Non sarebbe, quasi quasi, da proporre una qualche forma di prescrizione tombale su tutte le enormità dette e scritte dalla Meloni elettorale? Sulla scia del successo riscosso dal Mondo secondo Vannacci viene riproposto […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Non sarebbe, quasi quasi, da proporre una qualche forma di prescrizione tombale su tutte le enormità dette e scritte dalla Meloni elettorale? Sulla scia del successo riscosso dal Mondo secondo Vannacci viene riproposto il libro Mafia Nigeriana, uscito in totale clandestinità, anche perché era del tutto imprevedibile che uno degli autori sarebbe salito quattro anni dopo a Palazzo Chigi.

Del fondamentale testo vengono ora citati passaggi da paura su nigeriani “mafiosi, giganti e pure cannibali”. Oltre allo scoop sulla “gestione del traffico d’organi” con il rinvenimento “lungo l’Autostrada del Sole di resti di cadaveri smembrati”. A opera, si sospetta, dagli spietati africani. Brrr. A noi colpisce soprattutto che in una fase forse psichedelica della sua vita, Io sono Giorgia abbia incrociato la penna con quel Meluzzi che nelle note biografiche si effigia come “autoproclamato primate, metropolita e arcivescovo di una Chiesa ortodossa autocefala con il nome ecclesiastico-patriarcale di Alessandro I e il trattamento onorifico di ‘Sua Beatitudine’”.

Per il resto riteniamo non particolarmente proficuo per le sorti dell’opposizione che si continui a brindare sulle immagini degli sbraitanti comizi meloniani per l’immediata creazione di un blocco navale anti-immigrati. O su quelle della Giorgia benzinaia, che si scagliava contro le maledette accise (anche perché un pieno di Urso non si augura neppure a lei).

Ok, esistono contraddizioni stridenti tra Meloni Uno e Meloni Due, ma che vogliamo fare? Preferiamo una premier che nel nome della cristallina coerenza (ma del tutto incoerente quando da ammiratrice di Paolo Borsellino che era ora sostiene il garantismo peloso alla Nordio) ripristini il vecchio armamentario paleo destrorso? Popolato di tipacci dediti alla sostituzione etnica che armeggiano con teschi e tibie nei pressi di Roncobilaccio? Oppure digeriamo con l’Alka Seltzer la (in qualche modo obbligata) conversione moderato-istituzionale della premier e ci armiamo di santa pazienza, tanto questi litigano ma non li schiodi? E se pure Meloni Due fa il contrario di ciò che strillava Meloni Uno, saranno pure cavoli di chi le ha dato retta e l’ha votata? Oppure la fregola per le supposte “divisioni della destra” ci impedisce di vedere che, conclamata l’assenza di una alternativa “progressista”, al prossimo giro al posto di Crosetto magari ci mettono il generalone best-seller e al Viminale l’autocefalo “Sua Beatitudine”?