Visita della premier agli stand dell’associazione che tra aiuti e porte girevoli è azionista esterno del governo: “Siamo con te”

(di Emanuele Lauria – repubblica.it) – ROMA – “Si parla di governi tecnici, ma noi vogliamo la stabilità, Giorgia. Saremo al tuo fianco perché questo governo duri cinque anni!. Non è un alleato di maggioranza della premier a parlare, almeno non in senso tradizionale. È Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, che dal podio del villaggio gastronomico dedica parole al miele a Giorgia Meloni, con un inconsueto salto a piè pari nel dibattito politico. Lei, la presidente del Consiglio, ricambia l’ampio sorriso e qualche attimo dopo lascia il posto in prima fila e sale sul palco ad abbracciarlo. Poco distante, Vincenzo Gesmundo, storico segretario generale dell’associazione, alza le braccia al cielo in segno di vittoria. È un matrimonio che torna a celebrarsi, un rito che si rinnova.
L’anno scorso, di questi tempi, Meloni omaggiava Coldiretti, a Milano, della sua prima uscita pubblica dopo la vittoria elettorale. Stavolta ha accorciato il viaggio in Mozambico e Congo, riducendolo in tutto a una giornata, e dopo nove ore di viaggio notturno culminato in uno sbarco all’alba, non ha rinunciato a un “tuffo” lungo più di un’ora fra gli affollatissimi stand del Villaggio al Circo Massimo. Impossibile resistere al richiamo di quello che molti definiscono il principale azionista esterno del governo, un milione e seicentomila agricoltori iscritti, il 70 per cento delle sigle di categoria, e campagne in nome del “mangia sano, mangia italiano” da portare avanti insieme, in un orizzonte indistinto di uomini, risorse, propaganda. Raffaele Borriello, nuovo capo di gabinetto del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (cognato della premier), è l’ex dirigente dell’area legislativa della Coldiretti.
Inevitabile che sulla scrivania di Borriello passerà anche la graduatoria dei contributi (690 milioni di euro) per i contratti di filiera: e ai primi posti non mancano i progetti presentati dall’associazione. Ora, Borriello è un esperto di lunga data ma certo la vicenda è emblematica di un legame forte fra un’articolazione dello Stato e un soggetto privato. Legame che ha altri volti. Come quello di Alessandro Apolito, capo del servizio tecnico di Coldiretti che prima (nel governo precedente) lavorava ai vertici del ministero e col quale oggi mantiene rapporti molto stretti. Occupandosi di contratti di filiera.
Movimenti che avvengono dietro i proclami dei frontman come Lollobrigida, appunto, che scalda la platea di Coldiretti dicendo che “il Parlamento italiano quanto prima vieterà definitivamente, nella nostra nazione, la produzione, la commercializzazione e l’importazione del cibo sintetico”. E pazienza se, proprio alla luce del dibattito parlamentare in corso e per un “approfondimento delle tematiche oggetto del ddl”, il ministro ha chiesto all’Ue la revoca della notifica sul provvedimento che proibisce i cibi da colture cellulari. Il clima, in questa mattinata di sole, fa sciogliere qualsiasi malumore nel governo. “Difendiamo le eccellenze italiane dall’omologazione”, scandisce la premier. Ma il caro-prezzi minaccia anche questo settore, Meloni lo sa e si sofferma su questo tema: “Con la manovra ci concentreremo ancora una volta sulla lotta all’inflazione galoppante e sulla necessità di aiutare famiglie e imprese ad avere una risposta”. Lunedì c’è il Cdm e il monito agli altri partiti è sempre lo stesso: “Non ci sono risorse da sperperare”.
Il resto è fatto di degustazioni, selfie, battute in romanesco, ressa davanti agli stand. Infila il riso in un pentolone, posa accanto a un toro maremmano, assaggia i taralli pugliesi e la bresaola della Valtellina, accetta con piacere le lenticchie di Castelluccio di Norcia (“Embé, non le conosco?”). Fino a prorompere, all’ennesimo salume offerto, in un “mi volete uccidere?”. Ma il cammino fra i banchi alimentari regionali della Coldiretti, all’interno del Circo massimo, è lungo: “Così arriviamo a Ostia”, scherza prima di concedersi a confessioni non irrinunciabili. Tipo: “La mia forma di pane preferito è la rosetta”. Visitando lo stand del grano, in realtà, viene fuori un riferimento alla situazione internazionale:”In giornate come queste ti interroghi sul fatto che c’è chi sta usando il grano come arma. E questo è inaccettabile”: il riferimento è alle spedizioni bloccate dalla Russia di Putin. Al banco del miele e delle erbe aromatiche alla premier viene consegnata una confezione di tisane con la scritta “Stay calm”: “Proverò a stare calma… Se c’è una riunione difficile, la darò ai miei ospiti”.
Hamas, l’Ucraina, i migranti, la manovra senza risorse: sono argomenti che d’un tratto svaniscono, che annegano in questo bagno di folla che Meloni vuole concedersi, anche per rispondere a chi sostiene che la sua luna di miele con gli italiani è finita. Ma qui sembra davvero giocare in casa la premier: è un rifugio, è la sua caotica comfort zone. Finché un bambino, al termine del tour gastronomico, non le si para davanti e con disarmante ingenuità dice: “Giorgia, abbassa le tasse”. La ricreazione è finita.
vomito
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I cambiamenti climatici vi seppelliranno coldirettori pattriottici.
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Del resto come fanno a NON essere d’accordo con dei MELONI?
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Ovvero:
La fiera delle Putt6nate!
Il trionfo dei venduti!
La ricerca dei neuroni!
Lo spargimento della saliva!
La sfilata dei parvenus!
L’apoteosi della “pacchianaggine”!
Lo squallore di una “Nazzione” alla deriva!
Che vogliamo di Ppiù?
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