OGGI LA VISITA DELLA PREMIER – Sui social Meloni ha denunciato minacce web in vista della visita a Caivano

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Una Cutro-bis. Per tutto il giorno a Palazzo Chigi, dove si sono susseguite le riunioni per organizzare la visita di questa mattina, è stato questo lo spettro che ha agitato l’entourage di Giorgia Meloni: la premier alle 12 sarà al Parco Verde di Caivano (periferia nord di Napoli) dove nei giorni scorsi sono state violentate due cuginette di 12 anni. Il timore è quello di proteste, non organizzate ma di singoli individui, che spostino l’attenzione dalla visita di Meloni come avvenne già il 7 marzo scorso a Cutro, trasferta che diventò un boomerang per il governo.

Nello specifico a Palazzo Chigi si temono contestazioni sul taglio al Reddito di cittadinanza e sul tema delle violenze sessuali: la premier, che dovrebbe fare un punto stampa alla scuola “Francesco Morano”, rischia di dover rispondere a qualche domanda sulle frasi imbarazzanti del compagno Andrea Giambruno che hanno provocato lo sdegno dei social e ieri anche dei giornali internazionali (“Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”).

È anche per questo che ieri il governo ha deciso di alzare i toni su alcune minacce social che sarebbero arrivate nei confronti della premier proprio per la decisione di togliere il Reddito di cittadinanza a molti occupabili nella zona. “Speriamo che rimani morta a Caivano”, “io ti consiglio di stare a casa” e ancora “Sei sicura che tornerai?” sarebbero le minacce che ieri sono state ben evidenziate dalle agenzie di stampa (senza citare alcuna fonte) a cui, un minuto dopo, sono seguiti i commenti di tutti i ministri, i vertici del governo e di Fratelli d’Italia in difesa della premier (oltre ai leader dell’opposizione Elly Schlein e Giuseppe Conte). Anche Meloni alla fine ha deciso di rispondere: “Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli – ­ ha detto la premier – nella lotta alla criminalità questo governo non farà passi indietro”. Insomma il messaggio è chiaro: dimostrare il pugno duro dello Stato nei confronti della criminalità. Il timore di contestazioni però ha portato a organizzare la trasferta in maniera certosina: a occuparsene è stato direttamente il sottosegretario Alfredo Mantovano con don Patriciello, il prete antimafia simbolo di quel luogo. La premier visiterà la chiesa e la scuola di Caivano dove, insieme ai ministri Matteo Piantedosi, Andrea Abodi e Giuseppe Valditara, presiederà un comitato di ordine e sicurezza con le autorità locali. Non ci sarà un provvedimento ad hoc come fu per il decreto Cutro: oltre alla riapertura della palestra e alla bonifica del parco, in quella sede sarà firmato un patto per la sicurezza da parte di tutti gli enti interessati che garantisca un presidio di polizia continuo sul territorio. Quindi più presenza delle forze di polizia, ma anche la trasformazione del centro polifunzionale “Delphinia sporting club” dove sono state violentate le due ragazzine in una palestra della legalità. Meloni, che farà anche un giro per le strade di Caivano, incontrerà anche la mamma di una delle due ragazzine violentate che ha chiesto un faccia a faccia con la premier: “Non mi sento sicura, ci stanno minacciando”.

Il timore di contestazioni ha portato i vertici locali di Fratelli d’Italia a precettare iscritti e militanti per costruire un “cordone” di sostegno a Meloni e isolare il più possibile i contestatori. Ieri il coordinatore campano e deputato di FdI Michele Schiano ha mandato un messaggio ai militanti per chiedere di “mobilitarsi” ma non “con simboli di partito”: “Le persone devono sembrare cittadini qualunque che accolgano Giorgia festanti anche per bilanciare eventuali contestatori (lì sarà pieno di redditi di cittadinanza)”. Schiano chiede di non far circolare il messaggio “perché altrimenti arriva ai giornalisti e sembra che la Meloni si fa organizzare la claque: consiglio di fare la mobilitazione con chiamate dirette, organizzando macchine di fedelissimi e gente intelligente”. Truppe cammellate per la premier. Chissà se aiuteranno a evitarle un’altra figuraccia.