
(lafionda.org) – Giornalista, attivista, oggetto di persecuzione giudiziaria, prigioniero politico: tutto questo è Julian Assange, un campione del giornalismo d’inchiesta, detenuto in base a pretesti e menzogne che disonorano il sistema liberal-democratico di quattro grandi Paesi: Svezia, Uk, Usa, Australia.
La sua colpa è quella di aver disvelato, con il sito WikilLeaks, l’orrore delle guerre e i programmi di sorveglianza di massa promossi dall’impero statunitense e dai suoi alleati. Per questo motivo si trova gettato in prigione, subendo quella che il Relatore dell’ONU su trattamenti inumani e degradanti ha definito chiaramente come tortura.
Dalla pubblicazione di documenti segreti che provano i crimini di guerra di diverse nazioni, Stati Uniti in testa, allo stato di rifugiato politico presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, fino all’arresto e alla detenzione nel carcere inglese di massima sicurezza di Belmarsh: questa è la storia di Julian Assange che da 12 anni non vede la luce del sole. Nel frattempo, nonostante le più svariate proteste e i numerosi appelli a suo favore, il Tribunale inglese ha autorizzato formalmente l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove l’attende il carcere a vita.
Nel suo caso non c’è solo una battaglia sacrosanta a tutela della dignità della persona, ma la difesa di un’idea di giornalismo di denuncia libero e coraggioso. Con Assange si può difatti parlare veramente di giornalismo di inchiesta, dove per inchiesta non si intende l’informazione telecomandata, conformista, protetta e interessata della maggior parte dei pennivendoli nostrani, ma il tentativo di disvelare ciò che viene colpevolmente nascosto o rimosso, partendo da una sana attitudine critica verso il racconto ufficiale promosso dalle agenzie di stampa del potere.
Ma denunciare il caso Assange è anche l’occasione per smascherare la grande ipocrisia dell’Occidente a trazione statunitense, che invoca i diritti di libertà come arma di lotta geopolitica contro i suoi nemici, per poi subito dimenticarsene quando si tratta di limitare la libertà di informazione nei modi più diversi: da quelli più subdoli e indiretti a quelli più apertamente violenti e sfacciati. Ad Assange è stato riservato il trattamento peggiore. D’altra parte più in alto e in profondità si va nelle denunce, più severa è la punizione e i mezzi di ricatto adottati. Appunto: colpirne uno per educarne (meglio: intimorirne) cento.
A questa battaglia di civiltà è dedicato lo spettacolo di Alessandro Di Battista, che ripercorre le incredibili vicende del fondatore del sito WikiLeaks, incarcerato per il solo fatto di credere fortemente nella missione del giornalismo, che è quella di fornire notizie, anche quelle più scomode e sgradite alle nuove vestali fanatiche del complesso militare-finanziario occidentale.
Dopo i primi appuntamenti romani di giugno, le prossime date sono le seguenti: Mercoledì 4 e giovedì 5 ottobre, ore 20.00, al Teatro Menotti di MILANO.
Mi raccomando: accorrete numerosi!
"Mi piace""Mi piace"
Mi vergogno di avere rappresentanti politici sempre silenziosi e omertosi sul caso Assange.
Una Sinistra minimamente seria organizzerebbe una grande manifestazione europea a tappe con centinaia di migliaia di persone che arrivino fino alle mura del carcere di Assange a Londra.
A suonare nelle orecchie a quella congrega di pirati colonialisti guerrafondai che è ora che la smettano di millantarsi insegnanti di democrazia.
"Mi piace"Piace a 2 people
Non solo la sinistra che è solo un entità sinistra da cui è bene starci lontano, ma non si sente neppure l’atlantista europeista pro nato sostenitore nonché promotore delle sanzioni che ci stanno rovinando, mr tentenna non pervenuto, non sia mai che abbia le ⚽⚽ per prendere una posizione netta su Assange.
"Mi piace"Piace a 1 persona
TUTTI, stampa, politici, TV , boriosi commentatori, istituzioni varie, europee e mondiali, ONU, Tribunali di ogni dove, quando si tratta di Assange girano la testa dall’altra parte. TUTTI hanno scheletri negli armadi o hanno paura della reazione di quelli che li hanno. La conclusione è che, con pochissime eccezioni di persone e giornali intelligenti e coraggiose, lo hanno lasciato massacrare solo.
"Mi piace""Mi piace"