Migliaia di morti a Gaza sotto i bombardamenti indiscriminati di Israele. 2.300 bambini deceduti. Tel Aviv chiede l’evacuazione del nord della Striscia di Gaza, famiglie intere abbandonano le loro case e si mettono […]

(DI ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it) – Migliaia di morti a Gaza sotto i bombardamenti indiscriminati di Israele. 2.300 bambini deceduti. Tel Aviv chiede l’evacuazione del nord della Striscia di Gaza, famiglie intere abbandonano le loro case e si mettono in marcia per scoprire che i bombardamenti non cessano neanche al sud. Israele pretende l’evacuazione degli ospedali, come se fosse possibile un’operazione del genere, con i vecchi in terapia intensiva, i feriti, i bambini nelle incubatrici.
Mentre le popolazioni arabe sono in rivolta e le piazze delle capitali di Europa sono occupate da migliaia di manifestanti, perlopiù giovani, che non restano insensibili al dramma di Gaza, i governi europei e statunitensi bloccano le risoluzioni Onu che chiedono il cessate il fuoco e condannano accanto ad Hamas anche Israele. Le democrazie occidentali svelano il loro vero volto. La presidente del Consiglio porta la solidarietà del popolo italiano a Netanyahu mentre la carneficina è in corso. Come nota Domenico Gallo, Giorgia Meloni è libera di offrire il sostegno a un altro esecutivo di destra estrema che viola il diritto internazionale e umanitario ma non deve parlare a nome del popolo italiano. Non siamo complici dei crimini di guerra.
Il Segretario generale dell’Onu, dopo aver esitato non poco, finalmente pronuncia un discorso nel quale sottolinea principi evidenti: la condanna della violenza spropositata di Israele deve affiancare quella di Hamas. L’organizzazione terroristica non nasce dal nulla, ma è il prodotto della chiusura di ogni canale politico, di anni di violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e di instaurazione di un regime di apartheid a Gaza. Un piccolo Stato, con una popolazione che non raggiunge i dieci milioni di abitanti, colpevole di non avere applicato innumerevoli risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, insorge contro Guterres chiedendone le dimissioni. Un’arroganza senza limiti che Usa ed Europa hanno costruito, garantendo a Tel Aviv l’impunità. Hanno così sporcato la storia del popolo ebraico, la sua democrazia che è esistita, il dinamismo di una società civile che ancora oggi ha un dibattito pubblico più aperto di quello delle democrazie occidentali.
Ci preoccupiamo di salvare gli ostaggi, non di evitare la morte dei ragazzi di Gaza, 40% della popolazione sotto i 14 anni. Biden richiede di ritardare l’operazione via terra per permettere il negoziato e per meglio posizionarsi in vista di un allargamento del conflitto. Usciti gli ostaggi la carneficina può continuare. Siamo già alla gerarchia tra vite umane. I palestinesi contano poco.
Gli intellettuali nostrani, ad esempio Paolo Mieli e Domenico Quirico, ricamano i nuovi alibi per l’Occidente democratico, complice del massacro dei bambini. L’opinione pubblica deve rassegnarsi. La carneficina è dovuta. Ancora una volta difendiamo la libertà contro il nemico da noi creato. Israele come l’Ucraina sono gli avamposti della resistenza democratica. Guterres, che ha osato cercare le cause profonde e radicate di Hamas nella questione medio orientale, è indegno di ricoprire il suo ruolo.
Confesso che ho paura. Sembra non ci siano più linee rosse. Le stiamo oltrepassando tutte. Barbarie, cinismo, mistificazioni, propaganda. La democrazia si sgretola con la negazione di un corretto diritto di informazione dei cittadini.
Le domande razionali non trovano risposta. Come è possibile avere considerato Putin un criminale di guerra e non Netanyahu? Perché la Corte Penale Internazionale non interviene contro provati crimini di guerra? Paragoniamo la strategia russa in Ucraina, i morti, gli obiettivi militari e civili bombardati con la strategia di Israele e facciamo le opportune differenze. Perché l’Ue, che si dice patria dei diritti umani, non condanna Israele? Cimiteri di ragazzi in Ucraina e di bambini a Gaza pesano sulle coscienze delle nostre classi dirigenti. Di fronte a un allargamento del conflitto in Ucraina come in Medio Oriente, non ci sono proposte di de-escalation. La propaganda bellicista non ha freni. La sicurezza dei popoli di Europa è a rischio nell’inconsapevolezza di un’opinione pubblica addomesticata dai media.
C’è un fronte del dissenso che si allarga, composto da giovani e dagli elettori che non vanno più alle urne. Sul web passa la contro-informazione proibita sulle tv e sui giornali. Purtroppo esso è frammentato, disperso in mille movimenti che affermano una propria identità. Obiettivi a volte irrealistici, come l’uscita dalla Nato, li ghettizzano e non aiutano ad allargare il sostegno a battaglie fortemente sentite nella società civile. Malgrado le dispersioni, tuttavia, il dissenso prende forza e cerca rappresentanza nella politica.
Un abbraccio grande per il cantarle chiare e senza peli sulla lingua.
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Governi occidentali ipocriti, falsi, guerrafondai. Mai nella storia contemporanea sono coincisi tanti cialtroni assassini in posti di governo. Invece, l’ONU, simbolo di inutilità per anni, finalmente ha espresso una posizione totalmente condivisibile. Ma troppo tardi
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Grazie signora Basile, grazie dal profondo del cuore. Se si dovesse candidare alle prossime elezioni europee, magari con i 5 Stelle, le darò con entusiasmo il mio voto.
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In questo caso io NON darò il mio vcto ai 5 Stelle. Ma non credo succederà. Se la signora Basile arriverà a candidarsi per le Europee lo farà con il partito di Fratoianni. Con molto entusiasmo.
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sappiamo bene per CHI funziona il tuo VAD
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VAD??
Dispositivo di Assistenza Ventricolare? 🤔😃
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Il nostro mondo,quello occidentale , commette lo stesso errore che commette la nostra classe politica: è ottusamente autoreferenziale. Può illudersi di essere vincente solo perchè continua con i suoi media ad autoconvincersene. Prendiamo ad esempio la guerra in Ucraina, mettendo da parte le ragioni ed i torti ragionando solo sull’esito : quando la federazione russa avrà ottenuto ciò che si era proposto , a cosa saranno servito i migliaia di servizi giornalistici pro ucraina messi in onda dai loro media ? A niente, come del resto è già accaduto con L’Afganistan.
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vorrei sapere chi ha contato quei 2300 bambini morti….se non la propaganda
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Il ministero della salute palestinese.
A ieri sera erano 3018 o 3028, non ricordo.
Ovviamente non posso sapere se siano numeri reali, so solo che qualche decina li ho visti nei video.
Personalmente ritengo che a naso siano molti di più, come per i terremoti (del resto è come se fosse arrivato un enorme terremoto in effetti) e che contino solo quelli ufficiali ma non i dispersi.
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voglio solo esprimere la mia incredulita’ su questa notizia orrificante…
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Articolo di grande valore morale civile democratico. Ormai i figuri al soldi dei giornaloni svelano il loro volto. Bravacci al soldo di chi comanda. Gentaccia mascherata di perbenismo di facciata, in realtà
servi nell’anima opportunisti accaparratori di prebende e posti di potere a cui regalano in cambio ciulo e dignità. Fanno schifo.
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Grazie Elena, avanti
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Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;
– Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l’attacco a Gaza;
– Risoluzione 111 (1956): condanna Israele per l’attacco alla Siria, che ha ucciso cinquanta-sei persone;
– Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona “no man” (di nessuno) a Gerusalemme;
– Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite;
– Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria;
– Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano;
– Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi;
– Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale;
– Risoluzione 248 (1968): condanna Israele per il suo attacco massiccio su Karameh in Giordania;
– Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme;
– Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250;
– Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica;
– Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;
– Risoluzione 259 (1968): deplora il rifiuto di Israele di accettare la missione delle Nazioni Unite per valutare l’occupazione dei territori;
– Risoluzione 262 (1968): condanna Israele per l’attacco sull’aeroporto di Beirut;
– Risoluzione 265 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei di Salt in Giordania;
– Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme;
– Risoluzione 270 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi nel sud del Libano;
– Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme;
– Risoluzione 279 (1970): chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano;
– Risoluzione 280 (1970): condanna gli attacchi israeliani contro il Libano;
-Risoluzione 285 (1970): richiesta dell’immediato ritiro israeliano dal Libano;
– Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele;
– Risoluzione 313 (1972): chiede ad Israele di fermare gli attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 316 (1972): condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano;
– Risoluzione 317 (1972): deplora il rifiuto di Israele di ritirarsi dagli attacchi;
– Risoluzione 332 (1973): condanna di Israele ripetuti attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 337 (1973): condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano;
– Risoluzione 347 (1974): condanna gli attacchi israeliani sul Libano;
– Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale;
– Risoluzione 425 (1978): chiede a Israele di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 427 (1978): chiede a Israele di completare il suo ritiro dal Libano;
– Risoluzione 444 (1979): si rammarica della mancanza di cooperazione con le forze di pace delle Nazioni Unite da parte di Israele;
– Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 450 (1979): chiede a Israele di smettere di attaccare il Libano;
– Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati;
– Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma;
– Risoluzione 467 (1980): deplora vivamente l’intervento militare di Israele in Libano;
– Risoluzione 468 (1980): chiede a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci palestinesi e di un giudice, e di facilitare il loro rientro;
– Risoluzione 469 (1980): deplora vivamente la mancata osservanza da parte di Israele dell’ordine del Consiglio di non deportare i palestinesi;
– Risoluzione 471 (1980): esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra da parte di Israele;
– Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla;
– Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale;
– Risoluzione 484 (1980): dichiara imperativamente che Israele rilasci i due sindaci palestinesi deportati;
– Risoluzione 487 (1981): condanna con forza Israele per il suo attacco contro l’impianto per la produzione di energia nucleare in Iraq;
– Risoluzione 497 (1981): dichiara che l’annessione israeliana del Golan siriano è nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;
– Risoluzione 498 (1981): chiede a Israele di ritirarsi dal Libano;
– Risoluzione 501 (1982): chiede a Israele di fermare gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe;
– Risoluzione 509 (1982): chiede ad Israele di ritirare immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 515 (1982): chiede ad Israele di allentare l’assedio di Beirut e di consentire l’ingresso di approvvigionamenti alimentari;
– Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 518 (1982): chiede che Israele cooperi pienamente con le forze delle Nazioni Unite in Libano;
– Risoluzione 520 (1982): condanna l’attacco di Israele a Beirut Ovest;
– Risoluzione 573 (1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia durante l’attacco alla sede dell’OLP;
– Risoluzione 587 (1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi;
– Risoluzione 592 (1986): deplora vivamente l’uccisione di studenti palestinesi all’università di Bir Zeit ad opera di truppe israeliane;
– Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;
– Risoluzione 607 (1988): chiede ad Israele di non espellere i palestinesi e di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;
– Risoluzione 636 (1989): si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 641 (1989): continua a deplorare la deportazione israeliana dei palestinesi;
– Risoluzione 672 (1990): condanna Israele per le violenze contro i Palestinesi a Haram Al-Sharif/Temple Monte;
– Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite;
– Risoluzione 681 (1990): deplora la ripresa israeliana della deportazione dei palestinesi;
– Risoluzione 694 (1991): si rammarica della deportazione dei palestinesi e chiede ad Israele di garantire la loro sicurezza e il ritorno immediato;
– Risoluzione 726 (1992): condanna fermamente la deportazione dei palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 799 (1992): condanna fermamente la deportazione di 413 palestinesi e chiede ad Israele il loro immediato ritorno;
– Risoluzione 1397 (2002): afferma una visione di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all’interno di frontiere sicure e riconosciute;
– La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.
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E siamo SOLO al 2004…ma l’elenco è più che sufficiente per giungere alla conclusione che Israele, delle risoluzioni ONU, se ne STRACATAFOTTE alla grande.
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Si vede che hanno un santo in paradiso…
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O un diavolo all’inferno…
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Grazie smsparviero 💝
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❤ ❤ ❤
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