Il “lupo” Giorgia insiste nervosa: “Non mettersi in condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare”. Voleva presentarsi in conferenza stampa, dopo sei mesi di assenza, per rivendicare la […]

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Voleva presentarsi in conferenza stampa, dopo sei mesi di assenza, per rivendicare la stretta securitaria del governo dopo le violenze sessuali di Caivano, quella che lei chiama la “controffensiva” dello Stato contro la criminalità: pene più alte, carcere per i minori, daspo per i 14enni. Tutti temi spot che portano tanto consenso alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni europee. Ma quando si presenta in conferenza stampa con sette ministri dopo sei mesi di assenza e prima di partire per il G20 in India, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni cade proprio sulla violenza sessuale nei confronti delle donne giustificando le frasi del compagno Andrea Giambruno (“Se eviti di ubriacarti, eviti problematiche perché poi il lupo lo trovi”) e attaccando i giornali che le chiedono di lui.

Rispondendo a una domanda del Fatto, pur essendosi preparata prima la risposta per non fare il bis a New Delhi, la premier spiega così le parole di Giambruno di pochi giorni fa in televisione: “Penso che Andrea Giambruno abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella interpretata dai più – inizia la premier – Io non leggo in quelle parole ‘se giri in minigonna ti violentano’ ma una cosa simile a quella che mi diceva mia madre ‘occhi aperti e testa sulle spalle’. Gli stupratori esistono e non bisogna abbassare la guardia”. Poi però arriva la giustificazione che peggiora le cose rispetto alle parole del compagno: “Bisogna essere sempre presenti a se stessi, fare del proprio meglio per non mettersi nella condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare”. Tipica logica da colpevolizzazione delle vittima. Poi la marcia indietro, ma ormai il danno è fatto: “Credo sia un consiglio che molti genitori darebbero ai propri figli, ma nessuna giustificazione agli stupratori”.

A quel punto, però, la premier perde la calma. Alza il tono, è furiosa. Ci tiene ad avvertire i cronisti che non bisogna più chiederle del compagno: “Colgo l’occasione per dire che sono mesi che qualsiasi cosa Giambruno dica io sono chiamata in causa – aggiunge – Io voglio capire come sia il concetto di libertà di stampa perché per come la vedo io un giornalista non dice in tv cosa pensa la moglie e io non devo essere chiamata in causa per le cose che dice un giornalista in tv e lui non deve essere attaccato più di quanto sia normale perché mi vuole bene”. E quindi: “Vi prego per il futuro di non chiedermi commenti su quello che dice un giornalista in tv perché non sono io a dire a un giornalista che esercita la sua professione quello che deve dire. Io credo nella libertà di stampa. Non mi pare di essere un passo indietro agli uomini”. Strano concetto di libertà di stampa quello in cui la premier chiede ai cronisti di non fare più domande sul compagno. Replica la capogruppo Pd Chiara Braga: “Da Meloni ancora responsabilità alle donne”. Durante la conferenza, la premier si concentra soprattutto sulla spiegazione delle norme inserite nel decreto appena approvato. Le elenca dopo averle fatte illustrare già una prima volta dagli altri ministri oltre alla “galera e arresto per i ragazzi dai 14 ai 18 anni”: “Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un’arma carica non si può arrestare – dice Meloni – Non sono solo norme repressive, sono norme di prevenzione”.

Nel Cdm sono sono saltate due norme rispetto alle bozze: l’imputabilità abbassata da 14 a 12 anni e la stretta sulla pornografia per i minorenni (ci sarà solo un parental control). Sull’imputabilità a 12 anni, chiesta da Salvini, si sono imposti Carlo Nordio e la stessa Meloni: “Non è etico”, ha detto il Guardasigilli. Tajani prima del Cdm aveva preso le distanze da Salvini: “Non si può considerare un 14 enne un criminale, non servono solo le sanzioni”. “Non se n’è mai discusso: non sbattiamo in galera i 12enni”, spiega Meloni. Sui limiti alla pornografia la ministra Eugenia Roccella invece si è scontrata con Nordio e con Mantovano che non era convinto tecnicamente della misura. “Richiederebbe il riconoscimento facciale e l’intervento di Agcom e Privacy – aggiunge la premier – bisogna lavorarci”. Meloni poi apre la campagna per le Europee: condivide le parole di Salvini su Gentiloni (“vorrei che avesse più riguardo per l’Italia”), chiede di non tornare al Patto di Stabilità (“sarebbe drammatico”) dando la colpa al Superbonus, ma non è preoccupata delle liti tra Salvini e Tajani: “Dialettica normale alla vigilia delle Europee, spero non abbia ripercussioni sul governo”.