Migliaia di condòmini si troveranno a pagare di più i lavori inizialmente agevolati per il 110 per cento. Imprese e amministratori a Today.it: “La bolla pronta a esplodere nel 2024”

(Cesare Treccarichi – today.it) – Il Superbonus preoccupa tutti, dal governo Meloni fino a cittadini e imprese. I bonus edilizi animano il dibattito politico e dopo i noti problemi con i conti statali per la prossima manovra di bilancio è noto che l’attuale sistema verrà rivisto al ribasso. Potrebbe esserci una proroga per i condomìni, ma solo per alcuni: in molti rimarranno fuori, in migliaia. Questo vuol dire che gli abitanti di questi stabili pagheranno di più lavori di ristrutturazione intrapresi sapendo di non doverli pagare grazie all’originaria formula del 110 per cento, o di doverli pagare in una forma agevolata al 90 per cento. Di certo, tutto cambierà dal 2024, in un contesto che ha sullo sfondo la direttiva europea delle “case green”: cosa succederà? I costi – oltre 100 miliardi – a carico dello Stato complicano tutto e la proroga delle agevolazioni potrebbe non esserci affatto. La bolla edilizia è a un passo dall’implosione con conseguenze drammatiche per tutti: lavoratori del campo e proprietari in primis. Per capirne meglio i confini Today.it ne ha parlato con la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) e con l’Associazione nazionale amministratori condominiali (Anaci). 

Nuovi bonus, nuove scadenze: 20mila condomini “appesi”

Nella legge di bilancio per il 2024 il governo Meloni metterà mano, di nuovo, al Superbonus e ai bonus edilizi. I costi per le casse statali sono diventati insostenibili a tal punto da influenzare le politiche economiche del governo e così le agevolazioni verranno riviste al ribasso. Intanto, ci sono delle scadenze per continuare a usufruire dell’incentivo “pieno” del 110 per cento o nella forma agevolata del 90: 

  • Le villette unifamiliari potranno usufruire della versione “originale” del Superbonus fino al 31 dicembre 2023 se al 30 settembre 2022 hanno completato il 30 per cento dell’intervento complessivo. Per queste abitazioni è stato previsto un “nuovo” Superbonus, ma al 90 per cento e con tre requisiti di accesso per gli interventi avviati a partire dall’1 gennaio 2023;
  • Per i condomini l’orizzonte temporale di utilizzo del Superbonus 90 o 110 per cento – in base a quando sono iniziati i lavori -, termina il 31 dicembre 2023. 

In vista della manovra è allo studio una proroga, che potrebbe coinvolgere solo i condomini che però hanno uno stato di avanzamento lavori che dovrà essere di almeno il 60 per cento entro il 31 dicembre 2023. La misura potrebbe anche essere prevista nella conversione in legge del Decreto n.104/2023, il “Decreto Omnibus” approvato dal governo ad agosto 2023. Il problema è che questa proroga – se ci sarà -, lascerà fuori circa diecimila condomini, secondo stime prodotte dalla Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna). I residenti si troveranno così a sostenere costi che non avevano previsto. Senza proroga il numero raddoppia, per oltre ventimila condomini a rischio.

“Un costo secco accollato ai condomini”: e se non si paga?

“In origine questi lavori erano stati ottenuti al 110 per cento o al 90 per cento di agevolazione, ma chi non rientra nella proroga condomini si ritroverà a pagare dal 20 al 30 per cento in più, visto che dal 2024 il Superbonus scende al 70 per cento”, ha detto a Today.it. Rossana De Angelis, presidente dell’Associazione nazionale amministratori condominiali (Anaci), sezione di Roma. “I costi dei lavori che verranno eseguiti nel 2024 aumenteranno e le famiglie dovranno pagare il 30 per cento mancante. È un costo secco accollato. La cosa grave è che i condomini hanno deciso di fare quei lavori in base alla normativa vigente, una legge dello stato italiano. Quando si cambiano le cose in corsa non va mai bene: così le persone non saranno in grado di pagare le imprese”.

Tra le categorie di abitazioni che hanno usufruito del Superbonus, i condomini sono quelli più indietro coi lavori e ora rischiano di pagare più degli altri: “Dalle nostre rilevazioni ci sono grosse difficoltà nel portare a termine i lavori – dichiara a Today.it Riccardo Masini, responsabile per il settore costruzioni della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) -, come l’annoso e attualissimo problema dei crediti incagliati, l’ostacolo principale per terminare il cantiere. Senza la cessione dei crediti l’impresa non riceve la liquidità necessaria ad andare avanti. Inoltre le richieste di cassa integrazione a causa delle temperature estive e i ritardi nelle forniture dei materiali hanno frequentemente interrotto i lavori”.

E i condomìni “in ritardo” e che verrebbero tagliati fuori dalle agevolazioni originarie con cui avevano iniziato i lavori sarebbero circa diecimila. “Solo fonti di stampa hanno parlato di proroga di 3 mesi per un avanzamento dei lavori al 60 per cento: secondo le nostre stime vuol dire che taglieremo quasi la metà dei cantieri che riguardano i condomini, circa diecimila”, fa notare Masini. Ma, come detto, senza proroga i numeri raddoppiano.

Lavori del Superbonus abbandonati

A quel punto, le possibili evoluzioni della questione sono due: o i condòmini pagano somme non previste per finire i lavori o i cantieri non verranno mai terminati: “Si aprirebbero una serie di contenziosi tra famiglie e imprese che non si sa come possano finire – dice Masini -. I disagi sono da entrambi i lati: penso ai lavori avviati e lasciati lì e le aziende che non riescono a pagare dipendenti e fornitori. Per i condòmini che pensavano di aver concordato un intervento a costo zero, o comunque a cifre chiare, i costi possono triplicare. Sebbene il 70 per cento di sgravi dell’anno prossimo è un’ottima percentuale per ristrutturare casa, passare dal 110 al 70 crea comunque un contenzioso. Qui ci vuole buon senso, chiediamo al governo uno sforzo. Oggi noi dobbiamo garantire a quelle imprese e a quelle famiglie di poter terminare i lavori”, l’appello di Masini. 

Senza proroga pronta a scoppiare una bolla da 6 miliardi

Con la proroga parziale, o peggio senza, i condòmini si ritrovano a pagare spese non previste. In caso di impossibilità a farlo il cantiere si ferma, dando inizio a contenziosi tra condomini e ditta appaltatrice dei lavori, che a sua volta, senza pagamenti, non sarà in grado di retribuire dipendenti e fornitori. Visti i numeri del fenomeno – diecimila condomìni con proroga parziale, ventimila senza -, migliaia di cittadini e lavoratori del settore edilizio potrebbero subire un grave contraccolpo economico.

Ma di quali cifre parliamo per lo Stato? Secondo i dati più aggiornati di Enea elaborati da Today.it, la media dei lavori ammessi a detrazione effettuati fin qui è di circa 635mila euro a condominio, mentre il costo degli interventi cantierizzati ma ancora da terminare sarebbero, in media, 165mila. Ipotizzando una proroga per i diecimila condomìni che secondo Cna non rientrerebbero nel prolungamento del Superbonus, lo Stato dovrebbe finanziare la misura con 1,6 miliardi e permettere ai condomini di continuare a usufruire dell’agevolazione.

Il costo del Superbonus  per i condomini nel 2023, secondo gli ultimi dati di Enea
Il costo del Superbonus per i condomini nel 2023, secondo gli ultimi dati di Enea (fonte: Enea)

Senza questa proroga sarebbero ben 6,3 i miliardi di euro da restituire allo Stato. Per dare un’idea, per il taglio del cuneo fiscale in legge di bilancio ce ne vogliono circa 10. Una bolla pronta a esplodere che in un modo o nell’altro provocherà reazioni a catena su tutta la filiera.