Si parla di Carlo Calenda per la foto nella quale culla con tenerezza il bebè della deputata Pastorella. Ma purtroppo non per la sua proposta di cancellierato. Si parla di Mario Sechi perché […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Si parla di Carlo Calenda per la foto nella quale culla con tenerezza il bebè della deputata Pastorella. Ma purtroppo non per la sua proposta di cancellierato.
Si parla di Mario Sechi perché ha pubblicato su Libero, di cui è direttore, il testo integrale dell’intervento di Giorgia Meloni all’Onu. Cosa che mai gli riuscì quando era il portavoce di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Anche se molto più che del discorso alle Nazioni Unite si parla di Giorgia Meloni perché invece che al ricevimento di Biden è andata a farsi una pizza con la figlia a Manhattan.
Si parla di Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, perché è così bravo che perfino l’assessore di Fratelli d’Italia che vuole cacciarlo è costretto a dire che è bravissimo. E perché nel pretendere che venga cacciato un leghista, definito cavernicolo dalla sinistra, lo ha reso un eroe si spera intoccabile. Si parla di Francesco Pionati perché l’arroganza con la quale minaccia di togliere la trasmissione su Radio1 a Marcello Foa per l’intervista a un no-vax è talmente fastidiosa che perfino i sì-vax sono tentati di solidarizzare con l’ex presidente della Rai (immaginando l’ossequiosa postura che assumeva il medesimo Pionati quando, ai tempi, incrociava il presidente Foa).
Si parla di Gianni Vattimo non perché è stato il filosofo del Pensiero debole, ma perché nell’intervista a Sabelli Fioretti parla male di tutti. Si chiama eterogenesi dei fini ed è il principio secondo il quale le azioni umane raggiungono risultati diversi, e spesso opposti, da quelli perseguiti e desiderati da chi agisce. Per fortuna.