
(Beppe Giulietti – ilfattoquotidiano.it) – Sbaglia chi pensa che le minacce del presidente del Senato, Ignazio La Russa, siano parte di un copione già scritto. Il preannuncio di querela e l’intervista autoprodotta segnano, se possibile, un nuovo salto di qualità. Stiamo parlando della seconda carica dello Stato, quello che tiene in casa il busto di Mussolini “regalato dal papà, immortalato più volte nel saluto romano, forse anche questo un affettuoso omaggio al padre e ai carissimi amici di Paternò.
La querela bavaglio scagliata da un governante o da una carica istituzionale ha comunque un effetto dirompente, punta a scoraggiare altre inchieste, si tratta di un avvertimento rivolto ad ogni cronista, infatti si annunciano denunce anche contro chi decidesse di riprendere l’inchiesta curata dalla redazione di Report e da Giorgio Mottola, cronista rigoroso, abituato a verificare e riverificare le fonti, stimato da chiunque abbia a cuore l’Articolo 21 della Costituzione.
Il presidente del Senato, particolare essenziale, ha anche autoprodotto una intervista, il suo portavoce ha letto le domande e Lui si è auto risposto, senza contraddittorio e senza mediazione alcuna, naturalmente senza vergogna e senza senso del ridicolo e del decoro istituzionale. Si tratta di un precedente gravissimo che va oltre anche le cassette autoconfezionate da Berlusconi che, almeno, non faceva neppure finta di rispondere alle domande.
La redazione di Report ha denunciato ma non ha cancellato nulla, facendo prevalere il diritto alla conoscenza sulla richiesta di auto-oscuramento.
Quanto è accaduto non riguarda solo Report, Sigfrido Ranucci, la sua redazione, la ferita che si è aperta riguarda la Costituzione, la libertà di informazione, riguarda anche chi crede di essere al riparo perché ha scelto di diventare lo zerbino di questa destra dai tratti fortemente nostalgici e illiberali. Non basta più l’indignazione, serve una grande manifestazione nazionale che chiami in piazza non solo chi ha già subito le “querele bavaglio”, ma anche chi non intende abbandonare la via maestra segnata dalla Costituzione antifascista.
Articolo 21 ci sarà sempre, comunque, dovunque,
Quelle minacce a Report meritano una risposta unitaria, non solo da parte delle associazioni dei giornalisti, ma anche dai cittadini minacciati nel loro diritto ad essere informati. L’Italia, con le querele annunciata da La Russa, ha conquistato il primato europeo per il numero di esposti presentati da rappresentanti delle istituzioni e del governo, superando anche Ungheria e Polonia. Chiediamo a tutte le forze di opposizione, in Italia e nel Parlamento europeo, di condividere una comune battaglia e di chiedere che l’Italia sia sottoposta, sul tema dei diritti e delle garanzie, alle medesime procedure che hanno riguardato Ungheria e Polonia, non a caso amico e sodali della destra di casa nostra.
Quali minacce? Oggi sarebbe unainaccia semplicemente rivolgersi alla magistratura affinché quella accerti se sia stato ingannato il proprio nome? Cosa temono gli agit prop sinistrati?
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Se magari le teste di ca22o come te capissero che i politici dovrebbero rispondere alle domande invece di querelare, eh? Proprio non ce la fai. Devi essere un cugino di Loguasto, i due idi0ti più cheap di Infosannio.
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Lo stolto, quando rigira la frittata, se la sbatte sempre in faccia. La Russa perché non deve rispondere alle domande dei giornalisti? Forse si chiama anche lui Benito?
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I giornalisti vogliono l’immunità? Una querela sarebbe una minaccia? Alla fine è un giudice terzo e imparziale (la sinistra rompe sempre le palle con sta menata) che decide. Di che hanno paura? La magistratura non aveva sempre ragione?
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Mai sentito parlare di ‘querele temerarie’, vero?
In quale altro paese ‘democratico’ i giornalisti sono continuamente denunciati dai politici?
A proposito, ma il figlio trombatore di La Russa come sta messo? Lo processano o no (idem per quello di Grillo e amici)?
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Come con il figlio il nostro eroe si è autointerrogato. E’ ha verificato da se stesso che è innocente, Punto.
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Se, per rsempio, io denunciassi uno o più imbecilli privi di intelletto e incapaci di argomentare, sarebbe lesa maestà dell’imbecillità?
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Avere un Presidente del senato come quello che abbiamo adesso è la riprova de siamo un popolo di pecore. Avremmo dovuto scendere in piazza subito, quando era stata comunicata l’elezione. Una famiglia di arroganti, prepotenti e maleducati. Il larussa “lombardo” che strappa di mano il microfono a Mottola e gli dà un buffetto in testa, è uno spettacolo penoso per il politico, ovviamente! E dà ancora la misura di che cos’è la nostra classe politica.
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