L’ex sindaca attacca Gualtieri: “Si faceva le foto con Lukaku mentre i tifosi devastavano le auto a Ciampino”. E sullo stadio: “L’iter è sbilanciato a favore del privato”

Virginia Raggi, Roma, 08 settembre 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

(di Lorenzo D’Albergo – roma.repubblica.it) – Nemmeno un attimo di esitazione. «Questa storia è una vergogna», sbotta Virginia Raggi. Oggi consigliera d’opposizione e soprattutto presidente della commissione Expo del Campidoglio, l’ex sindaca a 5 Stelle fatica a credere ai suoi occhi: «Ci sta che la Roma si faccia sponsorizzare da chi vuole, ma c’è una questione di modi e di tempi. Per mettere il nome di Riad, prima concorrente della Capitale nella rincorsa all’edizione 2030 di Expo si poteva aspettare e stringere un eventuale accordo dopo il 28 novembre». Quel giorno, a Parigi, sarà ufficialmente scelta la città ospite dell’evento.

Presidente, una “vergogna”. Perché?

«Perché in questo momento stiamo tutti remando dalla stessa parte per portare Expo a Roma, all’Italia. Questo è il momento di stare uniti».

Non lo siete?

«Lo siamo, abbiamo trovato una coesione perfetta a tutti i livelli istituzionali. Personalmente su Expo ho lavorato da subito, facendo sottoscrivere a tutti i candidati sindaco alle Comunali una lettera di impegno. Ho scritto all’ex premier Draghi. C’è un consenso trasversale attorno a questo progetto. Adesso vedere una cosa del genere fa male».

Per il sindaco Roberto Gualtieri la mossa saudita mostrerebbe la paura di perdere Expo di Riad.

«Noi siamo Caput Mundi, la culla del diritto, patria della civiltà romana e custode di monumenti millenari: non possiamo avere soggezione di Riad».

Tornando alla Roma, si tratta della stessa squadra che tratta con il Comune per realizzare il suo nuovo stadio. Ci è passata anche la sua amministrazione, facendosi male.

«Già… ma questo progetto è sbilanciato a favore del club. I terreni su cui potrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, privato, sarebbero pubblici. E l’iter è stato accelerato al massimo con un dibattito pubblico condotto in assenza di progetti e carte su cui esprimersi».

Attaccare quando si è all’opposizione è più facile, lo ammetterà. Se fosse accaduta una cosa del genere quando era sindaca, lei cosa avrebbe fatto?

«Guardi, da sindaca ho sponsorizzato al massimo Expo. Anche in un’era strabuia, durante il Covid. Ci ho creduto tanto. So quanto questo evento possa portare in termini di sviluppo economico. Non solo alla Capitale, ma anche allo Stato. Uno studio che avevamo commissionato alla Luiss parlava di 50 miliardi di ritorno complessivo per l’Italia portando Expo 2030 a Roma».

Quindi?

«Avrei fatto tutto quello che è nelle mi e possibilità. C’è ancora tempo per mettere il logo di Roma Expo 2030 sulle maglie di Roma e Lazio».

Vi scandalizzereste se lo facesse il Comitato promotore con fondi pubblici?

«Avremmo accolto con piacere questa scelta».

La Roma parla di un accordo tra privati.

«Oggi una delle due squadre

della città ha chiuso un accordo con l’ente per il turismo di una città in competizione con Roma».

Convocherà i rappresentati di Roma e Lazio in commissione Expo?

«Ci stiamo riflettendo. Questo è un passaggio brutto anche per i tifosi».

Sui social si leggono commenti dei romanisti in questo senso.

«Certo, ma non dimentichiamoci Parigi. La candidatura si gioca lì, sugli Stati aderenti al Bureau international des Expositions. Il Comitato promotore e gli ambasciatori stanno lavorando bene, Stato per Stato, cercando intese. Qui si gioca una partita tra due concezioni di mondo. Da una parte c’è la democrazia, dall’altra una concezione diversa».

Dove si può comprare tutto, dal Saudi Village alla Casina Valadier allo sponsor su una delle squadre della città concorrente.

«A proposito del Saudi Village, io mi chiedo se sarebbe stato possibile organizzare un evento per mettere in vetrina Roma a Riad. Il sindaco poteva farsi sentire. Ma parliamo della stessa persona che mentre un gruppo di tifosi devastava la macchina di una lavoratrice e la città è a pezzi, pensava bene di correre a farsi una foto con un calciatore appena giunto nella Capitale (Romelu Lukaku, ndr) davanti al Colosseo con la maglia della Roma».

Oltre le polemiche, una proposta.

«Sarebbe bello se la Roma mettesse sulle proprie magliette il logo di Roma Expo 2030 per dare un segno di sostegno alla nostra candidatura. Potrebbe farlo anche la Lazio. Credo che tutti i romani ne sarebbero orgogliosi».