“COMANDANTE” A VENEZIA 80 – Il film celebra giustamente il salvataggio dei naufraghi belgi, ma occulta il contesto di una guerra atroce scatenata dai regimi totalitari come l’Italia fascista

(DI TOMASO MONTANARI – ilfattoquotidiano.it) – E così, per festeggiare il primo governo di matrice fascista della storia della Repubblica, la Mostra del Cinema di Venezia apre con un film che (basta leggere la rassegna stampa) ha trasmesso al Paese questi due messaggi: il fascismo ha fatto anche cose buone, gli italiani sono brava gente. Al di là delle circostanze casuali (il ben altro film di Luca Guadagnino bloccato da cause di forza maggiore), e delle intenzioni di regista, sceneggiatore, attori di Comandante (che abbiamo finora saputo antitetiche ad ogni revisionismo), la forza del dato di fatto è impressionante. Ed è prova di una egemonia culturale che, se non è ancora fascista, certo non è più antifascista.
Nessun dubbio sull’esemplarità del gesto del comandante Salvatore Todaro, che salva i naufraghi del mercantile belga (che ha silurato perché trasportava materiale bellico) violando i regolamenti, e obbedendo a quella legge del mare e dell’umanità che (suggeriscono a ragione gli autori) è del tutto ignota a chi oggi ci governa, come mille Cutro dimostrano. Ma nessun dubbio anche sul fatto che il film occulti il contesto di quel beau geste. E il contesto è una guerra atroce, scatenata da regimi totalitari. Salvatore Todaro era, e rimase per sempre, fascista (e il fascismo non è “dolore”, come dice uno dei personaggi: ma violenza, odio, morte). Era uno che combatteva insieme ai nazisti: per le stesse cause, che includevano il più violento razzismo mai visto nella storia, e l’Olocausto tutto intero. In Germania, la Berlinale si potrebbe aprire con l’apologia di un nazista buono? Se da noi è potuto accadere è perché ci siamo convinti che ci fosse una gran differenza tra il tedesco nazista (cattivo) e l’italiano fascista (bravo): ma una intera stagione storiografica (esemplari, tra tanti, gli studi di Filippo Focardi) ha dimostrato esattamente il contrario. Eppure, l’autoassoluzione collettiva (che inizia ancor prima della Liberazione, con un cedimento significativo del fronte antifascista, comprensibilmente preoccupato che l’Italia non venisse trattata come la Germania), l’idea crociana del fascismo “parentesi” in una storia italiana virtuosa, continuano a farci brutti scherzi. E così dimentichiamo la realtà: che “il nazismo in Germania è stato una metastasi di un tumore che era in Italia” (Primo Levi).
Da un cinema autonomo, libero, culturalmente solido mi aspetterei oggi film su Matteotti, i Rosselli, Emilio Lussu, la Resistenza delle donne…: non su un buon fascista! E, visto il terribile amore per la guerra che è tornato a dominare il discorso pubblico occidentale, amerei film su storie di diserzione, di rifiuto delle armi: non l’apologia di un sacerdote della guerra, senza macchia e senza paura. Quanti morti ha fatto Salvatore Todaro nelle sue campagne? E al servizio di quali ideali? Nessuno, ha scritto Hannah Arendt, aveva il diritto di obbedire: e la marginale disobbedienza di Todaro non gli impedì certo di ricevere le sue medaglie dal regime.
Non lasciò mai gli ideali di morte (come fece invece uno Schindler, per intendersi): quell’atto esemplare rimane un punto bianco in una vita nera. Anzi, volle finire la carriera (e di fatto la vita) tra i fanatici della morte della X Mas, di lì a poco rivelatasi un branco di criminali di guerra. Come ha scritto Cristina Piccino in una splendida stroncatura del film uscita giovedì scorso sul Manifesto, il comandante interpretato da Pierfrancesco Favino, “come ogni vero uomo ama, l’arte della guerra: un po’ dannunziano, un po’ nietzschiano, un po’ uomo e macchina di marinettiana memoria, oltre a quel bagaglio, tipico del fascistello, di filosofie orientali, cabale, esoterismi”.
“Un mito duro a morire” è la seconda parte del titolo del libro con cui Angelo del Boca ha dimostrato che gli italiani non sono stati affatto “brava gente”. E quando Todaro risponde che ha fatto quello che ha fatto perché è italiano, questo suona come un’oscena assoluzione, collettiva e a prescindere, di un popolo che i conti col fascismo non è mai riuscito a farli davvero (tanto che oggi ci risiamo), e che, per dire, non è nemmeno stato capace di istituire una giornata di pentimento e memoria per l’oltre mezzo milione di morti che abbiamo fatto in Africa nelle nostre guerre coloniali (liberali e fasciste), commettendo crimini di guerra che in certi casi assumono i tratti di un tentato genocidio. E poi: davvero la bontà si può legare ad un’appartenenza nazionale? Ma non è propria questa la bestialità che il governo Meloni ripete fino alla nausea, esaltando l’identità italiana?
E non è forse una triste prova di subalternità culturale fondarci un film? Capisco che mancherebbero siluri e divise, ma quanto vorrei vedere un film sui dodici professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo, perdendo cattedra e stipendio: non dissero “no” perché italiani (lo era anche il 90% che giurò…), ma perché liberi, con la schiena diritta, consapevoli. Virtù poco diffuse nell’Italia dell’anno primo dell’Era Neofascista.
Montanari ha veramente rotto il c….
Con sta minkiata del primo Governo fascista della storia della Repubblica continua a spostare il tiro e a non identificare l’unico vero pericolo socio-culturale di questa modernità occidentale: l’asservimento di tutti ( finta sinistra e finta destra sovranista) alle politiche neoliberiste e atlantiste di matrice USA.
Che questi quattro cialtroni al Governo possano pensarla sulla Storia in modo diverso da lui è talmente decisivo che la sua indiscutibile intelligenza si è annebbiata, anzi annichilita. Spiegargli che il Fascismo fu una cosa molto più seria e grave è inutile.
Continua come un disco rotto ad indicare il dito, che poi è il suo o di pochi altri rottami della mentalità dei ’70 in versione antifascismo militante.
Ridicolizzando l’antifascismo e pure la militanza che servirebbe per miglior causa.
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D’accordo in pieno e ti dedico 92 minuti di applausi, ma fallo capire alla pseudosinistra (che di sinistra non ha niente) dei buonisti pdioti. Un governo talmente fascista e sovranisti che è piegato a 90 gradi davanti a USA e UE, come e più dei precedenti
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@pableronew
Se almeno una frazioncina dell’antagonismo rivolto a questo governo e anche ai precedenti, venisse indirizzata al “comitato di pietra” sempre presente e in bella vista (per chi ha occhi per vedere e mente per ragionare) che la fa da padrone nel decidere la sorte di tutti, soprattutto gli ultimi e penultimi, nell’orbe terracqueo. Se uno spicchio del pensiero critico fosse usato per sgominare il nemico principale che passa sotto il nome di NEOLIBERISMO che, per chi non se ne fosse ancora accorto, è la vera matrice e nutrice di tutti i fascismi in servizio permanente effettivo in quasi tutti i partiti, anche se di orbace non ha nulla e si presenta col volto politicamente corretto oppure bieco, poco importa (sai che differenza, nei risultati).
Insomma, c’è una piccola perla di conoscenza in chi guarda il mondo con lenti adatte : il capitalismo vive ad intermittenza regolare di crisi, uscendone sistematicamente più forte che pria.
Dovrebbero scriverlo a lettere infuocate sulla pietra come sulle tavole di Mosè, ciò che dicono nelle centrali di potere: C’E’ UNA CRISI?? BENE, USIAMOLA COME NUOVA OPPORTUNITA’ PER RINFORZARCI ANCOR PIU’ DI PRIMA!!!
Altro che dito… la vista acuta andrebbe oltre il nostro stesso sole e l’altre stelle!
Meditate, meditate gente!
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Todaro era fascista perché italiano e militare del suo tempo, tutta la borghesia del tempo lo era, le persone comuni lo dovevamo essere, intellettuali e accademici erano diventati fascisti per continuare a lavorare o fare carriera esattamente come accade oggi, tutti atlantisti ferventi e in malafede su una guerra che nemmeno ci appartiene giocandosi etica ed onesta’ intellettuale in un declino inesorabile, magari va vista solo come una storia, Montanari ideologizzato non riesce a mantenere le dovute distanze nemmeno su questo, dobbiamo sorbirci la subalternità culturale in ogni film, fiction, programma TV, che fa propaganda ‘progressive’, ma la storia di un fascista ‘buono’ non ci può stare, perché il problema che solleva Montanari ha più a che fare con l’apologia, cioè se pure ci siano stati fascisti buoni, non si deve dire né se ne dovrebbe parlare, semplicemente non è ammissibile, invece i film che andrebbero fatti li ha suggeriti lui
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Senza dimenticare gli eccidi contro gli slavi, greci, rumeni e albanesi, trattati come razze inferiori.
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Italiani brava gente.Da liceale ho letto sul testo di storia del mio liceo che in Grecia durante l’occupazione italiana, 2 guerra mondiale, si è arrivati al punto che i greci,in una zona del nord, chiedevano aiuto ai tedeschi , occupanti pure loro, di aiutarli a liberarsi dalle sevizie subite dagli italiani.Gli italiani peggio dei nazisti ! Del Boca docet…
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Basterebbe una sola foto del Festival di Venezia.
Ed usare sempre la medesima tutti gli anni.
Ci sono sempre gli stessi, che se la cantano e se la suonano. Una cosa tra loro, e film che praticamente nessuno vede. Ma ” vincono”: oggi io, domani tu, dopodomani lei. Ma che bravi, bravissimi, meravigliosi…
I film sono sempre ” etici”, i registi sempre ” emergenti” e non manca la ragazzotta ” scoperta dell’anno, bravissima, incredibile…” generalmente bruttarella ma… ” giusta”, che subito sparisce o entra a fare parte, bene che vada, della solita partita di giro. Sono sempre tutti lì, ogni anno.
E avanti così, esultiamo…
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Montanari, ci parli anche del possibile ritorno dei lanzichenecchi. L’attualità è più o meno la stessa.
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Il problema del nostro paese non sarebbero i disoccupati, il familismo, una casta politica piena di privilegi indecenti che non avevano neppure i feudatari, la tv spazzatura, scuola e sanità distrutte, 60esimo posto o giù di lì per libertà di stampa… no, il problema è il ritorno del fascimo. Ma va de via i ciapp, come dicono a Milano.
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Brava gente ? Quelli di piazza Della Loggia, piazza Fontana, treno Italicus, stazione di Bologna era tutta brava gente italica- Usa- P2- mafiodipendente o no ? È ridicolo e infantile proclamare un popolo bravo o cattivo come sta avvenendo ancora oggi con i russi e prossimamente magari con i cinesi. Le responsabilità sono o di una intera classe politica o individuali, ma mai di un intero popolo.
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Tra i 12 mancano Luigi Einaudi (su invito di Croce) e Piero Calamandrei (su invito di togliatti) e altri che in qualche modo resero il coraggioso gesto poco credibile
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Io invece sottoscrivo ogni parola di Montanari, perché non fa un discorso di appartenenza politica, di fascismo od antifascismo in senso storico o semplicemente di una parentesi, durata un ventennio di dittatura cui è seguita una reazione, dopo una guerra persa, parla invece di mentalità, discultura, costume, ideologia, modo di essere e di rapportarsi con l’ altro o con la collettività che hanno ragioni talmente profonde da non essere superate solo con la chiusura della parentesi storica! Gli italiani non hanno fatto i conti con il fascismo perché il percorso di emancipazione mentale/culturale è più difficile ed impegnativo rispetto al chiudere la pagina come se non esistesse una responsabilità individuale e collettiva che è stata in grado di generare l’ evento storico e politico, che ne è il prodotto! Se fascismo ed antifascismo sono ridotti a folclore, alla narrazione di parte dove le tifoserie si autoassolvono nella ricerca del buono o del cattivo, come fosse una fiction, in cui il gesto del singolo basta a rimuovere le colpe degli altri, non si è criticamente superato nulla della propria storia, passata o recente, di popolo, in grado di fare i funerali di Stato a Berlusconi che evidentemente qualcosa di buono deve aver fatto esattamente come qualche fascista…….Non siamo in grado di indignarci perché pregni, gonfi, tossici di una discultura che ha generato prima una dittatura e poi una delle peggiori e miserevoli classi politiche , di cui cerchiamo il bel gesto in grado di assolverla e soprattutto di autoassolverci! E chi come Montanari ci ricorda che fascismo, berlusconismo, razzismo, melonismo, sono esattamente il prodotto di ciò che siamo, ci sta sul ca@@o perché mette in evidenza la spazzatura strabordante, sotto il tappeto, tutta nostra, visto che alla fine ci piacciono da sempre i cialtroni e regolarmente li mandiamo al potere! Inutile anche parlarne, affossate pure Montanari e tenetevi la Meloni!
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Non ho visto questo film, credo che il fascismo sia stata la più grande iattura nella storia contemporanea italiana e che i suoi patetici epigoni sarebbero ridicoli se non fossero pure pericolosi per la nostra convivenza…(stavo per scrivere democratica ma mi viene da ridere). Comunque, io rispetto senza incertezze quei militari che pure in una guerra sbagliata (e qual’ è la guerra giusta?) hanno fatto il loro dovere di soldati, anche combattendo dalla parte invisa
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Beh, dato che la stragrande maggioranza dei nostri nonni era fascista obtorto collo ( altrimenti non potevi lavorare) ed anche gli altri al momento non facevano storie ( altrimenti erano guai…), per non parlare dei soldati che erano obbligati ( dalla divisa o dalla mobilitazione generale) a combattere, direi che i “cattivi” tra noi erano un bel po’.
Il “mito” dei tantissimi dissidenti e partigiani è nato nel dopoguerra, assieme a “Bella Ciao” che nessun partigiano ha mai cantato: occorreva ridare dignità al Paese e costruire una mitologia di cui andare fieri.
Soprattutto ai giorni nostri, non sono pochi coloro che alla domanda : “Chi ha liberato l’ Italia dall’ occupazione nazifascista?” ( sarebbe più realistico dire da noi stessi e dai nostri improvvisamente ex alleati) risponde : “I Partigiani” anzichè “Le truppe alleate”.
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