Di norma, l’assalto alla diligenza viene praticato dai governi di ogni colore e con poche eccezioni. Semmai la differenza è che la sinistra occupa le poltrone come se gli fossero dovute. Mentre la destra non […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Christian Greco è ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Faremo di tutto per cacciarlo”. Andrea Crippa, vicesegretario della Lega
Di norma, l’assalto alla diligenza viene praticato dai governi di ogni colore e con poche eccezioni. Semmai la differenza è che la sinistra occupa le poltrone come se gli fossero dovute. Mentre la destra non si accontenta del bottino ma pretende anche lo scalpo degli sconfitti. È quanto accade al governo di Giorgia Meloni che festeggia il traguardo del primo anno all’insegna del: è tutto nostro perché abbiamo vinto le elezioni. È quel diritto al saccheggio le cui origini risalgono all’uomo delle caverne e che nel conciso stile barbarico ispirò a Brenno il celebre vae victis, guai ai vinti, dopo il sacco di Roma. Riposto, per fortuna, lo spadone, nella testa della destra questa suggestiva idea della sopraffazione si articola sostanzialmente in un paio di passaggi tra essi collegati. Prima di tutto la fame atavica di chi ritiene (con qualche fondata ragione) di essere stato troppo a lungo emarginato, discriminato, ghettizzato, vilipeso e perfino bullizzato dopo il crollo del fascismo. E con l’avvento di una democrazia considerata in qualche modo usurpatrice. Ed ecco la destra bramosa che profittando di circostanze forse irripetibili sciama per le stanze del palazzo rimasto incustodito dopo la fuga dei vecchi inquilini e arraffa tutto ciò che le capita. Una versione troppo truculenta di quello che normalmente viene chiamato spoil system? Può darsi anche se le modalità con le quali si è cercato di cacciare l’assai apprezzato direttore del Museo Egizio di Torino ricordano più che il normale avvicendamento nelle funzioni dirigenziali certi spietati rituali barbaricini. Infatti (ed è l’altro aspetto del vae victis praticato da Fratelli d’Italia e leghisti) il profumo del banchetto dei nuovi padroni sarà reso ancora più inebriante dalla vendetta consumata sugli eterni avversari. Che saranno o mortificati. O sottomessi. O costretti a un esilio per quanto dorato (Fabio Fazio). Come sappiamo anche stavolta alla Rai (location preferita del cannibalismo tribale) si è visto di tutto e di più. Attenzione però a non confondere l’avidità di potere con la tutela del potere. Ovvero ciò che ha indotto Giorgia Meloni a circondarsi di una guardia pretoriana composta in larga parte da familiari e famigli. A partire dalla nomina della sorella Arianna al vertice del partito, non proprio un posto in tribuna d’onore ma più che altro il parafulmine di tutte le tensioni (e ambizioni) che stanno per scatenarsi in vista delle Europee (per esempio sulle candidature da assegnare). A proposito della premier si sa di un suo diario dove trascrive i fatti più notevoli nelle sue giornate trascorse al vertice della piramide. Chissà di quante suppliche e raccomandazioni (anche da parte di presunti oppositori) avrà preso nota nell’anno trascorso? Che, a tempo debito, potrebbe raccogliere in un libro di cui le suggeriamo il titolo: “In ginocchio da me”. Un frizzante best seller che surclasserebbe, ne siamo convinti, i verbosi tomi del generale Vannacci.
Caro Padellaro , le faccio notare che i barbaricini miei conterranei nulla hanno a che vedere con “gli spietati rituali” barbari.
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Hai ragione. Tra l’altro quella di Padellaro è una verbosità ormai fine a se stessa: un colpetto, non un colpo, di qua, un colpetto di là
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Siamo ridotti a dover sperare in un’implosione della maggioranza anzi che un risveglio della minoranza.
Non siamo pronti nemmeno all’opposizione!
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