
(Stefano Rossi) – Il T.A.R. Lazio con la sentenza n. 15408 depositata il 18 ottobre scorso ha dato torto alla Regione Lazio, al Comune di Roma e al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, sulla nota vicenda della ZTL e le auto storiche (ma anche vecchie, sulla distinzione si veda più avanti).
Come noto, al fine di combattere l’annoso problema dell’inquinamento dell’aria nei centri abitati, molti comuni adottano le ZTL con limitazioni ai veicoli più vecchi che inquinano di più rispetto ai veicoli con motori più nuovi.
Nel fare questo, le varie pubbliche amministrazioni locali hanno predisposto negli anni dei piani di intervento per limitare la circolazione con zone, orari e giorni interdetti alle auto più vecchie.
Ma come sempre sbagliano in partenza.
Negli studi di fattibilità non sono state prese in considerazione le auto storiche, cioè, quelle certificate dall’A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano) che, per mezzo di una sua federata, la Scuderia Romana La Tartaruga, ha fornito ai giudici il reale numero delle auto ritenute più inquinanti”. Si legge nella sentenza: “… i mezzi con valore storico di cui all’art 60 del Codice della Strada circolanti in tutta Italia nell’anno 2019 erano complessivamente 47.983, di cui 39.577 autovetture, ossia lo 0,009 del totale; di questi il numero complessivo dei veicoli con valore storico (autovetture più motoveicoli) riferibili alla Regione Lazio erano indicativamente tra i 7.000 e i 10.000, ossia lo 0,022% del totale dei mezzi circolanti nella Regione Lazio (nel 2018 circa 3.769.957)”.
In buona sostanza, le auto più vecchie, ritenute a torto la causa dell’inquinamento maggiore nei centri abitati, incidono dello 0,022% almeno nella Regione Lazio.
Si tenga poi presente che è emerso che i dati di riferimento per le decisioni prese dalla Regione Lazio, a guida Nicola Zingaretti,: “erano obsoleti poiché risalivano all’anno 2015 per le emissioni e all’anno 2018 per il parco veicolare, quindi anteriori di quattro anni rispetto all’atto di Aggiornamento del Piano di Risanamento della qualità dell’Aria approvato a fine 2022”.
Nella citata sentenza viene ricordata la sentenza del Consiglio di Stato, la n. 362 del 2020, con la quale veniva accolto il ricorso dell’A.S.I. contro i provvedimenti del Comune di Torino proprio in proporzione all’esiguo numero dei veicoli storici rispetto al totale di quelli immatricolati.
Per concludere, con la sentenza n. 15408 del 2023, si da torto alla Regione Lazio e alle altre citate per mancanza di proporzionalità e irragionevolezza per non aver predisposto un serio piano per le auto storiche, per altro di numero assai esiguo.
Si legge nella decisione: “la mancanza di una base istruttoria emerge con evidenza nel momento in cui per gli autoveicoli “storici” non è stata prevista alcuna distinzione tra periodi dell’anno (autunno/inverno – primavera/estate) come invece avvenuto per i veicoli appartenenti alle classi di omologazione euro 4; né è stato previsto un sistema di ingressi contingentato o un numero di km percorribili (come previsto da altre amministrazioni); né, infine, si è tenuto conto della distinzione tra veicoli storici ventennali e ultratrentennali”.
In questa vicenda si deve amaramente concludere che il sindaco di Roma, Gualtieri, aveva definito le auto più vecchie come “rottami” e tra queste ci sono le auto storiche certificate A.S.I., che sono un patrimonio culturale e storico del nostro Paese e spesso vengono esposte in varie manifestazioni e musei.
Fa riflettere la politica del Pd che senza minimamente curarsi della crisi economica e sociale, senza potenziare i servizi di trasporto pubblico, azzera d’un colpo la possibilità di circolazione delle auto più vecchie. Infatti, il suo assessore alla Mobilità, Patané, ha subito commentato la sentenza con queste parole: “Bisogna mettersi d’accordo con onestà intellettuale; che cos’è storico e cosa è semplicemente vecchio? Sulle prime sono disposto a discutere, sulle seconde no”.
E questo è perfettamente in linea con la politica del Pd che è distante anni luce con le fasce più deboli e vulnerabili. E spesso le prende pure per i fondelli. Come con l’iniziativa di agevolare l’abbonamento gratuito ai mezzi pubblici dell’Atac, ma solo per un anno e solo se rottami l’auto e non ne acquisti un’altra.
Qualche ben pensante dirà che è l’Europa che ce lo chiede. Si tratta di un ricattino tipico dei cinici che non hanno altri argomenti per giustificare le nefandezze commesse in politica.
Io di argomenti ne ho fin troppi. E in questi casi si risponde che, al 18 ottobre 2023, ci sono ben 77 procedure di infrazione contro l’Italia e nessuno ci perde il sonno e ci sono multe che stiamo pagando da anni senza che nessuno ponga rimedio.
Quello della ZTL e le auto vecchie è una guerra dei ricchi (in questo caso politici) contro i poveri indifesi.
Speriamo che il Movimento 5 Stelle se ne renda conto e aggiorni l’agenda politica dei prossimi giorni.
Di auto vecchie ed inquinanti ,diciamo fino ad euro4 ed appartenenti ai residenti della nuova ztl, non è che ce ne siano molte e abitandoci parlo con cognizione di causa .
Il problema sorge quando vuoi arrivare col tuo mezzo inquinante sotto il Colosseo ma sei andato ad abitare all’esterno per far respirare aria buona ai tuoi figli, oppure con la stessa cifra volevi i tuoi 100 m.q. e non ti accontentavi di averne meno.
Le soluzioni tipo numero di ingressi limitati ,X km consentiti oltre i quali vai in difetto ci sono.
Questa è stata la solita porcata fasciolegaiola , tipo la raccolta firme nelle borgate,salvo bloccarsi appena l’ex spacciatore ha preso la poltrona di presidente di regione ,diventando quindi un soggetto coinvolto e con potere decisionale.
A sti mentecatti provai a dirlo di raccogliere le firme solo nelle aree coinvolte e non di cercarle in tutta Roma, chiaramente non ci fu risposta.
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