L’aumento dei prezzi resta il problema più sentito nel Paese, per un cittadino su quattro la crisi del lavoro è grave la metà degli italiani non crede alla tenuta dell’esecutivo

(ALESSANDRA GHISLERI – lastampa.it) – La “sindrome da rientro” – detta anche “back to work blues” – presenta dei sintomi ben definiti dalla comunità scientifica come nervosismo e irascibilità, senso di stordimento, ansia… Una volta finita la pausa agostana, infatti, si ricomincia a riorganizzare la propria quotidianità cercando di pianificare l’anno che verrà e scontrandosi con la realtà accantonata nel limbo estivo per i più fortunati. Tuttavia, è ormai quasi un anno che l’aumento dei prezzi rappresenta la maggiore preoccupazione per le famiglie e per gli italiani. Un’ansia che non ha trovato conforto nell’estate che sta volgendo al suo termine, visto che l’aumento del costo della vita si è registrato sia tra coloro che si sono spostati per godere di qualche giorno o settimana di riposo, sia tra coloro che per problemi economici non hanno potuto godere di una vacanza.
Sicuramente l’aumento del carburante alla vigilia di quelle che sono da sempre definite partenze di massa non ha aiutato gli italiani ad essere più ottimisti nel futuro. Del resto, sapendo che nel nostro Paese i mezzi circolanti superano abbondantemente i 50 milioni, si può dire che praticamente in tutte le famiglie si è potuto toccare con mano l’incremento del costo del combustibile, nel ricordo – sempre presente – delle parole spese in campagna elettorale per l’eliminazione delle accise. Ora la routine ordinaria è alle porte e i cittadini iniziano a temere il confronto con le nuove spese tra bollette, carburanti e aumenti dei mutui per la casa, degli alimentari fino ai testi scolastici.

Nelle nuove rilevazioni di EuromediaResearch, un cittadino su due (49,6%) denuncia – ancora – il carovita e l’aumento dei prezzi, mentre uno su quattro (23%) notifica una crisi importante in merito al tema del lavoro. È doveroso sottolineare che questo ultimo dato è cresciuto nell’arco di un mese dell’11,2%. Il continuo rialzo generale dei prezzi dei beni di più largo consumo preoccupa gli italiani che hanno poca fiducia in quell’attività di Governo che potrebbe calmierare e soprattutto controllare i continui aumenti. Su questo argomento soltanto il 30,1% degli intervistati si è dichiarato fiducioso nell’operato della Maggioranza, mentre il 61,6% si dichiara poco o per nulla propenso a credere in una pianificazione utile ad affrontare il tema inflazione.
Nella classifica delle principali problematiche per il nostro Paese rimane saldo al secondo posto il tema dell’immigrazione e della sua gestione con un incremento del 3,4%. Se è vero che il periodo estivo con il suo buon tempo ha facilitato gli sbarchi, i numeri di quest’anno rappresentano dei record impressionanti che riecheggiano giornalmente su tutti i media. Più di 114 mila arrivi in otto mesi, certificati sulla homepage del Ministero dell’Interno, dove comunque si ricordano anche i confronti con gli anni precedenti. Di poco meno di 10 mila sbarchi registrati è la differenza mese su mese con lo scorso 2022 (2021: 67.477; 2022: 105.131; 2023: 114. 604, fonte Dipartimento di Pubblica Sicurezza). La differenza nell’approccio alla notizia è certamente il confronto tra il governo reggente dello scorso anno e l’attuale, nonché l’importanza data all’argomento durante la scorsa campagna elettorale. Non a caso il dato che salta all’occhio è proprio la denuncia su questi argomenti dei principali partiti che compongono la Maggioranza. In tutti questi passaggi la sostanza non muta: i cittadini italiani desiderano delle risposte dalla politica e in particolare dal Governo.

E per far sentire la loro voce si esprimono con grande severità sui temi che servono a identificare gli indici di fiducia del Presidente del Consiglio (37,5%) e del suo Esecutivo (34,6%), che registrano entrambi una perdita di quasi 3 punti percentuali nelle differenze con la rilevazione di luglio. Giorgia Meloni scende sotto la soglia psicologica del 40%. Anche Fratelli d’Italia perde quasi un punto percentuale attestandosi al 26,5% quasi certificando, a distanza di poco meno di un anno, il risultato delle elezioni politiche e facendo lievitare la Lega di Matteo Salvini al 10,5%. Era dal mese di marzo che la Premier non registrava un calo di queste dimensioni. Il 45,2% del campione intervistato reputa ancora stabile il Governo. Un valore che perde il 9,8% nel confronto con il mese di luglio; tuttavia, ben il 43,5% dei cittadini crede che siano in atto delle crepe all’interno dell’esecutivo. Questa percentuale è in notevole crescita rispetto ai mesi appena trascorsi aumentando dell’8,9% e facendo presa tra il 25% dell’elettorato della Lega.
Il racconto delle vicende politiche di questa estate non ha sicuramente aiutato, è come se si fossero composte all’interno dell’elettorato della Maggioranza due posizioni ben definite tra chi comprende l’utilità e le capacità di un’unica persona al comando che prende le decisioni per scegliere al meglio e pianificare una strada elettorale per il suo partito e chi, non identificando in essa il suo leader si sente escluso dalle scelte politiche, rimanendo anche a bocca asciutta dal punto di vista dei risultati. Siamo sullo starter di una campagna elettorale della durata di nove mesi di cui si sentono già le prime avvisaglie. Lo scorso anno l’unione era la forza per vincere, in questa lunga gestazione che porterà alle elezioni europee ognun per sé e vinca il migliore.
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Ancora al 26 % e il pd al 20 ? É una tragedia, un disastro, un dramma. Questi ( i connazionali) sono, non terrapiattisti,ma molto peggio, sono engefalopiatti . Ma come caz siete fatti ? la ducetta squallor e i pd vi suotatano il portafoglio per fare la guerra contro noi stessi e voi li appludite anzichè mandarli al macero ? Tanto peggio per voi ! E, purtroppo anche per me .
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Cesare, ma se il resto dei partiti fa schifo e mezzo non è colpa della Melona.
In una terra di ciechi, un uomo con un occhio solo è re (Machiavelli).
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beàti monòkuli in tèrra čekòrum
Il proverbio è latino
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Sparviero, quanto a schifo la cosca della Meloni è seconda solo al Partito Draghiano.
Queste due associazioni a delinquere non crollano solo perché sotto l’ala protettiva dei ricchi, dei loro giornali e degli americani.
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Giuseppe, se il proverbio è latino (come in effetti è), cioè “beati monoculi in terra caecorum”, come mai l’hai scritto in alfabeto “slavo” (credo, a occhio)? 🤔
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I vasi comunicanti …cioè da cesso a cesso ..sempre cloaca è!
Serve una ditta di spurghi!
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Copio e incollo un articolo de La Stampa relativo ad un’intervista a Joseph Stglitz
Joseph Stiglitz comincia con un colpo diretto. «Penso che ci sia un problema con la reputazione italiana», dice amabilmente, seduto sotto un platano di Villa d’Este. È di ottimo umore anche se lo scenario che vede è perlomeno grigio. «Vedo un rischio di recessione», ammette il Nobel per l’Economia dell’anno 2001. «Il rialzo dei tassi deciso dalla Bce, le difficoltà della Cina e l’indebolimento dell’economia tedesca sono fattori che impattano sull’Italia, così rischiate quello che si chiama un brusco atterraggio».
La risposta sono le riforme e il sostegno alla domanda. Come? Una ipotesi, afferma, è «il salario minimo, positivo per l’economia e la società, soprattutto in una fase di grandissime disuguaglianze, come quella attuale». Davvero? «I timori di effetti collaterali sono infondati – assicura il docente originario dell’Indiana-, spesso il salario minimo ha aumentato l’occupazione, oltre a mettere più soldi nelle tasche dei consumatori».
Professore, i cantieri del governo sono aperti. Crede ci sia un problema di fiducia da parte dei mercati e di chi ci guarda da fuori?
«Gli osservatori erano molto nervosi quando Meloni è stata eletta premier. Il lato positivo, che interessa agli stranieri, è che l’Europa può convivere con un calo del Pil. Ma se non sostieni l’Ucraina, e se ti ritiri dall’Europa, questo è un problema più grande. Quindi il fatto che Meloni non fosse pro Putin, come Orban, è stato confortante per tutti, come lo è stato il fatto che fosse più favorevole all’Europa. Sì, è stato un sollievo».
La luna di miele con la premier non è ancora finita, quindi?
«Non basta. Tutti le hanno dato una possibilità. Ma erano molte, molte le riserve che vanno considerate».
Cosa intende?
«Le riserve riguardavano sia la filosofia che la competenza. E il copione degli estremisti di destra come Trump ha una certa somiglianza tra i Paesi. E una parte di queste similitudini è l’indebolimento della pubblica amministrazione, che è molto importante per il funzionamento della società e del governo. E così, il sentore di una possibile incompetenza finisce per essere coerente con una filosofia dell’ala destra che può distruggere lo Stato. Ora, le azioni parlano più forte delle parole. Puoi stare zitto, e non essere così provocatorio, ma se stai distruggendo lo Stato, stai distruggendo il futuro dell’Italia. Allora devi parlare con i fatti».
Rischia anche il vecchio continente?
«Il problema per l’Europa è che la Bce è stata costretta a seguire la Fed per evitare di indebolire l’euro, ma gli Stati Uniti hanno più spazio fiscale per aiutare l’economia di fronte al rialzo dei tassi, l’Europa invece ora rischia di più, rischia una vera recessione: a Francoforte ora dovranno essere molto più cauti».
Recentemente è stata varata una tassa sugli extraprofitti. I mercati l’hanno bocciata. Lei che dice?
«Non ho studiato i dettagli dell’imposta prevista dal vostro governo. In passato però ho esortato l’amministrazione Biden ad adottare una tassa sugli extraprofitti».
Ma non sarebbe una mossa da evitare?
«In un’economia di mercato ben funzionante, non ci dovrebbe essere alcuna imposta sui profitti: tutti dovrebbero ottenere il normale ritorno sul capitale, e quindi non ci sarebbe nulla da tassare. Ma sappiamo che, nel contesto di una grande turbolenza come la pandemia, ci sono stati enormi profitti, e quindi per rispondere a circostanze insolite si può pensare anche a una mossa del genere. A patto che non diventi strutturale ma resti straordinaria».
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Dopo un’anno di mancate promesse per non dire bugie e solo tanto perepe’ quaqqua’ quaqqua’ perepe’ .La cucurbitacea perde solo 3 punti e risale il cazzaro green . Che gente curiosa sono gli italioti votanti🤔.
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