Sgarbi indagato. Ecco i suoi favori retribuiti. Fatti e compensi. Fa un video contro i lavori di un parcheggio a Genova e il principe Pallavicino gli versa 54 mila € Seleziona l’artista Pratesi per la Biennale e lei gli paga 4.500 € […]

(DI THOMAS MACKINSON – ilfattoquotidiano.it) – Chiede la testa del sovrintendente che “disturba” il principe, che gli regala 54mila euro. Seleziona un’artista per la Biennale, che poi gli bonifica 4.500 euro. E se c’è da chiedere un “passaggio”, il sottosegretario Vittorio Sgarbi chiede la Nave di Stato al prefetto, facendo passare la sua presenza a un evento (a pagamento) per “missione istituzionale”, per la quale chiederà pure il rimborso. Ma Sgarbi rilancia, poco turbato dall’inchiesta del Fatto sui sostanziosi emolumenti riscossi – direttamente o attraverso società intestate al suo principale collaboratore al ministero, Antonino Ippolito, e alla fidanzata, Sabrina Colle, per conferenze, inaugurazioni, lezioni magistrali e quant’altro, compresa la giuria di Miss Italia del prossimo 11 novembre. “Se ho guadagnato 300 mila euro in nove mesi? Non lo so, forse è una cifra sottostimata, spero siano molti di più”.

Per lui sono attività “episodiche” compatibili con la carica di sottosegretario alla Cultura, checché ne dica la legge sul conflitto di interessi: “Il titolare di cariche di governo non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati” (legge n. 215/2004, art. 2). Il Fatto ha ricostruito parte degli eventi a pagamento di quest’anno: 28 in nove mesi per 214 mila euro (oltre Iva) di compensi, cinque ancora da confermare per altri 41 mila, compreso Miss Italia. Valuterà l’Antitrust se sono “episodici” e quindi leciti.

Ci scherzano sopra Sgarbi e il suo avvocato, Giampaolo Cicconi: “Meraviglioso è pensare – dice il legale – che vi sia incompatibilità fra la funzione di sottosegretario e quella di presidente della giuria di Miss Italia. È inopportuno per ragioni di prostata?”. Ieri sera Sgarbi ha sventolato “una lettera dell’Anac” che escludeva incompatibilità per il suo ruolo in alcune Fondazioni e l’attività giornalistica: nulla di simile per eventi, mostre e lezioni a pagamento.

Il punto vero, forse, è cosa c’è dietro. “In funzione della posizione e delle deleghe – racconta una fonte – Sgarbi è oggetto di continue sollecitazioni di soggetti pubblici e privati che chiedono il suo diretto intervento per iniziative d’ogni tipo”. Possibile? A Genova, ad esempio, Domenico Antonio Pallavicino ha un problema. Si affaccia dal suo splendido palazzo nobiliare in piazza Portello e maledice le ruspe che scavano parcheggi. Il 2 gennaio il sottosegretario Sgarbi fa una videodenuncia contro quel “cubo di cemento immondo” e chiede “la rimozione dei vertici della soprintendenza”, rei di non averlo bloccato. Non accenna al suo ruolo di direttore artistico della Fondazione Pallavicino Onlus, la casa-museo della nobile famiglia. Col dito fa scorrere le foto degli scavi, senza accorgersi che il mittente si vede ed è Claudio Pietro Senzioni, amministratore dei beni del principe. Pallavicino il 16 maggio e il 12 giugno bonifica a Sgarbi 24 e poi 30 mila euro. Il primo senza causale, l’altro con causale “regalia”.

“L’artista Barbara Pratesi, tre opere alla Pro Biennale” si legge sui giornali ad aprile, “l’artista selezionata a Venezia da Sgarbi” che fa parte della giuria. Le opere saranno esposte dal 5 al 9 maggio nel Padiglione Spoleto. Un mese dopo, il 6 giugno, la pittrice bonifica a Sgarbi 2.500 euro, altri 1.000 euro il 20 giugno e ancora 1.000 euro il 27 giugno.

“Mai nessun rimborso è stato chiesto dal sottosegretario, né dai collaboratori del suo Ufficio per le iniziative di carattere ‘non istituzionale’”, tuona il legale. Davvero? Il 16 agosto 2023 al capo segreteria Ippolito arriva la richiesta di una prof. di Messina. Vuole il sottosegretario per presentare la “Messina Bendata” il 9 settembre. Lui risponde da titolare della Ars Srl, l’accordo è per 5 mila euro più Iva. A carico degli organizzatori i voli, l’albergo di categoria “non inferiore alle 4 stelle” per Sgarbi, l’assistente, l’addetto stampa, nonché i trasferimenti da e per l’aeroporto e l’auto con autista. L’indomani devono rientrare ma su Reggio Calabria. Ed ecco il genio. Il capo segreteria Ippolito alle 9:59 scrive al Prefetto di Messina per richiedere un passaggio. “Egregio Prefetto, il Sottosegretario Vittorio Sgarbi è a Messina per la visita ad alcune istituzioni culturali e dei sopralluoghi”, non potendo scrivere che era lì per una prestazione a pagamento. “Il Sottosegretario le chiede di agevolare il trasferimento a Reggio Calabria (e da Reggio Calabria all’aeroporto) con un mezzo navale dello Stato”. Fine della storia? No, perché una volta rientrato il Sottosegretario chiede il rimborso per le “missioni” del 9-10 settembre. L’ufficio competente contesta: “Il pasto del 9 settembre sembra essere consumato in luogo diverso dalla località di missione. L’utilizzo del taxi deve essere motivato”.

Il 15 maggio 2023 Sgarbi è ad Arpino (Frosinone), dove lo proclamano sindaco. Teleuniverso Tv e le dirette Facebook documentano i comizi nei quali promette di farla conoscere al mondo, cosa che “un piccolo amministratore locale non può fare”. Mentre uno grande può poi scrivere agli uffici ministeriali una email con oggetto: “Sottosegretario Vittorio Sgarbi, missione ad Arpino in data 15 maggio 2023 per visite istituzionali”. Nella lettera cita il regolamento sui rimborsi e la circolare n. 158 del 2017. Che al primo punto definisce “missione” l’“attività istituzionale nell’interesse dell’Amministrazione”. Dell’amministrazione di Arpino, della Ars Srl di Ippolito o di casa Sgarbi?

(2 – Continua)