Crediti bloccati e lavori impossibili. “Ci eravamo fidati dello Stato, ora siamo pieni di debiti”. Guai seri per 320 mila italiani. Una famiglia di Torino: “Una sorpresa da 400 mila euro, bruciati tutti i risparmi”

(SANDRA RICCIO – lastampa.it) – C’è chi viveva senza grossi problemi e adesso non arriva a fine mese perché deve pagare prestiti e mutui con le rate che nel frattempo sono raddoppiate. Chi è costretto a fare tagli e rinunciare alle terapie per i figli disabili, chi non può più permettersi le cure per i genitori malati. E chi è costretto a vivere in affitto, con molte spese in più, e ha la casa di proprietà sventrata da cantieri e senza una prospettiva di fine lavori.
Sono tantissime le storie degli esodati del Superbonus al 110%. Si tratta di migliaia di famiglie, e molti imprenditori, che hanno creduto nello Stato e nelle sue regole. Hanno fatto progetti, hanno anticipato centinaia di migliaia di euro, coinvolto i Comuni per le autorizzazioni, messo in campo professionisti e imprese. In questo percorso mai hanno pensato di ristrutturare gratis. Mai avrebbero immaginato che lo Stato avrebbe potuto cambiare le regole in corsa e abbandonarli. La bomba che ha stravolto le loro vite è arrivata con la chiusura alla cessione del credito che improvvisamente ha fatto sballare tutti i conti.
Per molti la chiusura alla cessione ha significato il default. I numeri sono di rilievo. Stando alle ultime elaborazioni Ance, gli esodati del Superbonus sono 320 mila per un totale di 30 miliardi di euro di crediti incagliati. Molte delle storie di chi è rimasto incagliato nel Superbonus le ha raccolte l’associazione «Esodati del Superbonus», con migliaia di iscritti. Il 31 agosto ha consegnato una lettera-appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Tra gli esodati del Superbonus c’è Donato Lorusso. Più che esodato si definisce «un disperato del Superbonus e Sismabonus». La sua bifamiliare nel comune di Avigliano (Potenza), un fabbricato in pietra degli Anni ‘50, colpito anche dal terremoto del 1980 (ma non rientrante nei benefici per la ricostruzione per carenza di fondi in base a graduatorie stipulate all’epoca) con il Superbonus doveva finalmente trovare nuova vita. I requisiti per ottenere il beneficio, verificati mille volte, c’erano tutti. «Il 31 maggio 2022 sono stato autorizzato dal Comune di Avigliano a effettuare i lavori di riqualificazione sismica usufruendo del Superbonus. Non ho trovato un’impresa che accettasse la cessione del credito, poiché tutte quelle interpellate avevano il cassetto fiscale già pieno. Allora ho chiesto a Poste che mi ha detto di sì ma intanto dovevo anticipare il primo Sal e così si poteva partire. Così ho trovo l’impresa per i lavori, ho iniziato i lavori di demolizione e ricostruzione (Sismabonus) il 13.07.2022, il 26.01.2023 ho pagato il primo Sal ma ormai era tropo tardi perché a novembre 2022 Poste e banche hanno sospeso le cessioni» racconta Donato. Nel frattempo però i soldi sono usciti dalle sue tasche. «Ho emesso pagamenti per 102 mila euro per l’impresa e i tecnici per il primo Sal del Sismabonus. Ad oggi l’impresa ha già realizzato lavori per il secondo Sal che non posso saldare se non trovo chi si prende il credito. Sono in affitto dal primo novembre 2021, rischio di rimanere senza casa e con debiti, non so se riuscirò a venirne fuori» racconta Donato che poi conclude: «Ho creduto nello Stato come tanti altri, ora bisogna aspettare che la politica trovi la soluzione che aveva promesso ma spero che si muova in fretta perché siamo in tanti e siamo tutti in grande difficoltà».
Storia analoga arriva da Bruna Cibrario, di Torino, che per tappare i buchi del Superbonus ha dovuto dar fondo a tutti i suoi risparmi e alla liquidazione appena ricevuta. Aveva progettato di risistemare la casa di famiglia insieme ai suoi due fratelli. Nella casa, composta da tre piccole unità immobiliari, ci abitavano suo figlio e un nipote. Adesso il figlio è tornato a vivere con la madre mentre il nipote è in affitto con tutte le spese del caso. Quel che è peggio è che dei lavori di ristrutturazione da 800 mila euro, di cui 400 detraibili in 10 anni al 50% con il bonus edile e altri 400 mila assoggettati al Superbonus contando sulla cessione, è rimasta fuori una grossa fetta. Con il blocco alle cessioni, i 400 mila euro del Superbonus (che poi sono 440 mila) sono rimasti in capo a Bruna e ai suoi fratelli che non hanno più capienza fiscale per le detrazioni. E quindi si ritrovano a dover mettere i soldi di tasca propria. «La premessa da fare è che nessuno di noi ha mai pensato di ristrutturare casa gratis. Il blocco alle cessioni ci sta rovinando. Io ho dovuto anche vendere la casa in cui vivevo mentre i miei fratelli hanno dovuto accendere prestiti e mutui per cifre per quasi 150 mila euro ciascuno» racconta.
È una condizione di difficoltà comune a molti. «La situazione degli esodati del Superbonus viene sottovalutata» dice Federica Brancaccio, presidente Ance. «Aspettiamo da tempo una soluzione ma pare che queste famiglie siano diventate terreno di scontro tra fazioni politiche».
In questo vortice non ci sono solo le famiglie. Anche tante imprese sono in sofferenza. È il caso di Nicola Andreula e della sua azienda edile di Trieste. «Dopo che la mia impresa ha effettuato investimenti importanti in attrezzature, assunto dipendenti, fatto debiti con le banche per portare avanti i cantieri, adesso è in grave difficoltà». Nicola racconta che molti condomini gli vogliono fare causa per importi milionari a causa dei lavori fermi. Senza lo sblocco dei crediti non può andare avanti. «Lo Stato ci ha traditi» dice e poi prosegue: «il ministro Giorgetti ha dichiarato qualche tempo fa che una soluzione sarebbe stata trovata ma intanto non si muove nulla e noi imprese edili oneste moriamo di stenti. Io stesso vedo andare distrutto tutto quello che ho creato e costruito con il sangue, il sudore e i sacrifici, in più di 20 anni di attività». Nicola racconta di avere diversi cantieri Superbonus ancora aperti. Vuol dire interi condomini con decine di famiglie ostaggio dei ponteggi, che non sono neanche al primo Sal e che sono bloccate da oltre un anno con i ponteggi montati e con le facciate demolite in parte o totalmente. «È una cosa assurda, non si può vivere con questa angoscia ogni giorno» conclude. Il suo pensiero è lo stesso di molti altri imprenditori e di molte famiglie che avevano creduto nel Supebonus, nello Stato, e oggi sono in attesa di risposte dalla politica.
Ringraziate per sempre il Conte che con superbonus e RDC voleva far campare tutti gli italiani (o quasi perché quelli che vogliono fare ristrutturazioni normali non trovano più imprese) aggrattis .
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Se proprio dovete andare e venire da Narnia, almeno evitate di sbattere con la testa nel famoso guardaroba.
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Che commento acuto. Davvero intelligente. E gentile, soprattutto. 💪🏼
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Post per @PaolaBL
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Hai letto solo il titolo?
“In questo percorso mai hanno pensato di ristrutturare gratis.”
Ed è scritto almeno due volte. E poi attacchi anche il reddito che aiutava gli ultimi
ma sappi che adesso affondano gli ultimi, poi sarà la volta dei penultimi, dei terzultimi, su su fino ad arrivare anche a te.
L’economia ci lega tutti, anche quando stai bene e credi che la cosa non ti riguardi. Andremo a fondo tutti, chi prima, chi poi.
Una prece per la tua anima.
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In realtà devono ringraziare il drago e il melone: il primo per le 17 modifiche in peggio e il secondo per il blocco totale della cessione dei crediti. Il disastro lo hanno creato loro fregandosene anche di aver lasciato appesi migliaia di condomini e imprese. Proprio bravi.
E riguardo il tuo pensiero sul superbonus leggiti questo prima di parlare: https://www.nomisma.it/superbonus-nomisma-comunicato-stampa/
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Pensiero? Questa MERXA che trolla con le sue vaccate continuative anti M5S non ha un pensiero. E qui ha dato proprio del suo peggio.
Ma si organizzassero, andassero TUTTI IN PIAZZA. Sono 300.000 CAXXO!
Lo stato ha il dovere di pensare alla sicurezza dei cittadini PRIMA ancora dei conti!
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Non scriva sciocchezze. Studi e si informi piuttosto
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RDC : cifra media riscossa 484,00 mensili Paola BL fare campare gli italiani aggratis? Paola sei di Belluno, tu vivi con codesta cifra?
Sul superbonus non mi pronuncio, oggi tra corriere e secolo se ne leggono di ogni. Anatomia di un disastro: ci vorranno 150 anni per pagare il debito creato dal superbonus,soluzione :bonus 90.
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ecco meglio che non ti pronunci…
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Lascia perdere, non è roba tua
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ma vattene @ffancu£0 TdC
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