
(Ulriche Sauer – Suddeutsche Zeitung) – […] Nei primi cinque mesi dell’anno le esportazioni italiane verso i Paesi extraeuropei sono aumentate del 31,6% rispetto al 2019, quelle tedesche del 12,5% e quelle francesi del 5,2%. Questo testimonia la resilienza e l’adattabilità dell’industria italiana in tempi di crisi. L’Italia esercita un forte appeal anche come destinazione turistica: la penisola mediterranea è dotata di uno stile di vita invidiabile, di tesori artistici e culturali e di diverse attrazioni paesaggistiche. Ma il potenziale è ostinatamente ignorato dai politici.
Per decenni, gli italiani hanno pagato questo disinteresse con la perdita di opportunità di crescita. Il Sud Italia attira meno turisti internazionali delle Isole Canarie, che a loro volta hanno meno abitanti della provincia di Napoli. È difficile da credere. Il Mezzogiorno italiano ha un paesaggio culturale di incomparabile ricchezza. Si estende su più di un terzo dello stivale e si presenta con 5500 degli 8000 chilometri di coste italiane. Ma il potenziale giace incolto.
Una campagna pubblicitaria multimilionaria si è trasformata in un disastro di marketing per l’Italia. Il Paese non può permettersi questa mancanza di strategia. Finché il Sud non recupera le sue carenze, il Nord ricco, innovativo e dinamico può conquistare i mercati mondiali, ma da solo non riuscirà a far uscire l’Italia indebitata dalla sua crisi permanente. Il rafforzamento di un’offerta turistica attraente nel Sud Italia potrebbe creare opportunità di guadagno diffuse. Ma Roma non ne vuole sapere.
Quando il governo guarda all’Italia come destinazione turistica, vede un paradiso vacanziero senza eguali. Quello che non vede è la necessità di agire. Da quando Daniela Santanchè si è insediata come ministro del Turismo dieci mesi fa, ha inviato un comunicato stampa patriottico per ogni festività.
Il tenore: “Il 95% degli italiani sceglie l’Italia per le vacanze di Pasqua e fa una dichiarazione d’amore per la nostra nazione”. Naturalmente, i loro connazionali afflitti dall’inflazione non rinunciano a un breve viaggio a Tenerife per dimostrare la loro fedeltà alla patria. Restano semplicemente a casa, con le bollette della luce e le rate del mutuo da pagare.
Quando il 41% degli italiani ha rinunciato alle vacanze estive e centinaia di migliaia sono fuggiti attraverso l’Adriatico verso l’Albania per sfuggire al rincaro dei prezzi in patria, il collega di governo della Santanchè, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: “Dobbiamo spiegare al mondo che la nostra alta qualità ha un prezzo”. All’epoca, il governo aveva appena incassato il corposo annuncio della Santanchè che il 2023 sarebbe stato un anno record per il turismo italiano.
Certo, una politica turistica sostenibile non è la sfida più difficile per la coalizione di Giorgia Meloni, visti i problemi finanziari dell’Italia, l’aumento dei prezzi e la crisi migratoria. Ma messo alla prova, il populismo di destra rivela la sua inadeguatezza in questo campo in modo particolarmente impressionante.
Tutto è iniziato con il mega flop della campagna pubblicitaria internazionale “Open to meraviglia”. Ad aprile, il ministro del Turismo di Daniela Santanchè ha usato la Venere di Botticelli come influencer virtuale con un budget di nove milioni di euro per stuzzicare l’appetito delle giovani generazioni di 30 Paesi per la bella Italia. Il risultato: un disastro di marketing. Piena di luoghi comuni e di errori imbarazzanti, la campagna ha scatenato una bufera in rete e ha mancato il suo target di riferimento. Alla fine di giugno, la campagna si è completamente spenta. La Corte dei Conti sta ora indagando per sospetto spreco di denaro pubblico.
Nella vita privata, la Santanchè è già da tre mesi nei guai con la giustizia. I pubblici ministeri accusano l’imprenditrice di frode contabile e bancarotta fraudolenta. In Parlamento, la coalizione ha respinto a malincuore una mozione di censura nei suoi confronti. Le carenze di personale della Meloni sono troppo grandi. “Nel 2012 il nostro partito Fratelli d’Italia aveva diverse centinaia di iscritti e una decina di dirigenti”, ha dichiarato lunedì al Corriere della Sera il cognato, ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. Dopo dieci mesi di governo, dunque, è: Avanti dilettanti.
è la descrizione di una fotografia
altro che “Durissimo articolo”
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Posto che non sopporto l’attuale nostro governo di cui alcuni esponenti sanno ben poco di turismo, ecco l’abituale, sciocca prosopopea da “Tedeschi di Germania” da non confondere con i “Tedeschi del cxxxo”.
Stanno attraversando una crisi economico/finanziaria spaventosa, sperimentano dopo 100 anni l’inflazione che, allora, li portò a votare Hitler, hanno i Laendern orientali pieni di neonazisti, sono in prima linea in una guerra che non finisce, si sono fregati il mercato russo e ancora rompono gli zebedei all’Italia ?
È la loro forma di distrazione di massa, pur di parlare d’altro.
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E la cosa ci consola, vero?
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Non era una consolazione bensì una spiegazione
Saluti
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Se ci fosse stato un altro Governo ( e i fatti fossero stati più o meno i medesimi, non è certo saltato fuori tutto ora…) giornalisti e politici sarebbero “insorti” contro i Tedeschi, mandandoli a quel Paese, magari tirando fuori Hitler e l’ epiteto non proprio cortese di Berlusconi al loro Cancelliere ( eh, sì, nessuna “femminista” è insorta, ai tempi: tutti a darsi di gomito).
Ora, invece, si magnifica un articoletto di un giornale di seconda fascia.
Come cambiano i punti di vista…
Possiamo dire “chissenefrega” alnmeno questa volta?
Con tutto quello che abbiamo detto/scritto noi di loro…!
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Ecco il solito scappellamento all’italiana. L’articolo dice cose vere o no?
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Vere, verissime, ma che non cambiano di una virgola la loro realtà che è molto più tragica della nostra. .
Ricorda, dal Vangelo, la storia della pagliuzza e della trave?
Ecco, appunto.
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Che la loro realtà tedesca sia “più tragica della nostra” lo metto in dubbio.
Al netto della manovra US che le ha usate tutte – guerra compresa – per annichilirli ( e con loro l’ Europa) partivano da una situazione molto migliore della nostra. Se parti da due metri dalla cima, anche se arretri di quattro non sei certo nella medesima situazione di chi è a fondovalle e sale di un metro…
Sale? Sicuri che noi facciamo meglio? Al netto dell’ economia “drogata” dal superbonus che ci ha permesso un piccolo exploit più che mai benvenuto, aspettate l’ inverno, con questa inflazione, la guerra, gli stipendi al palo e le “risorse” che continuano ad arrivare a centinaia di migliaia (benvenute da tutti, nei fatti) deprimendo il welfare e il costo del lavoro…
L’ unica cosa a crescere sarà il lavoro nero. E la schiavitù.
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Gentile Carolina, posso suggerirle di parlare con parenti o amici che vivono in Germania per avere un parere sulla loro situazione ? A me risulta che non sia felice o brillante, anzi che la considerino nerissima. Non sarà sui loro giornali o TV che potrà meglio intenderla: basterà andare per supermercati e per negozi con un occhio al contenuto del carrello della spesa oppure ai prezzi. I Tedeschi e gli Olandesi sono tornati in Italia, nelle loro case di proprietà, perché costa MENO la spesa da noi che lassù. Ho un figlio in Svezia che mi precisa che da 3 anni i giovani Tedeschi vanno a cercare lavoro in Scandinavia, a fare gli emigranti…
Un saluto
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Certamente le difficoltà ci sono ( anche in Svezia per altro…) il problema è che, almeno per ora, non vedo Tedeschi cercare lavoro da noi.
Insomma, comunque vada siamo ancora messi peggio, se aspettiamo qualche mese saranno costretti a scriverlo anche i ” giornaloni”: consumi interni al palo e il lusso non ci salverà.
Se soffre la Germania, nostro primo partner, noi non ne possiamo certo esultare. Meglio stare calmi, quindi…
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