Riunione in video-chat, dal presidente M5S la stoccata ai dem: “Gli altri partiti questa battaglia l’hanno sposata dopo”

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – L’ordine di scuderia è chiaro: non facciamoci “scippare” la battaglia sul salario minimo dagli altri partiti. In particolare dal Pd. E il dispaccio arriva direttamente da Giuseppe Conte, via video-call. Il capo dei 5 Stelle ha riunito martedì notte i gruppi territoriali del Movimento, cioè le diramazioni locali appena battezzate per provare a radicare la creatura di Grillo e Casaleggio sui territori. Il senso dell’intervento dell’ex premier è questo: “Stiamo tra la gente”. E maciniamo firme “con le nostre bandiere, senza regalare la lotta per il salario minimo alle forze che l’hanno sposata dopo. Perché noi dobbiamo essere i protagonisti”.

Un intervento dritto. Perché sì, va bene la petizione online lanciata su un portale senza simboli, e va bene anche l’incontro con tutte le opposizioni a Palazzo Chigi, ma sul salario minimo a 9 euro – tema popolare, che sfonda anche a destra se è vero, come dicono i sondaggi, che la misura piace al 75% dell’elettorato – si gioca anche una partita sulla primogenitura della proposta. E una gara per i consensi. Screzi e posizionamenti nel campo largo. Conte non ha intenzione di passare per gregario, ha fatto capire ai suoi. La video-call, a cui hanno partecipato da remoto parecchi big, ex e attuali, da Vito Crimi a Paola Taverna al capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri, è servita all’ex capo del governo anche per annunciare che andrà “in prima persona” ai banchetti. Un tour per lo Stivale, da Nord a Sud, per rivendicare che “questo è il nostro ddl” o “il ddl Conte”, come lo chiama il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli.

È chiaro che dietro la mossa c’è l’avvio della lunga marcia verso le Europee, dove all’interno di entrambi i blocchi, destra e sinistra, dovranno posizionarsi e smarcarsi dagli alleati. E così Conte non intende lasciare a Schlein il proscenio, per rimanere nel retropalco. La leader del Pd ha già messo in moto la macchina delle Feste dell’Unità, oltre 350, per raccogliere le sottoscrizioni fisicamente. E il Movimento, che una rete così capillare non l’ha mai avuta, prepara le contromosse, con i gruppi locali appena istituiti. Che appunto, spronati dal capo, si stanno attrezzando, con l’idea di portare i banchetti in spiaggia, a cominciare da Ostia, alle zone della movida, tipo piazza Trilussa a Roma.

Nell’ultima riunione del Comitato per il salario minimo (l’organismo che gestisce il portale salariominimosubito.it, di cui fanno parte Pd, 5S e rossoverdi) è circolata la suggestione di organizzare banchetti unitari. Della serie: dove c’è il Pd, aiuterebbero i volontari del M5S o dei Verdi. Dove ci sono i 5 Stelle o Azione, darebbero una mano i dem. Ma l’ipotesi è durata un attimo. “I banchetti per ora li facciamo da soli”, ha tagliato corto Conte in video-chat. Ognun per sé.