
(Alessandro Di Battista) – Khaled El Qaisi (il ragazzo in foto) è uno studente e traduttore italo-palestinese. E’ stato arrestato dalle autorità israeliane lo scorso 31 agosto mentre attraversava il valico di Allenby, tra Cisgiordania e Giordania. E’ stato ammanettato e portato via davanti a moglie e figlio senza alcuna accusa. Lo scorso 14 settembre si è svolta una terza udienza che ha deciso di prolungare di altri 7 giorni la custodia cautelare di Khaled. Khaled è impegnato nella divulgazione di materiale storico palestinese e ha fondato insieme ad altre persone il Centro Documentazione Palestinese. E’ questo che non va giù evidentemente alle autorità israeliane. Khaled è stato arrestato in un luogo dove gli israeliani neppure dovrebbero starci. Invece ci stanno perché l’hanno occupato con la forza. Ma si sa, a loro tutto è concesso. Si muovono nell’assoluta impunità. In Palestina non esistono diritti umani ma nessuno si indigna. Le autorità israeliane arrestato innocenti su innocenti ma nessuno si scandalizza. D’altronde da quelle parti l’assioma “invaso, invasore” non funziona mica. Se Khaled El Qaisi fosse italo-russo, italo-iraniano, italo-venezuelano, giustamente, si parlerebbe moltissimo del suo caso. Appelli, contro-appelli, maratone tv, servizi nei tg, approfondimenti nei talk. Ma Khaled ha quest’onta (che per me è solo un vanto sia chiaro), questa “macchia” per i codardi del sistema mediatico, questa “lettera scarlatta”…oltre ad essere italiano è infatti palestinese. E ai palestinesi si può evidentemente far di tutto. Massacri, distruzione delle case, dei raccolti, tagli al sistema idrico, occupazioni di terre, arresti illegali. Salvo rare eccezioni in Italia tutti zitti. Per fortuna qualcuno che non abbassa la testa c’è ancora. L’altro ieri durante un’assemblea particolarmente partecipata alla Sapienza di Roma è stato lanciato il Comitato per la scarcerazione di Khaled El Qaisi (la mail per avere informazioni è questa comitatofreekhaled@gmail.com) per far pressioni sul governo italiano affinché faccia di tutto per la libertà di Khaled #FreeKhaled#PalestinaLibera
Caro Di Battista, sosterrò sicuramente il comitato per la scarcerazione di Khaled El Qaisi.
La sua vicenda però, come il conflitto israelo-palestinese, non c’entra una beneamata mazza con le vicende russo-ucraine. Semmai, d’istinto, la paragonerei a quella di Patrick Zaki, la cui scarcerazione è stata ottenuta anche grazie ad “appelli, contro-appelli, maratone tv, servizi dei tg, approfondimenti nei talk”.
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Caro Di Battista, se non ti conoscessi bene (cuturalmente intendo dire)ti direi che con il caso Zaki il pd e tutto il cucuzzaro hanno preso tutt’altre misure e sono stati molto sensibili e comunicativi con i comuni mortali, ma tu queste cose le conosci molto meglio di me.
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Le bandiere d’Izraele garrivano a Pontida oggi.
Salvini ha il naso di una forma molto caratteristica.
A proposito, ma si è risaputo più niente del barcone con gli 007 di Gerusalemme?
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