Condannata l’educatrice, per i continui rimproveri e le rigide regole. Comportamenti inaccettabili nei confronti di bambini che in età tenerissima rischiano di perdere la fiducia in sé stessi

(di Patrizia Maciocchi – ilsole24ore.com) – Disegni strappati, rimproveri severi per gli errori e orari prefissati per il riposo e il bagno. Comportamenti che costano all’educatrice di una scuola di infanzia, la condanna per il reato di maltrattamenti. Pur in assenza di violenze fisiche, per la Cassazione, pesano infatti le pressioni psicologiche su bambini in tenerissima età che rischiano di non credere più nelle loro capacità. A segnalare l’atteggiamento inappropriato della maestra, quattro genitori, mentre altri, considerati amici dell’educatrice non erano stati coinvolti. Le famiglie si erano mosse dopo aver ascoltato i racconti dei bambini sui disegni strappati dalla maestra perché brutti, aver visto il disagio che manifestavano e i rapporti per nulla sereni con la maestra. Per i giudici i genitori erano credibili. Non avevano esagerato, né mosso accuse in merito a violenze fisiche, ma evidenziato l’influenza negativa sul percorso di crescita dei figli e sulla loro autostima, del metodo “educativo” seguito dalla ricorrente.
La perdita dell’autostima
E la Cassazione è d’accordo. La frequenza dei giudizi sprezzanti, avvilenti e umilianti, aveva creato in classe un clima di timore. I bambini non avevano alcuna fiducia in sè stessi, e avevano sviluppato un senso di colpa eccessivo per gli errori, in più c’era «l’ossessione di meritare la punizione». I giudici di legittimità sono maltrattamenti. È respinta la tesi difensiva di sistema di insegnamento rigido. Così come viene escluso anche il meno grave reato di abuso dei mezzi di correzione. Le condotte dell’imputata sono considerate «incompatibili con l’importante ruolo di educatrice attribuitole e del tutto inadeguate rispetto alla tenerissima età dei minori affidati alle sue cure, invece, avviliti, e umiliati da comportamenti aggressivi e psicologicamente violenti, fonte di sofferenze e di disagio, concretamente manifestati». Un malessere che era sparito subito dopo la sostituzione dell’insegnante.
La regista femminista ha per caso detto che bisogna tagliare la lingua a questa insegnante, tanto per dare un esempio definitivo?
Mi riferisco alla signora Dante, che in altro articolo parla di castrare gli stupratori.
O facciamo sempre figli e figliastri?
Questo è quel che diceva la grande Ida Magli nel 2016:
Visto che ha citato la scuola, che cosa pensa della «Buona scuola»?
«È stata un’ idea di Renzi, quella di infilare un aggettivo qualificativo nel nome di una legge. Nessuno lo aveva mai fatto prima. In virtù di questo siamo costretti a parlare di “buona scuola” anche se pensiamo che la scuola sia cattivissima.
Questa “buona scuola” è un fallimento, perché è fatta per l’ 85% da personale di sesso femminile. Ormai la scuola, dall’ asilo nido alle superiori, è fatta quasi esclusivamente da donne. Questo è gravissimo: gli allievi maschi non hanno nessuna persona di riferimento di sesso maschile.
Durante l’ età infantile, ma anche durante l’ età puberale, avrebbero bisogno non soltanto delle qualità del pensiero maschile, ma anche di persone di riferimento. Io credo che molti giovani si rifugino nell’ omosessualità per via dell’ eccesso di presenze femminili nella loro vita. Non è detto che per loro l’ omosessualità sia un desiderio, però permette di sentire di più l’ unione fra maschi. Se dovessi fare io una riforma nella scuola metterei obbligatoria la quota di maschi».
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