
(economist.com) – Mentre si fa strada il timore che i tassi d’interesse possano rimanere più alti a lungo, i rendimenti dei titoli di Stato in tutto il mondo ricco stanno aumentando. Il rendimento del buono del Tesoro decennale americano si aggira intorno al 4,8%, il massimo dal 2007.
La Banca del Giappone ha incrementato gli acquisti di obbligazioni, per mantenere un tetto ai rendimenti. In Europa il 4 ottobre il rendimento dei bund tedeschi decennali ha superato il 3%, per la prima volta in oltre un decennio.
E quelli del debito italiano sfiorano il 5%, il valore più alto dalla coda della crisi del debito sovrano dell’eurozona nel 2012. E questo è preoccupante, perché l’Italia è uno degli Stati membri più indebitati del blocco e il suo governo non si è reso conto che i suoi piani di spesa sembrano ormai insostenibili.
Negli ultimi 15 mesi, l’impennata dell’inflazione nell’area dell’euro è stata accompagnata da un intervento drastico della Banca centrale europea (Bce), che ha aumentato i tassi di 4,5 punti percentuali. Se si guarda alla spesa pubblica, però, non si direbbe che è in corso una battaglia contro l’inflazione.
I bilanci sono cresciuti in molti grandi Paesi europei, mentre i governi cercavano di aiutare i cittadini a riprendersi dai lockdown pandemici e dalla crisi energetica. Ma anche se questi shock si sono attenuati, i deficit sono rimasti ampi.
La Francia prevede un deficit di bilancio di quasi il 5% del PIL quest’anno e del 4,4% il prossimo. L’Italia prevede un deficit del 5,3% quest’anno e del 4,3% nel 2024. Il deficit arriva proprio mentre il Paese è in procinto di ricevere quasi 70 miliardi di euro, pari al 2% del PIL annuale, dal Fondo comune per la ripresa dalle pandemie dell’UE.
La spesa dell’Italia è un problema particolare, a causa della sua lenta crescita, che quest’anno dovrebbe essere inferiore all’1%, e del suo ingente carico di debito: nel 2022 il debito pubblico netto era pari al 144% del PIL. Se il deficit è troppo elevato o il tasso di interesse è troppo alto, il debito diventa ingestibile. Ora rischia entrambe le cose.
Gli investitori sono ben consapevoli di questi rischi, ed è per questo motivo che ottengono un premio per i prestiti all’Italia, rispetto ai prestiti alla Germania. Quando il 27 settembre il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha rivelato i suoi piani di bilancio, lo spread è salito. A meno che non riduca la spesa, la Meloni sembra essere in rotta di collisione con la Commissione europea, la banca centrale e gli investitori.
In un mondo ideale, l’Italia dovrebbe seguire le regole fiscali europee, volte a garantire che le sue finanze pubbliche non siano in pericolo. Ahimè, questo sarà difficile da realizzare. Innanzitutto, le regole non sono realistiche. Pretendere che l’Italia raggiunga un obiettivo di debito/PIL del 60% in un determinato numero di anni è ridicolo. Anche se la Commissione europea spera di rivedere queste regole, i paesi nordici più falchi non sono disposti a cedere molto. Il risultato è una situazione di stallo.
Anche se ci fossero regolamenti migliori, farli rispettare sarebbe un’altra difficoltà. L’esperienza passata suggerisce che i governi nazionali raramente scelgono di seguire le regole stabilite a Bruxelles e di tagliare le spese a casa propria, rischiando di irritare gli elettori.
Tutto questo lascia l’Italia soggetta alla disciplina degli investitori e della Bce. Il ruolo della banca centrale è molto più chiaro di quanto non fosse durante il crollo del debito della zona euro. Se gli spread sul debito pubblico dovessero iniziare a salire fuori controllo, la Bce si è impegnata ad acquistare quel debito. Nel luglio dello scorso anno, la banca ha anche dichiarato che avrebbe cercato di favorire la regolare trasmissione della politica monetaria, acquistando il debito di un Paese se gli spread fossero aumentati più di quanto ritenuto giustificato dai fondamentali economici.
Il dramma della Meloni
Tuttavia, tutto ciò non significa che la Bce farà da spalla a una politica fiscale sconsiderata. I suoi programmi entrano in vigore solo se il Paese in questione accetta la disciplina di bilancio.
L’obiettivo della banca centrale è contenere l’aumento ingiustificato degli spread, piuttosto che il livello del tasso di interesse in sé, ed è questo il problema dell’Italia. Inoltre, dopo essere stata un’entusiasta acquirente di titoli di Stato durante la pandemia, la BCE deciderà presto come ridurre le proprie disponibilità, il che potrebbe ridurre ulteriormente la domanda di titoli italiani.
La scena è pronta per un ulteriore nervosismo del mercato. Il governo della Meloni potrebbe iniziare a ridurre la spesa prima di allora. Più probabilmente, però, aspetterà che gli investitori nervosi e l’aumento dei costi di prestito le impongano la mano. Una resa dei conti con la realtà è quasi certa. L’unica domanda è quanto dramma sia necessario prima.
Ma questa nanerottola sta sempre con gli occhi sbarrati come se avesse visto un fantasma?
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Macché ha problemi di tiroide o
Forse di stitichezza 😂
350€ all’anno x i poveri più stitica di così. Chissà come e messa con le emorroidi?
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Niente paura, c’è Blackrock, che ha dichiarato che gioggia è la TOP “Gun”
della politica mondiale,
lei da sola basta, ispira tutta la fiducia
che si possa immaginare e quindi il Fondo acquisterà tutto il debito italiano.
Riguardo voi, iniziate a impeciare le barche!
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“Una resa dei conti con la realtà è quasi certa” traduzione : a grande richiesta è in arrivo la replica del Novembre 2011 con spread a 500 e dimissioni di papi-silvio, in questo caso, a rimetterci le penne, oltre agli Italiani, anche la piccola balilla e tutto li suo governo di cialtroni al seguito.
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Ma le ¢hiappe ce le mettono gli italiani fratè
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Non sono così convinto che si ripeterà il 2011; certo c’è sempre la possibilità che succeda
Nel 2011, oltre ai conti pubblici disastrati, Berlusconi si rifutò di obbedire ai diktat esterni; obbedire significava perdere consensi.
Cosa Farà Meloni? obbedirà ai diktat e perderà consensi oppure cercherà di tirare dritto? Vedremo.
Ricordo infine che se si nominasse un governo tecnico, questo per governare ha bisogno del sostegno del parlamento; chi sosterrà un eventuale governo tecnico? e chi andrà all’opposizione?
Il punto centrale è che con un debito pubblico mostruoso, con una crescita asfittica che dura da decenni, con tassi di interesse e spread in salita, con una congiuntura economica internazionale già sfavorevole e tendente al peggio solo un governo con un leader carismatico e coraggioso, capace cioè di fare riforme serie, può provare ad invertire la rotta.
Ma credo che un leader del genere, ammesso che esista, non abbia i numeri in parlamento.
Un esempio? Pensiamo ad un leader che propone lotta all’evasione fiscale e guerrà senza pietà alla criminalità organizzata
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“Pensiamo ad un leader che propone lotta all’evasione fiscale e guerra senza pietà alla criminalità organizzata” non è il caso certo della Meloni…
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Infatti, non è il caso della Meloni che va in direzione esattamente opposta.
Così come non vedo nessun’altro che abbia fatto qualcosa contro la lotta all’evasione o alla criminalità organizzata
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Forse sbaglio i conti: se 70 miliardi di euro sono il 2% del pil vuol dire che 35 miliardi sono l’1%; quindi il 10% sarebbero 350 miliardi e il 100% addirittura 3500 miliardi. A me risulta che il pil italiano sia di circa 1910 miliardi e il 144% di debito 2700 miliardi circa. Sbaglio io o l’Economist?
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