, non può più avallare per la delicatezza dei rapporti internazionali che il ruolo di governo comporta. Il problema è che la narrazione della destra televisiva (con Libero, Giornale e La Verità di supporto), imperniata da talk incendiari e titoli grancassa proprio sullo scontro di civiltà che sarebbe in atto, sembra essere rimasta a Meloni Uno. Dando l’impressione di sbattersene bellamente delle subentrate preoccupazioni da parte di Meloni Due. Giovedì scorso la visione, su Rete4, di “Dritto e Rovescio” forniva un interessante paradigma di come il conflitto religioso e culturale viva e combatta intorno a noi. A farsi portavoce dell’integralismo più bieco c’era Zulfiqar Khan, Imam di Bologna che citando alla rinfusa testi biblici affermava che Israele e gli ebrei sono “terroristi” e “traditori”. Tra l’altro il personaggio, addobbato con una lunga e minacciosa barba rituale, appariva come il perfetto incarnato del predicatore intollerante mentre i presenti Senaldi e Delmastro inorridivano. Intanto, Paolo Del Debbio regista dell’inquietante quadretto si aggirava per lo studio con l’espressione impagabile del gatto che gioca col topo in attesa di farne un solo boccone.
Naturalmente, tolte le solite frange estremiste i due milioni e più di islamici in Italia non meritano di essere rappresentati come degli intolleranti solidali con i massacri di Hamas, e siamo sicuri che anche il conduttore la pensasse così. Pur tuttavia le regole dello show politico impongono la polarizzazione delle opinioni e sappiamo tutti che alla vista di un Imam, poniamo, favorevole al dialogo tra israeliani e palestinesi sarebbero stati in molti a cambiare canale. Regoletta che vale anche per Matteo Salvini, promotore della manifestazione del 4 novembre a Milano “in favore dell’Occidente”, che sembra fatta apposta per sottrarre qualche consenso anti-immigrati (portatori sani di terrorismo secondo la vulgata destrorsa) alla moderata Meloni. Si chiama scontro di audience, cara Giorgia, e tu non puoi farci niente.