Leggere sui giornali che “l’opposizione insorge contro Giambruno” lascia, come dire, un tantino perplessi poiché il compagno di Giorgia Meloni che straparla in tv non sembra il generale Radetzky e, tutt’al più, meriterebbe […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Insorgere: intraprendere un moto violento e deciso di protesta, o di ribellione contro un oppressore. Esempio: Milano insorge contro gli Austriaci”. Dal dizionario Treccani

Leggere sui giornali che “l’opposizione insorge contro Giambruno” lascia, come dire, un tantino perplessi poiché il compagno di Giorgia Meloni che straparla in tv non sembra il generale Radetzky e, tutt’al più, meriterebbe una menzione nelle pagine interne. Se non fosse che da una rapida consultazione su Google l’opposizione non ha fatto altro che “insorgere” tutta l’estate, come la cicala di de La Fontaine. Contro Santanchè, Colosimo, De Angelis, Nordio, Lollobrigida, Salvini, Fitto, Urso, Valditara e ciò che resta del governo Meloni. Personaggi dalla comunicazione sovente maldestra ma sempre e comunque non meritevoli per l’oppositore insorgente di occupare quelle poltrone. E dunque dimissioni, dimissioni, dimissioni anche se alla fine l’unico scalpo ottenuto sarà quello del portavoce della Regione Lazio ma per l’indignazione suscitata presso la comunità ebraica a causa di certe sue cantate antisemite di gioventù. L’opposizione “insorge” quando Fazio e Annunziata se ne vanno dalla Rai o se tolgono il programma a Saviano. Ma pure se la Meloni si fa chiamare “il premier” e non “la premier”. O se porta con se la figlia nei viaggi ufficiali. O se non prende posizione contro il libro del generale Vannacci (sollevato dall’incarico dal ministro Crosetto, meloniano di ferro). Una tiritera decisamente stucchevole frutto di una titolazione sempre più pigra (tipo la milionesima “ira di Mattarella”, che il Pelide Achille se la sogna). Che gli insorgenti rilanciano, in genere, con un frettoloso tweet colmo di riprovazione, da una spiaggia o nei pressi di un laghetto alpino.

Il fatto è che, a parte i vari Lolli e Giambruni, alle opposizioni di motivi per attaccare – ma sul serio – il governo non ne mancherebbero a osservare la stretta attualità. Dalle famiglie costrette dalle infinite liste d’attesa negli ospedali a ricorrere alle cure dei privati indebitandosi. Alla rete ferroviaria in larga parte priva di moderne tecnologie di sicurezza. O, per restare in tema, potrebbe chiedere cosa abbia da fare di così urgente il ministro delle Infrastrutture Salvini che gli impedisca di andare a deporre un fiore alla stazione di Brandizzo. Sarà forse che per l’opposizione insorgere sia meno faticoso che risorgere?