Il fratello Paolo Berlusconi costretto a chiarire che continuerà a sostenere il partito: ma la famiglia non basta più. Se il primo giorno della festa di Forza Italia a Paestum era frequentato dallo spirito buono […]

(DI TOMMASO RODANO – ilfattoquotidiano.it) – Inviato a Paestum. Se il primo giorno della festa di Forza Italia a Paestum era frequentato dallo spirito buono del Berlusconi fondatore, il secondo è visitato da quello, meno benevolo, del Berlusconi creditore.

Di prima mattina, nei corridoi dell’Hotel Ariston si respira un certo nervosismo. Venerdì a Milano Paolo Berlusconi, fratello del caro leader estinto, aveva dichiarato a mezza bocca a un giornalista del Corriere della Sera: “Non daremo soldi a Forza Italia perché si deve sostenere da sola, dev’essere autonoma finanziariamente”. Panico. Gli azzurri sono il partito più indebitato d’Italia: l’ultimo bilancio (2022) porta con sé una passività mostruosa, vicina ai 100 milioni di euro. Oltre 90 sono nei confronti di Silvio Berlusconi in persona, quindi ora dei suoi cinque figli, che per il momento hanno accettato di sobbarcarsi il fardello continuando a garantire per la creatura paterna.

Per questo motivo la frase di Paolo B. sul disimpegno familiare era suonata in modo particolarmente sinistro, in un centro congressi tappezzato di cartelloni con il codice per versare il 2×1000 nelle casse del partito.

Lo stesso Paolo ha parzialmente rimodulato il concetto ieri mattina con questa nota stampa: “Al fine che non vengano travisate le mie parole, desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello, noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia per quanto consentitoci dall’attuale legge sul finanziamento ai partiti”. Un concetto più tranquillizzante, ma comunque sibillino: il limite alle donazioni individuali imposto dalla legge è di 100mila euro a persona, Paolo e i figli di Berlusconi continueranno a versarli, per tentare di mantenere in equilibrio almeno l’esercizio corrente e i prossimi. Ma un’altra cosa è l’impegno di lungo periodo sulla montagna debitoria accumulata dal partito.

Sulla festa dunque incombe il pensiero spiacevole sul conto finale. Maurizio Gasparri, interpellato sul tema, perde la testa e insulta un giornalista delle agenzie di stampa: “Che domanda del cazzo, ora chiamo il tuo editore e il tuo direttore”. Poi si allontana al telefono: “Il tuo inviato qui a Paestum, invece di parlare di politica, mi chiede dei soldi di Berlusconi. L’ho mandato affanculo”. Ripetiamo al senatore la stessa domanda, ma è ancora nervoso: “Siete del Fatto Quotidiano, si vede dalla faccia”. Il segretario Antonio Tajani è decisamente più composto: “Paolo Berlusconi è stato frainteso, la famiglia continuerà ad impegnarsi. Noi abbiamo modificato lo statuto per dire che tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all’interno del movimento devono essere in regola con il finanziamento”.

Ecco, l’altro grande guaio: i morosi. Gli ultimi report parlavano di due parlamentari su tre inadempienti nel pagamento dei contributi al partito. Per questo le modifiche statutarie, che saranno ratificate oggi, nell’ultimo giorno della convention, stabiliranno un principio chiaro: chi non paga è fuori. La nuova norma prevede infatti “sanzioni per la mancata contribuzione al movimento che hanno ad oggetto esclusivamente le cariche interne all’associazione e la candidabilità”.

Si dice il peccato ma non il peccatore: i morosi, che sicuramente abbondano anche nei corridoi di Paestum, si mimetizzano nella folla. Chiediamo a Claudio Lotito, uno notoriamente attento ai conti. Il senatore se la ride: “E che ne so io. So solo che personalmente sono a posto: verso regolarmente i miei 900 euro al mese, ne ho dati mille per la tessera e altri diecimila a fondo perduto”.

A Paestum comunque non si è badato a spese: la location è un albergo di lusso, la scenografia è da museo temporanea del berlusconismo, vengono distribuiti gadget come se piovesse, c’è un servizio di navette ncc attivo a tempo pieno per gli spostamenti gratuiti degli ospiti, il centro congressi è gremito in modo impeccabile anche grazie alle “convocazioni” di massa ad opera delle sezioni territoriali azzurre. Al grande cerimoniere, il ras locale Flavio Martusciello, abbiamo chiesto a più riprese quanto fosse costato tutto questo ben di dio e chi avesse contribuito a pagarlo. Non abbiamo avuto risposta: è una festa, sarebbe stato cattivo gusto.