Nuova perla del partner della premier: “genitori siano più possessivi”. “Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico. Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento […]

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – “Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico. Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”. Il rientro dalle vacanze di Andrea Giambruno, compagno della premier Giorgia Meloni e anchorman di Rete 4, si fa notare per un’altra uscita discutibile che rischia di mettere in imbarazzo la premier: dopo le polemiche estive relative al suo negazionismo sul cambiamento climatico (“È luglio, ha sempre fatto caldo”) e le sue accuse al ministro della Sanità tedesco Lauterbach in vacanza in Italia (“Se fa troppo caldo, stai a casa tua nella Foresta Nera”), ieri Giambruno ha preso posizione anche sui casi di stupro di Palermo e Napoli con parole tipiche della logica del victim blaming, cioè la tendenza a colpevolizzare la vittima.
La puntata di Diario del giorno si è concentrata sugli ultimi casi di violenza sessuale nei confronti di donne. Tra gli ospiti ci sono l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, il condirettore di Libero Pietro Senaldi, l’avvocata Ebla Sahmed e l’imprenditore Gianfranco Librandi. Lo spunto è la lettera inviata dal padre di una ragazza violentata a Roma e inviata alla vittima di Palermo con la chiosa: “Sei sola, gli altri non comprendono”. Bernardini De Pace interviene per spiegare che serve un cambio di approccio nell’educazione dei genitori verso le ragazze introducendo un meccanismo di “autotutela preventiva” passando dal “coraggio” della denuncia al “piacere” della denuncia. Ma è sul concetto di “autotutela” che Giambruno si sofferma chiedendo un approfondimento a Senaldi. Senaldi dice di non voler essere frainteso e condanna i violentatori. Poi però aggiunge: “Le ragazze hanno il diritto di non essere violentate ma purtroppo la realtà non rispetta i diritti – dice il giornalista –, quindi non devono perdere conoscenza e devono frequentare contesti meno pericolosi possibili. È giusta la frase: nessuno ha il diritto di violentare nessuno, ma non è detto che questo non accadrà”. Qui interviene Giambruno che condivide le parole di Senaldi (“stai parlando più da padre che da giurista”) e aggiunge: “Hai ragione, perché uno a sua figlia magari dice: non salire in macchina con uno sconosciuto perché è verissimo che tu non debba essere violentata, perché è una cosa abominevole. Ma se eviti di salire in macchina con uno sconosciuto magari non incorri in quel pericolo”. A quel punto, dopo aver definito “bestie” gli stupratori, Giambruno passa la parola a Librandi spiegando che se “eviti di ubriacarti e perdere i sensi, eviti di incorrere in determinate problematiche”. Il resto della trasmissione si trascina stancamente tra accuse alle famiglie e richiesta di modificare le norme sulla pornografia. Ma il danno ormai è fatto.
in imbarazzo la premier????
ma se è lei la sua ventriloqua
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E lei è la ventriloqua del Biden. Sembra la canzone Nella vecchia fattoria ja ja o, riveduta e corretta
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Se uno evita di fare politica non corre il rischio di essere nominato ministro. Se uno evita di studiare corre il rischio di finire sui giornali quando parla.
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Insomma, donne, evitate di bere se non volete finire nel letto di Geronimo la Russa.
Non è un suggerimento irrazionale, tutto sommato. Specie quando vedi 15enni che girano ‘mbriache in piena notte.
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Era più imbarazzante quando disse che il Governo le sta azzeccando tutte.
Il fatto che da sobri si corrano meno rischi che da ubriachi, in qualsiasi contesto, è un’ovvietà; non ci vedo il “colpevolizzare la vittima” nelle sue parole. Stessa cosa per il passaggio da sconosciuti.
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Detto preventivamente dai genitori alle figlie è una raccomandazione, detto a proposito di un episodio recente è colpevolizzare la vittima.
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@rassegnato1962
A mio parere si colpevolizza la vittima solo quando si dice, o si fa intendere, che ci siano attenuanti, legali o morali, per i colpevoli. Ma in questo caso la “condanna” per i colpevoli era già la premessa del discorso.
Questa cosa che solo i genitori, e solo prima della violenza, possono fare determinati discorsi sul non mettersi in situazioni di pericolo non ha senso. Primo perchè le violenze capitano anche a chi non ha genitori o non vive con loro; secondo perchè potrebbe capitare di nuovo.
Se invece diciamo e convinciamo le vittime che loro non hanno sbagliato niente, queste rifaranno la stessa cosa, ovvero si ubriacheranno e saranno di nuovo vittime di violenza, convinte che non ci sia niente di sbagliato nel loro comportamento (ubriacarsi).
Se ci fai caso, questi discorsi sul “colpevolizzare la vittima” non ci sono mai per le vittime di altri reati.
Se vai in giro con un rolex da 50.000 euro, e poi ti pestano per rubartelo, stai sicuro che il 99,99% degli esseri umani penserà che sei un idiota, o ti sei comportato da tale, perchè hai deciso tu di metterti in pericolo. Ma ciò non significa che la colpa sia tua, e non dei ladri, e che quindi te lo saresti meritato. Semplicemente ti si fa notare che hai avuto comportamento stupido, e che sarebbe meglio per te non rifarlo. Questo non annulla il fatto che tu sia la vittima e i che i colpevoli vanno puniti.
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Sono d’accordo con rassegnato1962, è un po’ come quando si dice che per non incorrere in chirurghi estetici delinquenti bisogna evitare di sottoporsi alla chirurgia, o che le vittime delle truffe devono essere meno ingenue. si vuole riportare la salvezza della vittima ad un suo limitarsi nella libertà di comportamento, suggerendo un concorso di colpe che è assolutamente inesistente. ovvio che se non ti esponi a nessun rischio non ti succede nulla, ma pensare che questo faccia di te un complice del rischio è colpevolizzazione della vittima.
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@Riflessivo:
“pensare che questo faccia di te un complice del rischio è colpevolizzazione della vittima”
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Se ragioniamo in questi termini, allora anche i genitori che danno raccomandazioni, o ordini, alle figlie riguardo il vestire, il bere, posti da non frequentare, il fare tardi, gli sconosciuti etc, stanno dicendo che la colpa è delle figlie se gli accadrà qualcosa di brutto.
Questa storia che certe ovvietà si possono dire solo prima della violenza, mentre dirle dopo non va bene perchè sarebbe colpevolizzazione della vittima, non ha nessuna logica.
Di questo passo arriveremo presto al paradosso che i figli denunceranno i genitori per colpevolizzazione preventiva.
Già immagino i titoli dei giornali: ragazzina denuncia i genitori dopo che questi le hanno detto di non bere e non fare tardi. Lei dichiara: “quei retrogradi dei miei genitori ogni giorno mi fanno sentire colpevole di eventuali violenze che potrei subire”. “Non è giusto vivere con l’idea che se mi accadesse qualcosa di brutto la colpa sarebbe mia”.
Visto che direzione sta prendendo la società, non mi stupirei che ci si arrivi veramente.
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“ovvio che se non ti esponi a nessun rischio non ti succede nulla”.
Ovvio: ahahah!
Voglio una vita spericolataaaaaaaaaa, voglio una vita come quella dei fiiiiiiiiiiiiilm…
Vuoi mettere il brivido di essere libbberi di andare a un coca-party, quella coca senza bollicine, vestiti solo di qualche pezzettino di stoffa che copre solo le parti che potrebbero restare benissimo scoperte, in mezzo a strafatti malati di faiga e uscirne indenni?
Siete semplicemente, dal primo all’ultimo, dei patetici comici.
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Quanta gente non ha capito il senso della mia risposta a Guido che “non ci vede il colpevolizzare la vittima”.
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Le osservazioni di Giambruno sono banali ovvietà. Non vedo alcuna “victim blaming”.
Se anche questa viene conteggiata ( ironicamente) come “perla” di Giambruno si fa uno sciocco e disonesto attacco pretestuoso.
E non fa onore al Fatto.
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Un’altro che ha fatto fortuna col c….
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L’essere in una condizione di vulnerabilità non fa di te un corresponsabile, in particolare in situazioni in cui la vittima ritiene di trovarsi con persone di cui si fida, o viene indotta nella condizione di vulnerabilità con l’inganno. Ma il discorso, secondo me, vale a prescindere. Ben vengano le raccomandazioni a priori per ciò che può essere una scelta personale, ma le critiche a posteriori, tanto più quando c’è stata una coercizione in tutte le fasi del delitto per porre la vittima in stato di totale soggiogazione, mi sembra che dovrebbero essere sostituite da qualche riflessione sull’opportunità di certe affermazioni. Il fatto di non avere la capacità critica per prevedere che subirò un delitto secondo me non mi rende responsabile in alcun modo del delitto compiuto dalla volontà di qualcun altro.
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Il discorso si potrebbe fare tale e quale anche per attraversare le strisce pedonali: costa proprio tanto guardare se arrivano auto invece di usufruire di un diritto ‘acquisito’ senza nemmeno pensarci? E se poi arriva un’auto e non si ferma? Colpa dell’auto, certo. Ma si poteva evitare oppure solo perché uno si vuole godere tutta la sua libertà, allora era il caso di pensarci prima a dove attraversare?
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Concetti troppo semplici, Sparv, per menti così evolute, libbbere ebbbelle!
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E certo,
I ragionamenti di S.M e, ovviamente, avvallati dal Gatto, assomigliano molto alle requisitorie degli azzeccarbugli del puttaniere e dei suoi fan nelle loro requisitorie nelle osterie , secondo cui, la colpa del furto è sempre del derubato che altri non è che un ladro mancato, ragion per cui le colpe non sono mai del ladro, ma del fesso che si fa derubare.
E magari volte anche l’applauso.
Ma per favore…
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“I ragionamenti di S.M e, ovviamente, avvallati dal Gatto assomigliano molto alle requisitorie degli azzeccarbugli del puttaniere… secondo cui la colpa del furto è sempre del derubato”.
Infatti il ragionamento di SM, avvallato dal Gatto affermava:
“E se poi arriva un’auto e non si ferma? Colpa dell’auto, certo.”
Voi avete qualcosa di marcio, dentro quel cocomero stagionato che avete sul collo (chiamarla “testa” pareva decisamente troppo!)!
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X GSI:
Certo per Camilla Canepa non esiste più il problema delle molestie notturne.
Ma il principio di libertah conta solo quando c’é da ‘mbriacarsi, se c’é da punturarsi allora tutti in riga per 3 col resto di due.
Giusto, caro provaxx?
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Colpa dell’auto, certo.
Ma a pagare è il pedone che se l’è cercata.
E questo non lo dici ma lo pensi Gatto, perché marcio è il tuo modo ipocrita di ragionare.
Ancora a nominare quella povera donna S.M.?
Fai uno sforzo e argomenta senza nominarla se c’è la fai…
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Marcio sarai te e tutti i tuoi nipotini!
Io lo dico proprio, e l’ho sempre detto, oltre che a pensarlo, quindi ipocrita sarai ancora tu e ancora tutti i tuoi nipotini, verso i quali provo una gran pena per come stanno crescendo, educati da deglii squilibrati che vivono in un mondo di fole.
I pedoni che non capiscono di essere in mezzo a una strada, protetti solo da delle striscie bianche per terra, che si tuffano come fossero in piscina, guardando magari dalla parte opposta da dove arrivano i niki lauda ubriachi, o messaggiando ignari al cellulare perché: “io ho il diritto di passare” SE LA SONO CERCATA (va bene così?)!!!! Avranno sempre la peggio, ma con un bel diploma di RAGIONIERE da appendere in cameretta: vuoi mettere? Qualcuno, non a torto, sosteneva che la ragione è dei … Come te!
Così va il mondo che non è “il migliore dei mondi possibili”, come sosteneva ingenuamente qualcuno.
Chi vuole capire, capisca, per gli altri c’è sempre un invito nei reparti ortopedici, quando va bene o 3,5 m. sotto, quando va male.
Fate vobis: a me frega cazz0!
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Ah, e impara a scrivere in ItaGliano corretto…
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No Gatto.
Marci sono i ragionamenti di chi, come te, scriverà anche in italiano corretto ma non si rende nemmeno conto della astrusità della quale sono infarcite le sue elucubrazioni mentali.
La strada, l’auto con i suoi guidatori (alterati da droghe, alcool o perfettamente attenti o sobri), le strisce pedonali (con pedoni attenti o quelli al telefono o sbronzi) sono il mondo. Che è vario. E a viverlo ci sono quelli come me (e i miei nipotini) di cui tu non non sai assolutamente nulla e miliardi di altre persone che la pensano alla loro maniera.
La sfida, per tutti, è quella sopravvivere, conoscendo innanzitutto le regole della strada alle quali ognuno di noi, credo, si sforza di attenersi ma che, quando ciò non avviene, si dovrebbe avere la certezza che si andrà incontro ad un giudizio derivante da regole scritte appositamente per le strade… Di questo mondo, NON dalle regole di un altro pianeta.
Magari quel pianeta che vive nella fervida fantasia di gente come te o di gente come il marito suonato della premierucola italiana, convinti che le colpe delle tragedie che avvengono sugli asfalti impervi del mondo sono da addebitare non tanto ai pirati trasgressori di un codice della strada, ma anche e soprattutto ai trucidati sulle strisce pedonali, perché colpevoli di essere (secondo i vostri schemini mentali)… Peccatori.
Peccatori che non hanno seguito le regole morali che averebbero ben ascoltato se fossero andati alla messa (in latino, naturalmente) la mattina prima di affrontare… Le strade del mondo.
A messa in latino dopo essere usciti di casa facendo il saluto al busto del duce nell’atrio di casa, aggiungerebbe, ovviamente, quell’altro genio del marito della melona.
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*avrebbero
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X GSI:
sei patetico.
Ma per davvero.
”’Peccatori che non hanno seguito le regole morali che averebbero ben ascoltato se fossero andati alla messa (in latino, naturalmente) la mattina prima di affrontare… Le strade del mondo.”’
Quindi solo per diritto acquisito tu attraversi la strada senza nemmeno guardare se arriva qualcuno che magari nemmeno farebbe in tempo a frenare.
Un cialtron3 di rara fattura, ammettiamolo.
Il concetto di prudenza è sconosciuto a gente come te, evidentemente, ma il problema è che per te chi lo enuncia è un complice dei criminali.
La prossima volta che lasci la macchina parcheggiata, mi raccomando: sportello aperto e chiavi inserite. Tanto è un tuo diritto non essere derubato, no?
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